Capitolo 5

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Casey

Questa settimana il lavoro pesa meno del solito. Le energie positive raccolte lunedì, sembrano essere ancora dentro di me. Si lavora molto, con la solita intensità, ed io e te fatichiamo a trovare un momento per incontrarci durante la giornata. Nonostante ciò, cerchiamo di tenerci quanto più possibile in contatto con il cellulare. La sera fortunatamente, quando entrambe siamo di ritorno da lavoro, riusciamo a vederci e torniamo a casa insieme, raccontandoci delle nostre giornate.

Sabato sera è il giorno scelto per andare finalmente al teatro. Lo spettacolo è previsto per le 21.30, orario ottimale per la fine dei turni lavorativi di tutti. Durante la settimana, ho avuto la possibilità di presentarti a Sharice, avete avuto modo di scambiare quattro chiacchiere, niente di più.

«Shaaaar, dov'è la mia crema per il corpo?» grido, notando la sua assenza. «SHAAAAAR!» continuo inutilmente, sembra non sentire o forse, sta solamente fingendo. «SHAR IO TI UCCIDO!» mi avvolgo nell'asciugamano ed esco dal bagno con fare minaccioso. Nella mia mano stringo il pettine, come se fosse un'arma. Cammino scalza, avvolta nel mio bellissimo accappatoio giallo fluorescente.

«Ammetti di averlo preso e non ti farò del male» esordisco, entrando in cucina. Rimango di ghiaccio nel vederti seduta, in compagnia di Sharice.

«Ciao» dici, non riuscendo a trattenere una risata.

«Ed eccola che si mostra in tutto il suo splendore e la sua grazia» commenta Sharice, scuotendo la testa.

«Izzie, ciao» dico, in un primo momento accennando un sorriso, poi nascondendolo e tornando nella mia killer mood.

«Vorresti torturarla con un pettine?» mi domandi, continuando ad osservarmi con fare divertito.

«Sì» rispondo con una smorfia poco convincente. «La signorina sa bene che non deve toccare le mie creme» aggiungo.

«Stupida, è nella tua camera. L'hai usata ieri prima di andare a letto e l'hai dimenticata lì.»

Abbasso il braccio con il pettine, demoralizzata da quella imbarazzante rivelazione. Ora inizio a ricordare, credo che Sharice abbia ragione.

«Volevo semplicemente testare la tua attenzione» controbatto sarcasticamente.

«Certo, certo» mi prende in giro lei, ruotando gli occhi al cielo. «Difficile convivere con questa ragazza.»

«Sono un angelo» protesto, poi sorrido verso di te. Credo che tu non abbia mai smesso di guardarmi. «Ma che ci fai qui?»

«Ero pronta e non sapevo che fare, così sono scesa, Sharice mi ha aperto.»

«Da quanto sei qui?»

«Da quando hai iniziato a cantare il ritornello di Crazy in love.»

«Ohhh» incurvo le sopracciglia. «Piaciuta la performance gratuita?» ridacchio, divertita dal vedere le vostre espressioni.

«Vai a prepararti, stupida!» Sharice mi tira contro un pacchetto di fazzoletti. Per fortuna nelle sue vicinanze non c'erano oggetti più pericolosi. «Sbrigati altrimenti faremo tardi al tuo amatissimo musical.»

«Vado, vado.»

Mi affretto a recuperare la mia crema e torno nel bagno. Cerco di accelerare il ritmo e mi preparo rapidamente, pensando a te e Sharice, sole in cucina. Chissà cosa vi starete dicendo. Magari parlate di me.

«Ci sono, ci sono» urlo, passando di corsa dalla cucina, per recuperare dalla mia camera la scarpe. «Pronta!» esclamo, facendo un salto dentro la stanza.

Il rumore di uno sguardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora