«Un 'fottuto Sex on the Beach'... scelta originale»Fu una voce roca e profonda a parlarmi; una voce che mi sembrò inspiegabilmente distinta.
Mi accorsi solo così della sua presenza e di quella sua vertiginosa vicinanza. Quando mi voltai verso di lui e alzai lo sguardo sul suo volto, mi sembrò di perder l'equilibrio: mentre la sua statura imponente torreggiava su di me, i suoi occhi si erano incatenati senza pudore ai miei con uno sguardo indecifrabile.
I miei, invece, si ritrovarono incollati al suo viso.
Alla mia vista, i suoi tratti affilati e definiti, sembravano non aver nulla a che fare con quelli di qualsiasi altro sconosciuto.
Nonostante mi fossero -quasi del tutto- ignoti, in essi si nascondeva qualcosa che riusciva a riscuotere impetuosamente le pareti della mia memoria.
Mi sentii in soggezione e per colpa di quella sensazione fuori dal mio controllo, come fossi una ragazzina, fui incapace di pronunciare una sola vocale.
Come se al caso ciò non bastasse, lui volle accorciare la nostra distanza ancora di più. Allungò un braccio lungo il bancone e per un attimo pensai che volesse cingermi le spalle.
L'aroma cupo e speziato del suo profumo invase l'aria che mi circondava.
Quando mi fu vicino -ancor più vicino- il riflesso delle luci tenui e irrequiete, mi permise di scorgere le iridi verdi dei suoi occhi.
Il suo sguardo però non si soffermò a lungo su di me.
Il barista dietro di noi aveva appena appoggiato sul bancone il mio cocktail, quando lui si voltò.
«Hey, ma che diavolo fai ?!»
Neanch'io mi capacitai di come fossi riuscita a cacciar fuori quelle parole, tanto che la sua presenza mi aveva... distratta.
Beh, forse i miei drink mi importavano più di qualsiasi altra cosa.
Quando lo vidi afferrare la mia 'scelta originale' con un noncurante e disinvolto 'Questo lo prendo io', i miei nervi si tesero come corde di violino e non ci pensai due volte a riprendere coscienza.
La suggestione del suo fascino mi si sciolse sulla pelle, sostituita da un tedio e freddo stupore.
«Quello è mio !» gli dissi.
Lui, quasi incurante della mia presenza, poggiò sul bancone una banconota da cento sterline e la mosse verso il barista.
«Queste invece sono tue -gli fece -la ragazzina non prende nessun alcolico, mi sono spiegato ?»
«Come sarebbe ?!»
Il barista era più confuso di quanto lo fossi io stessa: guardò quell'uomo tra un misto di confusione e tacita deferenza, con gli occhi a mandorla che balzavano tra lui e la banconota che gli aveva allungato.
E quel Lin gli diede pure corda ! Ma d'altra parte non potei biasimarlo, insomma, chi rinuncerebbe a cento sterline per dare un drink ad una minorenne ?
Quindi Lin fece un cenno d'assenso e in silenzio prese la banconota.
Mentre tornava al suo lavoro, lui si allontanò senza dire altro, del tutto indifferente del fatto che stesse sorseggiando il drink che mi aveva spudoratamente rubato.
Si avvicinava ai privè con fare calmo e disinvolto, mentre io me ne restavo immobile ad osservarlo a labbra schiuse, tanto stizzita quanto incredula.
Tutta quella situazione mi parve caoticamente ridicola.
Ma non gliela avrei data vinta. No di certo.
Urtai goffamente un paio di persone, mentre facevo slalom tra la calca per cercare di raggiungerlo.
Una volta arrivatagli accanto, lo afferrai per la spalla tentando invano di riuscire a voltarlo verso di me con la forza -o perlomeno a provare a fermarlo.
«Ti ho detto che quello è il mio drink !»
Ci vollero una manciata di richiami e un rozzo 'ma chi diavolo ti credi di essere ?' prima che lo seccassi abbastanza da fargli arrestare il passo.
Quando si girò verso di me il suo sguardo era cambiato. Gli occhi verdi erano contratti in un espressione severa, sotto le sopracciglia aggrottate.
«Si, lo era» mi incalzò.
La voce invece era uguale: fredda e atona.
Quella superba indifferenza che aveva non fece altro che infervorarmi ancora di più.
«Ma cosa vuoi, cerchi rogne ? Beh non è serata, razza di idiota, ridammelo !» sputai tra i denti.
Non era un granché come offensiva; di certo non sarei riuscita ad intimidirlo.
E un attimo dopo, senza che finissi neanche la frase, in un gesto avventato, lui mosse un passo in avanti dritto verso di me.
Frenai a tempo l'istinto per evitare che indietreggiassi, nel mentre che abbandonavo ogni briciolo di risolutezza.
Abbassò le spalle sporgendosi in avanti, così da avvicinarsi il meglio possibile alla mia altezza; così da avvicinare il meglio possibile il suo volto al mio.
«Non hai pagato tu questo drink.» affermò, alzando il calice fino alla linea del mio sguardo, come a farmelo esaminare.
Il tono calmo e scandito: «Io l'ho fatto.»
Si rimise poi dritto e lanciò uno sguardo al bicchiere che stringeva tra le dita ornate da anelli. «Ammetto che non è il mio genere- un riccio castano gli ricadde sulla fronte, quando parlò -Ma so per certo che non è neanche il tuo»
Agitò leggermente il calice; la cannuccia che galleggiava nel cocktail arancio, prese scorrere lungo la linea del bordo.
«Sai cosa dovresti fare, adesso ?» mi domandò poi.
Era ovvio che non volesse una risposta. Doveva essere ancor più ovvio che io non ero in grado di dire una sola sillaba.
Ma lui intanto, non si preoccupò di usare mezzi termini.
«Dovresti prenderti un fottuto cocktail analcolico e levarti di mezzo» asserì, intimidatorio.
Io restai a guardarlo con gli occhi sgranati e tacita angustia: non ero abituata a perdere a quel gioco.
Non appena ebbe finito di parlare, fece per andarsene, distogliendo da me lo sguardo inquisitorio con cui mi aveva osservata per tutto quel tempo. Quindi mi voltò le spalle per l'ennesima volta, lasciandomi a ribollire nella mia stessa aura d'ira.
Mentre s'allontanava, potei vederlo avvicinare il drink alle labbra e buttarne giù un lungo sorso, come fosse un brindisi all'autocompiacimento.
Ma non se ne andò del tutto prima d'aver concluso: dopo una manciata di passi, mi rivolse il suo sguardo un'ultima volta.
Sentii fin troppo bene le sue parole: «Torna al St. Davis. Questo non è posto per te».
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6thFebruary2020Se siete arrivati fin qui devo ringraziarvi
(o forse pagarvi, ricompensarvi in qualche modo insomma hahah).Fatemi sapere
cosa ne pensate, mi
farebbe piacereRandom Question:
questo è il primo vero 'incontro' con Harry quindi, se doveste descriverlo con tre aggettivi quali sarebbero ?
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𝐈𝐌𝐌𝐎𝐑𝐀𝐋 𝐋𝐔𝐒𝐓 || 𝒉.𝒔.
Fanfiction| 𝐈𝐌𝐌𝐎𝐑𝐀𝐋 𝐋𝐔𝐒𝐓 | © 𝘍𝘢𝘯𝘧𝘪𝘤𝘵𝘪𝘰𝘯 [Daddy Dearest, dalla storia tradotta da @lollix08] ━ "Ho vissuto nell'istituto fin da quando avevo quattro anni. Le persone che erano lì, sia ragazzi che adulti, erano man m...