Salimmo in macchina per tornare al distretto.
Castle era stranamente silenzioso. Quando non parlava molto iniziavo a preoccuparmi. Decisi di non dire niente e lo guardavo di tanto in tanto con la coda dell'occhio mentre guidavo.
<<Sono un po' agitato>>
<<Per cosa?>>
<<Per il matrimonio di Alexis>> Fece una pausa e poi riprese a parlare <<Sai che non sono una persona pacata e tranquilla e non so come ci si comporta in queste situazioni. Cioè, voglio dire, mia figlia sta per sposarsi. Ho paura che non sia il ragazzo giusto per lei, che non sia la persona giusta con cui trascorrere tutta la vita, che la faccia soffrire...>>
<<Castle, stai tranquillo>> dissi appoggiando la mia mano sulla sua e sorridendogli. <<In qualsiasi caso, comunque andrà, potrà sempre contare su te, su noi. E lei lo sa. È una ragazza in gamba, è intelligente e brillante. Andrà tutto bene>>.
<<Come farei senza di te?>>
Sorrisi senza dire nulla. Queste frasi mi facevano ancora arrossire nonostante fossimo insieme da anni. Poi, nel silenzio che risuonava nella macchina, tra il vociare delle persona sulla strada e i clacson delle macchine Castle parlò di nuovo.
<<Ti amo>>
<<Anche io>>
Ci mettemmo più del previsto per arrivare al distretto. Le strade di New York iniziavano ad essere ricoperte da quel manto di auto che solo l'ora di punta può creare.
Castle si era un po' tranquillizzato e il caso lo avrebbe distratto dalle sue preoccupazioni.
Entrammo nella grande hall e prendemmo l'ascensore fino ad arrivare alla sezione omicidi.
Attraversai le scrivanie e i poliziotti che, con fascicoli in mano o impegnati a rispondere al telefono, voltarono il loro sguardo verso me.
Non pensavo di essere un capitano tiranno o cattivo, ma ogni volta che arrivavo al distretto era come se tutti si mobilitassero per fare il loro lavoro meglio di come già lo svolgevano.
Arrivai nel mio ufficio e lasciai cadere sul piccolo divano difronte alla scrivanie la mia borsa e mi diressi al mio posto.
Dopo neanche due secondi sentii bussare alla porta.
<<Capitano, dalle telecamere effettivamente si vede il suv che ci hanno descritto, ma il guidatore è troppo oscurato. Abbiamo anche convocato i familiari...>>
Non aspettai che Esposito finisse la frase <<Vado a parlarli.>>
Mi alzai dalla mia comoda sedia e oltrepassai la porta dirigendomi verso la saletta che ormai da anni ospitava i parenti delle vittime che tra lacrime e odio per l'accaduto cercavano qualcosa a cui aggrapparsi. Senza voltarmi sentenziai <<Castle, vuoi venire con me?>>
E sentii il cigolare della sedia su cui era seduto, e capii che mi stava seguendo.
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Ricominciamo
Fanfiction▪️Una fan fiction dedicata alla serie tv Castle. Per dare voce a quello che non c'è stato, ma che avrebbe emozionato.