Capitolo 9

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Izzie

Finalmente zia imbocca l'entrata per la contea di Contra Costa. Mi vengono gli occhi lucidi nel leggere il cartello con la scritta Clayton. Nonostante non sia tra le città più grandi e conosciute della California, è pur sempre la piccola città dove sono cresciuta e dove ho maturato tante esperienze costruttive che mi hanno aiutata a mettere le basi per creare un futuro ambizioso.

Il piccolo Jackson si sveglia, stropicciandosi gli occhi. Posa la fronte sul finestrino, guardando le luci e i festoni natalizi posti lungo la strada. È entusiasta e non vedere l'ora di riunirsi con i suoi cuginetti. La zia è altrettanto contenta, ma d'altronde, nulla la rende più felice del Natale e delle tradizionali rimpatriate di famiglia.

Durante il viaggio, abbiamo parlato di te e del bellissimo pensiero che hai avuto nel comprare dei regali non solo per me e lei, ma anche per il piccoletto. Tu però, non hai idea che anche io ti ho pensata. Non avrei mai potuto dimenticarmi di comprarti un regalo, è stato il mio primo pensiero. Mi auguro che rimanga ben nascosto fino al momento opportuno.

Prendo il cellulare e registro un breve video mentre vaghiamo tra le stradine di Clayton. Subito te lo invio, avvertendoti di essere giunta a destinazione sana e salva.

«Casa di ziaaaa Madi» grida il piccolo, il nasino completamente schiacciato contro il vetro del finestrino.

«Contento amore?» sorride zia Carol, parcheggiando l'auto all'ingresso della mia casa, davanti al garage.

Appena scendiamo dalla macchina, la porta d'ingresso si apre. Vedo i miei genitori, mio fratello e poco dopo, Camila. I miei occhi si spalancano mentre sento il mio cuore impazzire. Ci corriamo incontro, gridando all'impazzata mentre ci uniamo in un abbraccio sentito, carico di affetto sincero e puro.

«Quanto mi sei mancata, oddio!» esclama euforica, riempiendomi di baci.

«Non hai idea di quanto tu, a me» rispondo, facendo un passo all'indietro per guardarla meglio. «Hai tagliato i capelli!» noto la sua nuova acconciatura: un taglio scalato con frangetta. «Sei più bella del solito.»

«Sul serio? Volevo fare una pazzia e ieri ho preso coraggio» mi spiega, toccandosi scherzosamente i capelli.

La mia famiglia si avvicina e i saluti continuano. Bacio ognuno di loro, abbracciandoli così forte da poter recuperare i tre mesi perduti. Theo, mio fratello, mi solleva da terra, facendomi volteggiare tra le sue braccia e nel frattempo, mio padre aiuta sua sorella Carol, a scaricare le valige dall'auto. Jackson è sulle spalle di Camila mentre mamma ha già dato il via al suo interrogatorio. Io, Camila, Theo e Jackson entriamo in casa per ultimi ed è incredibile come mia zia, appena arrivata, sia già pronta a ridecorare l'intera proprietà a suo piacimento.

Domani, in occasione della Vigilia di Natale, si uniranno a noi i fratelli di mamma con rispettive famiglie, i nonni e Alexa, promessa sposa di mio fratello. Non vedo l'ora di poterli rivedere e abbracciare tutti, mi sento particolarmente in vena di regalare affetto.

Non credevo che tornare a respirare l'aria di casa, potesse essere così emozionante.

...

Io e Camila ci siamo isolate in quella che era la mia vecchia camera. Abbiamo bisogno di parlare tanto a quattro occhi proprio come i vecchi tempi. Dopo avermi aiutata a disfare la mia valigia, ci stendiamo sul letto, tenendoci per mano, incapaci di smettere di sorridere.

«Allora?» mi chiede, alzandosi sui gomiti. «Insomma, mi hai raccontato tanto in questi tre mesi, ma voglio una recensione generale.»

Imito la sua posizione.

Il rumore di uno sguardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora