Can you please keep a low profile ?

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🎚Nirvana- Come as you are

Non appena varcammo l'entrata dell'Infinite, fummo avvolti da una nube d'aria viziata e stantia, insita d'alcool e sudore.

Ci trovammo a percorrere un corridoio lungo e stretto nel quale, la musica che riempiva il locale, risuonava più forte e intensa mano a mano che ci addentravamo.

L'unico spiraglio di luce, nel buio plumbeo che allagava il passaggio, erano i bagliori che filtravano dalle fessure della porta a doppia anta che si trovava alla fine del corridoio.

«Fai bene a restare in silenzio» la voce di Cole ruppe l'apparente quiete che c'era tra noi. Lo guardai confusa, pur non riuscendo a distinguer bene i lineamenti della sua espressione.

Nonostante l'oscurità, potei intravedere sul suo volto un ghigno di boria.

«Almeno eviti di peggiorare ancora di più la tua situazione» aggiunse.

Anche se cercava di nasconderlo dietro un atteggiamento superbo, era chiaro che la mia sfiducia lo aveva offeso. Ed io, incapace di trovare le giuste parole, non potei far altro che seguire il suo consiglio. Per fortuna ci pensò Cole a trovarle per me:

Prese un profondo sospiro e mi guardo con benevola rassegnazione: «Facciamo che questa volta lascio passare: ti conosco bene, sfortunatamente, e so che sei una diffidente».

Ed era ovvio ormai —forse ancor più di ovvio—che il rapporto tra me e Cole doveva essere molto più stretto di quanto io stessa pensassi.

«Ad ogni modo, non siamo mica qui per discutere su quanto tu sia snob o su quanto io sia figo...»

Fece qualche passo indietro, lontano da me, avanzando verso l'entrata e con un colpo secco e deciso spalancò difronte a noi le porte dell'entrata dell'Infinite Club.

Una musica assordante ci investì, mescolata alle grida e alle voci della folla e quell'odore stantio che ci aleggiava attorno s'intensificò. La porta che conduceva alla sala, era in cima a quella che sembrava essere una scala antincendio. A qualche metro sotto di noi una massa indistinta di persone che danzava caoticamente al ritmo della musica, flagellata da un circuito di luci fluo.

Cole non attese neanche un attimo per correr tra la folla.

Non appena percorse gli ultimi gradini della scala, con me al seguito, subito si addentrò verso la pista da ballo.

Nel vedermi ancora immobile sull'ultimo gradino, a guardarlo come fossi un cane abbandonato, lui mi richiamò: «Non farti pregare» rise di gusto, entusiasta.

Per una ragione inspiegabile, mi sentii sopraffatta da tutto ciò che mi circondava. Tra il caos e quella massa di persone... Mi sentivo sperduta in un posto che non mi apparteneva e con il quale io non avevo nulla a che fare, nonostante cercassi di convincermi del contrario.

«Non avrai mica intenzione di startene lì come un matusa per tutta la serata ?» la voce di Cole mi distrasse dai miei pensieri.

Si era avvicinato di nuovo a me, guardandomi dritta in viso come per cercare di capire cosa mi fosse preso.

«Voglio solo prendermi qualcosa da bere —mi giustificai— tu vai, ci vediamo in pista»

«Non farti aspettare» si lamentò.

     Non appena mi voltò le spalle, pronto per buttarsi in mezzo all'occhio del ciclone, io lo chiamai di nuovo. La musica e le grida, non impedirono a Cole di sentire la mia voce.
Mi guardò, per l'ennesima volta con la fronte aggrottata e gli occhi assottigliati.

𝐈𝐌𝐌𝐎𝐑𝐀𝐋 𝐋𝐔𝐒𝐓 || 𝒉.𝒔.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora