Izzie
Il collo mi fa male. È più di venti minuti che sono piegata, con la testa nel gabinetto, vomitando senza tregua. Mi sento stanca, come se non avessi dormito affatto; ho una cefalea assurda, confusione mentale e un malessere generale. Tipici sintomi post-sbornia. Non vivevo un risveglio così traumatico dai tempi del liceo. Aprire gli occhi e ritrovarmi nel tuo letto è stato alquanto strano. A dirla tutta, non ricordo molto. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di parlare perché sono dovuta correre al bagno.
Come se non bastasse, mi sento anche in colpa per essere qui, a vomitare in casa tua. Brava, Izzie. Ottimo modo per cominciare il nuovo anno.
Bussi alla porta per l'ennesima volta, continui a chiedermi se va tutto bene, se ho bisogno di aiuto o di qualunque cosa, ma lasciandomi comunque i miei spazi.
«Tutto bene, alla grande direi» mugugno sarcasticamente, poggiando la testa contro il muro.
«Posso entrare?» chiedi.
«No, ti assicuro che è meglio che tu rimanga fuori» rispondo, tirando lo sciacquone.
Mi avvicino verso il lavandino e mi pulisco le labbra, rinfrescandomi l'intero viso. La mia immagine riflessa è orripilante. Sembro uno zombie; bianca cadaverica, occhiaie spaventose e labbra secche.
«Non mi lascio scandalizzare» dici, entrando timidamente, con in mano un bicchiere d'acqua. «Bevi.»
«Ho un aspetto orribile» dichiaro, imbarazzata di mostrarmi così.
«Non è vero» ribatti, ma so benissimo che il tuo è un disperato tentativo di farmi sentire un po' meglio.
«Mi dispiace, davvero, per tutto» parlo dopo aver sorseggiato l'acqua. Non ricordo tanto, ma sono certa di averla combinata grossa.
«Non è successo niente Izzie, può capitare.»
«Vorrei sapere cos'è successo. Ricordo davvero poco ed è una cosa terribile» ti prego di aiutarmi a ricordare, tu non sembri molto felice di dovermene parlare, ma ti siedi sul bordo della vasca e ti decidi a farlo.
«L'ultima cosa che ricordi?»
«Ballavo con un tipo, credo» mormoro, dubbiosa.
«Sì, avevi perso lucidità. Ho preferito allontanarti da quel ragazzo, si stava approfittando della tua poca brillantezza. Mi ci è voluto un po' per convincerti a venire con me. Dopo qualche spintone, ci sono riuscita.»
«Oh cielo» borbotto, portandomi una mano sulla testa. «Ti ho fatto male?» ti domando, mentre un flashback mi colpisce improvvisamente.
Credo di aver baciato quel tipo e il solo pensiero mi da il voltastomaco. Scatto velocemente verso il gabinetto, tornando a vomitare. Questa volta però non sono sola. Ti avvicini, mettendomi una mano sulla testa e spostandomi i capelli all'indietro.
«Tranquilla, presto starai meglio» bisbigli, accarezzandomi la spalla.
«Non voglio che tu veda questo schifo» borbotto, pulendomi le labbra con la carta igienica. «Sono desolata, davvero» mi siedo per terra, nascondendomi il viso dalla vergogna.
«Smettila, non mi scandalizza un po' di vomito. Non devi sentirti in imbarazzo per questo. Ti ho portata io qui per occuparmi di te, okay?» dici velocemente, passandomi il bicchiere d'acqua.
Ti pieghi sulle gambe, per ritrovarti alla stessa altezza del mio viso.
«Forza, tirarti su. Non mi piace vederti così» m'incoraggi, porgendomi una mano. «Avanti» continui, facendomi una smorfia buffissima.
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Il rumore di uno sguardo
Roman d'amourStoria AU su Casey e Izzie di Atypical. (Può essere letta anche da chi non ha mai visto la serie) Questo racconto, come anticipato, si svolge in un universo alternativo; le ragazze non si conoscono al liceo, ma il destino le unirà ugualmente. Come...