Non ho mai capito il perché.
Non ho mai capito perché decisero di farlo. Non ho mai capito perché decisero di lasciarmi in quell'istituto, abbandonandomi a me stessa.
Per tutta la vita non ho fatto altro che pormi questa domanda, continuando a chiedermi dov'è che avevo sbagliato, cos'è che avevo fatto, quali colpe avevo, per meritarmelo.
Non ero nient'altro che una bambina, quando successe. Che cosa avrei mai potuto fare di così grave?
Quando hai poco più di quattro anni, vedi tutto ciò che ti circonda attraverso uno sguardo ingenuo: non sei mai totalmente in grado di comprendere ciò che succede attorno a te. E quando sei così innocente, non puoi far altro che amare. Ed è ovvio che non avresti potuto fare a meno di amare i tuoi genitori, nei loro pregi e nei loro difetti. Li amavi per il semplice fatto che erano stati loro ad averti dato la vita.
Che poi sarebbero stati gli stessi che te l'avrebbero rovinata, non ci avresti mai pensato.
Io infatti non ci avevo mai pensato, non avevo mai pensato a loro come ai cattivi delle favole, come quelle che ero abituata a vedere in televisione, prima di andare a dormire.
Conservavo diversi ricordi della mia vita prima dell'istituto. Tra questi c'erano quelli con zia Babs -il cui vero nome doveva essere Babette, o qualcosa di simile. Dovevo aver trascorso con lei la maggior parte della mia infanzia, dato che la sua ombra infestava la maggior parte dei miei ricordi.
Il suo viso mi appariva sfocato, eccetto che per alcuni suoi dettagli come i suoi capelli biondo cenere, i suoi occhi azzurri e quello sguardo tanto dolce. Ma i suoi lineamenti, la forma delle sue labbra, il suono della sua voce, sono quei particolari indefiniti su cui ho fantasticato per tanto tempo.
Per tutte quelle volte che ho provato a figurarmela, sono arrivata a darle mille volti. E di quei mille volti, non ce n'era nessuno che mi risvegliasse qualcosa nella memoria.
I giochi che facevamo insieme, però, erano chiari: spesso andavamo a giocare in un piccolo bosco che circondava la casa in cui abitavo, fatto di alberi secchi e cespugli dai toni autunnali. Altre volte restavamo in casa, altre ancora guardavamo insieme la televisione.
Le emozioni che mi ha lasciato si sono impresse nella mia mente e hanno fatto si che lei vivesse nei miei ricordi con l'aspetto di un vero e proprio angelo. Tutto sembrava essere magnifico con zia Babs. Per tutto il tempo che avevamo passato insieme, lei mi aveva amato e si era presa cura di me, fino al giorno in cui smise di venirmi a trovare.
Poi i giorni diventarono settimane e le settimane mesi e tutto d'un tratto, senza che me ne capacitassi, era scomparsa completamente dalla mia vita. Di lei mi restarono solo i momenti trascorsi insieme, incisi in modo indelebile nella mia memoria.
Altri ricordi della mia infanzia invece sono sfocati, sfumati, quasi del tutto persi.
E tutto sommato, se da una parte avrei voluto che fossero limpidi, così da poter sapere di più sulla mia vecchia famiglia, dall'altra avevo paura di ciò che avrei potuto scoprire.
Vivendo nell'istituto e ascoltando le storie degli altri ragazzi, mi ritenevo in un certo senso fortunata: alcuni di loro erano stati portati via da famiglie problematiche -era così che le definivano- e nel ricordare la loro vecchia vita si ritrovano a dover rivivere degli incubi.
Avrebbero preferito dimenticare, rimuovere completamente dalla loro memoria alcuni dei loro ricordi.
Avrebbero preferito che, come per me, anche loro fossero stati semplicemente... abbandonati.
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𝐈𝐌𝐌𝐎𝐑𝐀𝐋 𝐋𝐔𝐒𝐓 || 𝒉.𝒔.
Fanfiction| 𝐈𝐌𝐌𝐎𝐑𝐀𝐋 𝐋𝐔𝐒𝐓 | © 𝘍𝘢𝘯𝘧𝘪𝘤𝘵𝘪𝘰𝘯 [Daddy Dearest, dalla storia tradotta da @lollix08] ━ "Ho vissuto nell'istituto fin da quando avevo quattro anni. Le persone che erano lì, sia ragazzi che adulti, erano man m...
