🎚Bedroom- In My Head
13th September 1997, England, United Kingdom
«Se finirò nei casini per colpa tua, giuro su dio che...» bofonchiai sommessamente, mentre scendevo la recinzione in rete metallica che circondava il giardino dell'istituto.
Cole, che era già a terra, si allungò per afferrarmi la vita così da aiutarmi a saltar giù. «Vuoi fare silenzio ? Se continuerai ad urlare sì che ci beccheranno» sussurrò interrompendomi; caricò la frase di tutta l'aria che aveva nei polmoni, con malcelato e fin troppo teatrale fastidio.
Una volta che ebbi poggiato i piedi al suolo, mi diedi una scrollata e gli scoccai uno sguardo severo.
«Non sto urlando» dissi.
In tutta risposta, Cole fece un ghigno divertito. «Come ti pare... Ad ogni modo stanno tutti dormendo a quest'ora: non dovremmo avere problemi» dichiarò con sicurezza, mentre mi afferrava il polso «Sempre ammesso che tu riesca a tenere quella boccaccia chiusa» mormorò sottotono, tra sé e sé, un attimo prima che le mie nocche colpissero la sua spalla.
Lo vidi lanciare uno sguardo circospetto all'edificio dal quale eravamo fuggiti, prima di trascinarci entrambi verso la boscaglia che circonda il St. Davis Institute.
Io intanto cercai invano di ottenere chiarimenti: «Almeno vuoi dirmi dov'è che stiamo andando ?»
Mentre ci affrettavamo a scappare, lo richiamai nuovamente: tanto era impegnato a 'controllare il perimetro' che dovetti strattonar via la sua presa dal mio polso per attirare attenzione.
Udii Cole sospirare rumorosamente, rallentando il passo fino a fermarsi del tutto; anche se non potevo vedere il suo viso, ero certa che avesse ruotato gli occhi al cielo -come era solito fare quando era frustrato.
Si voltò verso di me; le sue labbra erano pressate l'una contro l'altra, in una linea sottile. «Ti ho detto che lo vedrai quando saremo arrivati; Dio santo, Mia, come sei impaziente».
Sapeva bene che le sorprese, non mi erano mai piaciute.
Quando riprese il cammino, tentai di tener a freno la lingua, ma era sempre stato vano cercare di sopprimere il mio dannato istinto:
«Senti Cole, so che hai voglia di fare una bravata o roba simile ma se ci scoprono...»
Non appena pronunciai quelle parole, lui s'arrestò all'improvviso -ancora una volta-, bloccandoci proprio ai margini del bosco. Nel tempo di un attimo, in un rapido scatto, si girò verso di me e mi parlò tutto d'un fiato; il viso a pochi centimetri dal mio.
«Cos'è ? Non ti fidi di me ?».
Mi guardò con gli occhi infervorati e i contorni del volto accarezzati appena dalle luci distanti dei lampioni.
Forse aveva ragione: non mi fidavo di lui, non del tutto.
Strinse poi gli occhi a due fessure. «Guarda che io lo so che esci tutti i weekend con Lanford e quelli del quinto corridoio. Credi che loro se la cavino meglio di me ?» sibilò.
Schiusi le labbra e corrugai la fronte, offesa; «Prima di tutto smettila di interrompermi, diamine !» ringhiai, tentando di contenere il tono «E poi io non ti stavo dando del perdente. Dicevo solo che adesso che hanno beccato Norton il gioco s'è fatto più difficile».
Fece due passi indietro, addentrandosi meglio tra gli alberi, senza distogliere da me il suo sguardo incredulo.
«E allora ? Guarda !» allargò le braccia come a farmi segno di osservare attentamente dove ci trovavamo «Siamo fuori ! Non mi pare sia stata tanto difficile, eh».
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𝐈𝐌𝐌𝐎𝐑𝐀𝐋 𝐋𝐔𝐒𝐓 || 𝒉.𝒔.
Fanfiction| 𝐈𝐌𝐌𝐎𝐑𝐀𝐋 𝐋𝐔𝐒𝐓 | © 𝘍𝘢𝘯𝘧𝘪𝘤𝘵𝘪𝘰𝘯 [Daddy Dearest, dalla storia tradotta da @lollix08] ━ "Ho vissuto nell'istituto fin da quando avevo quattro anni. Le persone che erano lì, sia ragazzi che adulti, erano man m...