Capitolo 8

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*Avrei dovuto pubblicare più tardi, ma ho anticipato*

Casey

Domani pomeriggio arriverà la mia famiglia per trascorrere il Natale qui con me. In occasione del loro imminente arrivo, ho deciso di dare una sistemata alla casa, preparando al meglio la camera degli ospiti e quella di Sharice, dove alloggerà temporaneamente mio fratello Sam.

Ho cenato, acceso i riscaldamenti e indossato il mio completo da notte. Quel che mi ci vuole ora, è un po' di relax. Gli ultimi giorni sono stati molto stressanti, specialmente a lavoro, dove ho fatto anche degli straordinari. Non che non mi facciano comodo dei soldi in più, ma lavorare in un bar di notte, è deleterio.

Mi siedo sul divano, incrociando le gambe e sistemando un cuscino dietro la mia testa. Un verso di sollievo esce autonomamente dalla mia bocca; chiudo gli occhi nel tentativo di godermi il momento e liberare la mente da qualsiasi pensiero.

Neppure il tempo di beneficiare del comfort del mio meraviglioso divano ergonomico, che il campanello della porta spezza la magia. Mi alzo di malavoglia, quasi spaventata all'idea di ritrovarmi dinnanzi alla spiacevole sorpresa di mia madre. Le è capitato diverse volte di spostare le date di partenza a mia insaputa e la cosa non mi sorprenderebbe più di tanto.

Fortunatamente non è così. Sei tu.

Avvolta in un piumone, con indosso le tue graziose ciabatte di peluche e in mano una scatoletta. Le tue visite notturne non sono una novità; ne abbiamo passate di serate insieme, ma vederti qui oggi mi stupisce. Durante l'ultima settimana mi è sembrato come se qualcosa tra di noi si fosse spezzato. Ti ho sentito distaccata e di conseguenza lo sono stata anche io.

Mi sorridi, inclinando la testa di lato, come a volermi dimostrare di essere venuta in pace.

«Ho portato il Ciobar» dici timidamente, mostrandomi una delle tue smorfie più adorabili.

Socchiudo gli occhi, poi mi lascio andare ad un sorriso.

«Entra prima che qualcuno ti veda in questo stato» dichiaro, facendoti largo dentro casa.

Avevo molta voglia di vederti, ma credevo non fosse lo stesso per te. Non ho idea del perché sia successo quel che è successo, ma rivederti qui, mi rende felice.

«Domani parto» mi ricordi, come se già non lo sapessi.

Sono giorni che ci penso.

«Sei emozionata?» ti chiedo, prendendo la scatola dalle tue mani e incamminandomi in cucina. «Rivedrai la tua famiglia, i tuoi amici» aggiungo mentre tu mi segui, sedendoti su una sedia.

«Molto» cominci, facendo una pausa. «Zia ha già caricato le valige in auto. Partiamo per soli cinque giorni, ma la conosci-»

«Se potesse, viaggerebbe direttamente con l'intera casa» ti anticipo, sorridendo e intanto recupero un pentolino.

«Esatto» accenni una risata, che risuona più come un sospiro soffiato. «I tuoi invece?»

«Partono domani. Arriveranno nel pomeriggio, a meno che a mia madre non venga la pazza idea di mettersi a guidare. In quel caso, probabilmente, non arriveranno mai» ironizzo, versando gradualmente del latte nel pentolino.

«Dai, tua madre è una donna in gamba» ridi. «Che peccato, mi sarebbe piaciuto conoscerli, anche se per pochissimi minuti.»

«Ci sarà modo, vedrai» mescolo il Ciobar, assicurandomi che non venga troppo liquido.

Ti consegno la tazza di cioccolata, fumeggiante e densa al punto giusto. Il sorriso che si fa largo sul tuo viso è uguale a quello di una bambina golosa.

Il rumore di uno sguardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora