15. Il profumo

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Sgattaiolare.

Ecco la parola precisa per descrivere la sua entrata nel castello.

Altro che camminare a testa alta! Che imbarazzo...!

Severus non si era accorto di nulla a quanto pare, ma lei, appena uscita dalla doccia, si stava fissando con biasimo allo specchio.

Dovrei vergognarmi. Nemmeno quando i miei genitori erano vivi e io combinavo qualche guaio mi comportavo in questo modo.

Di presentarsi a colazione non se ne parlava. Avrebbe aspettato l'ora della lezione, e dopo aver compiuto il suo dovere sarebbe strisciata di nuovo nelle sue stanze, come la serpe che era.

Potrei chiedere a un elfo di portarmi qualcosa da mangiare in camera...

"Oh che assurdità, prima o poi dovrò pur vederlo!"

Si infuriò con sé stessa per la sua mancanza di coraggio, per il vago dolore allo stomaco che sentiva ancora (nonostante la Pozione Antisbronza), poi già che c'era si infuriò con Lucius per tutto quello che era venuta a sapere, e per non farsi mancare niente si infuriò anche con Severus che avrebbe potuto dirle tutto fin da principio, risparmiandole quell'uscita deprimente, il troppo alcool e quel fastidioso Hangover.

Al diavolo tutti!

***

Nel frattempo, pochi metri e mattoni più in là, qualcuno stava bevendo un caffè portato gentilmente da un elfo, e meditava su come affrontare una giornata che era iniziata decisamente troppo presto e piuttosto male.

Devo parlarle...

Severus Snape non era un uomo accomodante. Non era mai stata una persona flessibile e difficilmente ammetteva i suoi torti.

Però era molto intelligente e si rendeva conto che l'attuale stato delle cose era colpa sua, anche se indirettamente.

Rifletteva tenendo fra le mani l'ampolla che Morgana gli aveva regalato a Natale, la osservava attentamente come fosse stata una sfera di cristallo, ma le uniche cose che vide riflesse nell'argento, furono le sue profonde occhiaie.

Aveva passato la notte in bianco, eroso dalla gelosia verso Lucius, arrabbiato con Silente che gli impediva di parlare ad anima viva del suo piano, frustrato per l'insistenza e la sfuriata di Morgana, e infine deluso da sé stesso per non riuscire a trovare una soluzione che non comprendesse il ferire tutti quelli che gli stavano intorno.

Al diavolo tutto.

***

A distanza di pochi corridoi, Draco Malfoy stava scivolando seduto nella doccia, la schiena appoggiata alla parete e le gambe rannicchiate al petto.

Un disastro. Ecco cos'era. Un disastro vero, di quelli da cui non si torna indietro.

Potter sapeva che Il Signore Oscuro gli aveva ordinato di uccidere Silente. Sicuramente si trovava già nell'ufficio del Preside a quell'ora.

Lo avrebbero buttato fuori da Hogwarts alla velocità di una Firebolt. E quello sarebbe stato il problema minore, visto che appena rimesso piede in casa sarebbe stato ucciso da quel rettile pazzo.

E suo padre...

Oh, Merlino.

Che non fosse un santo lo sapevano anche le Puffole Pigmee, ma addirittura imboscarsi in locali per scambisti, questo no!

Non con Voldemort in casa e lui che stava portando un peso più pesante di quanto potesse sopportare.

E di nuovo Potter nella sua mente. Più Harry che Potter a dire il vero.

Questa oscura passione sul ciglio dell'infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora