Capitolo 1

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Il rumore di uno sguardo

Casey

Il sole sta tramontando su Berkeley, tingendo il cielo di molteplici sfumature di colori caldi. Sono stanca, ma tranquilla, felice di aver finalmente terminato il mio turno di lavoro. Ci sono ottimi presupposti per concludere al meglio questa giornata, ma purtroppo qualcosa sembra andar storto. Improvvisamente mi ritrovo catapultata in una situazione sgradevole, che mi porta a colpire al volto un ragazzo. Non un colpo qualsiasi, ma un vero pugno, un gancio destro sulla sua mascella pronunciata. Sia chiaro, non sono solita a questi gesti di violenza; sono una normalissima ragazza dall'aspetto tutt'altro che minaccioso: alta, magrolina, dallo sguardo imperturbabile. Quasi mi dispiace essermi dovuta spingere a tanto, ma poi lo guardo, mi sorride maliziosamente e mi verrebbe voglia di dargliene altri. Lo avrei fatto se non mi avessero separata da lui.

Continuo a guardarlo aggressivamente, nonostante diverse persone mi stiano trattenendo, invitandomi a calmarmi. Al contrario, dalle mi labbra fuoriesce un "Sei un coglione" accompagnato dal mio dito medio che si alza verso il cielo.

Mi aveva toccato il culo. Mi era passato accanto ed aveva poggiato la sua mano sul mio sedere, fingendosi poi indifferente. Ad ogni azione, segue una reazione e se c'è una cosa che io non riesco a domare è il mio istinto. Onestamente, non me ne pento.

Solo diversi minuti dopo realizzo a pieno ciò che è accaduto. Non credevo che tirare un pugno a qualcuno potesse essere così doloroso. Torno a casa, tenendomi stretta la mano dolente. Sono nervosa, non riesco a mandar giù il fatto che quell'essere schifoso si sia permesso di toccarmi con quelle sue manacce.

Apro la porta di casa con irruenza, chiudendola poi con il tallone; lancio le chiavi sul mobile all'ingresso e cammino con decisione verso la cucina. Prendo subito del ghiaccio e lo applico sulla mano.

La mia migliore amica, nonché coinquilina, mi raggiunge in cucina, sicuramente richiamata dal baccano che ho scatenato.

«Casey! Cos'hai fatto? Che è successo?» esordisce, avvicinandosi.

Sorrido sarcasticamente, poggiandomi con il sedere sul tavolo.

«Cosa credi sia successo?» le dico, spostando il ghiaccio, o meglio, il pacco di patate surgelate, per mostrarle la mano. Provo a distendere le dita, ma il dolore non me lo consente.

«Hai fatto a botte? Qualcosa a lavoro? Ti hanno ferita?» straparla, guardandomi intensamente.

«Sharice, calma!» esclamo, ruotando gli occhi verso il soffitto. «Sto bene.»

«Stai, stai bene?» colgo il sarcasmo nella sua voce. «Ma ti sei vista, Cas? Non mi sembra che tu stia bene.» Ok, il mio tentativo di calmarla è fallito miseramente. «Vuoi dirmi cosa è successo?»

«Ero per strada, un tizio mi ha toccato il culo e io l'ho colpito con un pugno sul viso. Fine della storia» la sensazione del ghiaccio comincia ad infastidirmi.

«Brutto coglione!»

«Lo so.»

«Mi auguro che ne sia valsa la pena» commenta, levando il ghiaccio e guardando la mano da vicino. «Cavolo, è davvero conciata male.»

«Ne è valsa la pena, sì.»

Allontano la mia amica, quando mi rendo conto delle sue intenzioni di toccarmi la zona malconcia.

«Casey! Dobbiamo fare qualcosa, andiamo al pronto soccorso» propone, mettendosi le mani sui fianchi.

«Neanche per sogno» scuoto la testa. «Passerà.»

Il rumore di uno sguardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora