Quando Harry, Hermione, Ron e Draco arrivarono alla rimessa delle barche, prima ancora di intercettare il dialogo al di là della vetrata e di rendersi conto di chi fossero effettivamente quelle voci, notarono un filo sottile di energia dorata che partiva proprio dal divisorio di vetro e si dirigeva luminoso fino a un punto in ombra.
Fu solo in quel momento che intravidero Morgana in piedi, nascosta in quello spicchio buio, proprio un paio di metri oltre il divisorio di vetro.
La donna, con gli occhi chiusi, le braccia leggermente piegate e le mani dritte perpendicolari davanti a sé, stava immobile in piedi all'interno di un finissimo cerchio luminoso, e a quel punto i tre ragazzi capirono che il filo dorato non partiva dalla vetrata ma ci arriava. Nasceva da un incantesimo che la donna stava facendo proprio in quel momento e qualunque fosse il suo scopo, il suo obiettivo era in un punto oltre il vetro.
"Sei stato un servo fedele Severus, ma solo io posso vivere per sempre."
Fu come se quattro respiri si fossero fermati contemporaneamente nell'attesa di quella che aveva tanto le sembianze di una sentenza. Che arrivò.
"Nagini, uccidi."
L'unico a tenere gli occhi aperti mentre risuonò il primo colpo fu Harry. E vide distintamente il tremito delle ciglia di Morgana.
Arrivò il secondo colpo ed Harry sentì le ginocchia tremare mentre Morgana stava immobile come se non fosse presente davvero.
Poi giunse il terzo colpo e Harry sentì montare una rabbia folle verso quella donna immobile che strizzava gli occhi ma non si muoveva di un passo per aiutare quello che ormai tutti sapevano essere l'uomo che amava. Lui e Snape si erano sempre odiati, ma qual era la scusa di Morgana?
Quando Nangini colpì la quarta e ultima volta, e le nuvole che coprivano la luminosa luna crescente che illuminava il cielo si scostarono, Harry si rese conto di un particolare inquietante: la donna era molto più pallida del solito. Non la vedeva da mesi, ma era certo che l'ultima volta non fosse così cerea. Così esangue da avere le labbra bluastre e delle profonde occhiaie nere. Solo in quel momento fece caso a una morsa ferrea sulla sua mano da cui saliva un tremito incontrollabile, e gettò uno sguardo accanto a sé, rendendosi conto che Draco si stava aggrappando a lui mentre strizzava gli occhi, incapace di guardare davanti.
Il rumore della smaterializzazione di Voldemort riscosse i presenti, e proprio quando il quartetto si alzò in piedi, Morgana cadde al suolo, ma senza abbandonare la postura delle braccia, che ora tremavano visibilmente. Harry si sganciò dolcemente da Draco e insieme ad Hermione corse dalla donna, che con un filo di voce disse solo, "Portatemi da lui".
Morgana in seguito non seppe mai dire cosa provò in quei momenti. Si sentiva come se non fosse nel suo corpo e contemporaneamente percepiva il suo corpo come un peso insostenibile. Pativa nel cuore una disperazione talmente forte da serrarle la gola come avesse bevuto della colla, ma allo stesso tempo quella disperazione le dava la forza di muoversi, di arrancare verso l'unica ragione della sua vita.
"Sev... Sev, oh Merlino."
Severus Snape giaceva con gli occhi sgranati, in un bagno di sangue.
"Potter... prendile," poco più di un rantolo, mentre delle lacrime argentee rigavano le guance pallide dell'uomo e finivano in una piccola fiala. "Guardami... hai gli occhi-"
"Avanti Potter, prendi queste dannate lacrime e togliti di mezzo!" Morgana interruppe Severus, scansò Harry di malo modo, aprì il ciondolo regalatole dal Professore a Natale, prese il bezoar e glielo infilò in bocca, prima che lui potesse protestare o aggiungere alto, mente ringhiava verso il ragazzo che tentennava con la fiala in mano, senza sapere esattamente cosa fare.
Da una tasca della tunica estrasse una boccetta e ne versò il liquido trasparente sul collo dell'uomo. Grazie di aver pianto per me, Fanny.
I due buchi profondi che squarciavano il collo di Severus si rimarginarono quasi istantaneamente, con sollievo e meraviglia da parte dei quattro ragazzi, e probabilmente del Potion Master stesso.
Morgana si voltò, mentre estraeva da un'altra tasca dell'abito una seconda boccetta, che Hermione identificò dal colore come una Rimpolpasangue, e si rivolse bruscamente al trio "Cosa fate ancora qua? Quelli sono ricordi, Potter. Portali al pensatoio di Silente. Avanti!"
"Io... Professoressa, è sicura di non avere bisogno d'aiuto?" Harry stentava a credere che Snape fosse ancora vivo e arrivati a quel punto non sapeva se gioirne o meno. Non capiva più chi fosse un nemico e chi fosse un alleato. Voldemort a parte, naturalmente.
"Non saprei cosa farmene di voi quattro, qui. Guarda quei ricordi e ammazza quel maledetto bastardo. Se Severus si riprenderà completamente verremo ad aiutarvi, altrimenti vi arrangerete."
Fu allora che Draco Malfoy resuscitò la sua voce dall'oltretomba, "Mo-Morgana..." La donna si voltò, spolverando di dolcezza la sua espressione, un attimo prima arcigna e insofferente. "Vai, Draco. Severus se la caverà. E dopo penseremo anche ai tuoi genitori. Andrà tutto bene. Promesso."
Mentre si allontanavano in silenzio, il Trio dei Miracoli tentava di assimilare e processare gli ultimi avvenimenti, senza sapere esattamente cosa doveva pensare di Snape e della Melancholia, e arrancavano verso il castello con più domande che risposte. Draco invece, si muoveva per inerzia accanto a Harry, scaldato dal calore di quella promessa nel cuore. Andrà tutto bene.
Fu allora che la voce di Voldemort riecheggiò nell'aria e rimbombò con un fragore spettrale. Dichiarava una tregua per disporre i morti e invitava il Prescelto a raggiungerlo nella Foresta Proibita per farla finita, una volta per tutte.
Se Harry avesse mai avuto un mezzo dubbio riguardo questa offerta, ogni incertezza si dissolse nello scorgere le fila di caduti nella Sala Grande. Tonks, Remus, Lavanda... e anche Fred. Fra gli altri. Fra i molti altri morti. E in quella stanza chi non era morto, era disperato. Fu col peso di quella disperazione sulle spalle curve, che lasciò i suoi amici a piangere i propri cari, e si diresse verso l'ufficio del Preside.
Uno spicchio di Luna rischirava il corridoio immerso altrimenti nella più completa oscurità, ma Harry a stento ci fece caso, conoscendo talmente bene quei passaggi che avrebbe saputo percorrerli anche se fossero stati pieni di Buiopesto Peruviana. Talmente concentrato sui suoi pensieri, solo in prossimità dei Gargoyles si rese conto che non era l'eco dei suoi passi provocare quel rumore sordo. Non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per sapere chi l'avesse seguito.
"Non dovresti essere qui."
"Accidenti, mi hai scoperto," gracchiò ironico Draco, mentre gli si faceva accanto.
"Riconoscerei il tuo profumo fra un milione, e in ogni caso non hai lanciato incantesimi silenzianti, quindi..."
"Quindi, che si fa adesso?" Entrambi fissavano l'ingresso della presidenza, senza accennare un'occhiata l'uno verso l'altro, ostentando un atteggiamento di calma artefatta.
"Tu torni nella Sala Grande, io vado al pensatoio."
"Te lo richiedo, Potter. Qual è il nostro piano?"
"Non so cosa troverò in quei ricordi. Non è che Snape ti ha mostrato un trailer?"
"Un cosa?!"
"Lascia perdere, è una cosa babbana. Se vuoi venire, va bene, ormai sei qui. Ma sappi che non ho idea di quello che sto facendo, o di quello che succederà."
"Ho passato l'ultimo anno senza sapere cosa facevo o cosa sarebbe successo. Niente di nuovo sotto il sole, per quanto mi riguarda."
L'ufficio di Silente era molto simile a come lo ricordava Harry. Sembrava quasi che Snape non avesse voluto toccare niente. Strano, rifletté il Prescelto, prima di concentrarsi sul pensatoio che gli galleggiava davanti, come se lo stesse aspettando.
"Cosa fai Malfoy, vieni con me?"
"Non me lo perderei per niente al mondo."
"E allora... andiamo."
Harry e Draco precipitarono vertiginosamente mentre il soffitto dell'ufficio del Preside diventava cielo e il pavimento prato. Videro due bambine sull'altalena, e un ragazzino magro e pallido che le osservava. Si guardarono e si annuirono, complici: Snape da bambino non era poi tanto diverso dal sé adulto. Era solo vestito in modo assurdo, con quel cappotto gigante che lo faceva sembrare un pipistrello fuori misura. Mentre si consumava la scena del primo incontro tra Lily e Severus, Harry fu preso da uno strano sentimento di pietà per quel bambino deluso.
"Lei... è mia madre. Allora... era davvero lei la Nata Babbana di cui Snape..."
Draco gli si fece accanto e rispose solo stringendogli il polso. Un gesto che Harry apprezzò più di quanto diede a vedere. Gli rammentava la notte fuori dal Cube, sotto il mantello. Solo che allora Draco non era niente di più che un problema. Mentre in quel momento...
La scena cambiò e sul treno per Hogwarts apparvero James e Sirius e il rapporto fra loro e Snape sembrò delinearsi, in pochi semplici scambi. Si cementò definitivamente quando il ricordo dello smistamento sfilò, separando Lily e Severus. Draco ebbe un sussulto nel momento in cui vide suo padre far sedere accanto a sé Severus. Appena alla destra di suo padre invece, c'era una ragazzina dalla chioma rossa e disordinata, accanto cui sedeva una ragazza bionda, algida ed elegante, e a pochi centimetri, appoggiato al tavolo con aria indolente c'era un ragazzino pallido e dall'aspetto vagamente simile a Sirius Black.
"Allora è proprio come diceva mia madre: sono stati amici fin dall'inizio."
Harry non potè non notare il sorriso triste di Draco. Probabilmente ormai tutto ciò che riguardava il padre lo rendeva malinconico.
E la scena mutò...
"Mulciber! Che cosa ci trovi in lui, Sev? Fa venire i brividi!"
Severus e Lily litigavano sulla Magia Oscura che usavano i cosiddetti amici di Severus, che si difendeva mettendo sul piatto il bullismo di James Potter. Ad un certo punto il discorso di Severus aveva preso una piega ansiosa e incoerente, "Tu gli piaci! Piaci a James Potter!"
"E tu piaci alla Melancholia! Che detto fra noi è inquietante quasi quanto Mulciber! Ti sta sempre alle costole e appare dal nulla come i fantasmi. Possibile che tu non te ne sia accorto?!"
In quel momento le parole di Lily riverberarono di gelosia e Snape acquisì vistosamente una nuova baldanza.
E fu così che si concluse anche quella scena.
Il ricordo del padre che bullizzava Snape sotto la betulla, era ancora motivo di dolore per Harry, che ritrasse la mano, mentre Malfoy lo tirava per avvicinarsi. Draco si voltò a guardare Harry, incerto su come doveva interpretare quella reazione. Quando notò che Harry evitava il suo sguardo, si limitò a voltarsi e a seguire la scena da lontano.
Videro Lily raggiungere il gruppo e difendere Snape. In quel momento si sentì distintamente il ragazzo urlarle contro "Sanguemarcio". Harry e Draco trattennero il fiato mentre la rossa si allontanava, e ne spuntava un'altra da dietro la collina, che urlò "Expelliarmus", facendo volare la bacchetta di James Potter, e facendo di conseguenza crollare a terra Snape. Dalla bacchetta della ragazza partì immediatamente un altro incantesimo e Potter si portò le mani al volto. Mentre Black stava estraendo la bacchetta, una più giovane Professoressa McGranitt arrivava urlando.
E la scena svanì.
"Era la Professoressa Melancholia, quella?"
"Sì, ne sono sicuro. Era lei."
Nel ricordo successivo era notte e Snape stava supplicando Lily di perdonarlo. A niente servirono le scuse, il giovane Severus rimase solo all'ingresso della torre di Grifondoro, nel buio del corridoio. Che poi sparì.
Harry e Draco riconobbero subito la porta del bagno dei prefetti, quando Snape li portò con sé all'interno di quello che probabilmente era uno dei ricordi più intimi dell'uomo. I due giovani che osservavano ci misero un attimo prima di rendersi conto di cosa stava accadendo, del profondo disagio di Snape che balbettava, "Scu-scusa Morgana. Io... me ne vado," e non appena l'asciugamano che avvolgeva Morgana cadde sul pavimento, entrambi distolsero istintivamente lo sguardo. Fecero in tempo a sentire solo "Resta," prima che il ricordo scomparve. (ndr. vedi capitolo 2)
"Dio, è stato imbarazzante."
"Eddai, Potter. Non credevo che un corpo femminile ti facesse questo effetto."
"Ho detto imbarazzante, non eccitante. Ma almeno ora ne sappiamo di più su quando è iniziata la loro storia: appena è finita l'amicizia con mia madre."
Draco non fece in tempo a rispondere, che si ritrovarono all'ombra di un salice, sulle sponde del Lago Nero. Snape era addosso alla Melancholia e si stavano baciando con foga.
"Per fortuna hanno addosso i vestiti."
"Concordo, Potter."
"Sev, ho sentito un rumore."
Quello che successe dopo, fu veloce e convulso e segnò Harry più di quanto fosse disposto ad ammettere. Suo padre e il suo padrino stavano spiando la coppia dietro un cespuglio, coperti dal mantello dell'invisibilità schizzato via grazie a un incantesimo ben piazzato di Snape.
"E così adesso non siete più solo codardi, ma anche guardoni. Mi fate ribrezzo!" Sputò Severus a un centimetro dal viso di Harry che guardava sconvolto quel ricordo.
Videro Black, lanciare un Expelliarmus e in un attimo il giovane Snape si ritrovò disarmato e con la bacchetta di Potter puntata addosso, mentre Sirius si avvicinava a Morgana che, ancora accovacciata a terra, aveva appena iniziato a ricomporsi.
Harry gemette di pena appena si rese conto delle vere intenzioni di Black, che utilizzando la punta della bacchetta le scostò nuovamente la camicia e poi gliela puntò in mezzo ai seni abbondanti, appena sopra il reggiseno.
"Non. Toccarla."
La voce di Severus tremava. E così la mano di Harry, che Draco teneva salda mentre leggeva dolore e vergogna nei suoi occhi. (ndr. vedi capitolo 9)
Harry rialzò lo sguardo quando una voce furiosa riempì la piccola stanza buia. "Severus, ancora?! Sul serio?! La tua amica Lily Evans non esiste più. Ti ha voltato le spalle anni fa! Ora è Lily Potter, suo figlio è nato stanotte, e tu sei ancora conciato così!"
"Che diavolo vuoi, perché sei qui? E non nominarla, cosa vuoi che me ne importi!"
"E' perché non ti importa che sei ubriaco fradicio, immagino!"
"Morgana esci da casa mia, sul serio vattene."
"No. Io non ti lascio. Non in questo stato!"
"Morgana, lasciami solo."
"NO! Non sono io quella che ti abbandona! Non sono io quella che ti lascia al tuo destino!"
Fu nel momento in cui il Potion Master franò sulla donna che il ricordo si sciolse e i due ragazzi non fecero in tempo ad aggiungere altro, che si ritrovarono su una collina desolata. (ndr. vedi capitolo 4)
Snape, già adulto, sembrava terrorizzato e appena apparve Albus Silente con un accecante lampo bianco, urlò "Non mi uccida!".
Il discorso che seguì fu patetico e doloroso. Severus parlava di una profezia che condannava un bambino e implorava Silente di tenere al sicuro il figlio di Lily, perché quasi certamente era proprio quel neonato che l'Oscuro Signore cercava. In cambio lui avrebbe dato "Qualunque cosa".
"La amava ancora..."
"Così sembra, Potter."
Il ricordo cambiò velocemente.
"Credevo... che lei... l'avrebbe protetta..."
"Lei e James hanno riposto la loro fiducia nella persona sbagliata. Più o meno come te, Severus. Ma suo figlio è sopravvissuto. Ha i suoi occhi..."
"Cosa vuole dire?"
"Aiutami a proteggere il figlio di Lily."
"Il Signore Oscuro se ne è andato."
"Il Signore Oscuro tornerà e Harry Potter sarà in pericolo."
"Molto bene. Ma non lo dica mai a nessuno."
Il ricordo scomparve, mentre Harry fece appena in tempo a ingoiare un'esclamazione sorpresa. Albus Silente sparì, e Morgana riapparve con un viso sofferente come non mai.
"Scegli me, Severus! Per una volta! Per una volta scegli me!"
Su Godric's Hollow regnava un silenzio innaturale e Harry capì subito che si trattava della notte in cui i suoi genitori...
"Morgana dannazione! Non capisci, Silente ha detto che tornerà, e io lo devo a quel bambino! Devo proteggerlo, è il minimo che possa fare!"
"Silente ha detto che starà dai parenti babbani. E poi quello che ti sto chiedendo non è una spiegazione, è una scelta! Prima la fissazione per Lily, poi il fanatismo per il Signore Oscuro, adesso il rimorso verso il figlio di Lily. Severus io non posso venire sempre dopo qualcosa o qualcuno!"
Harry e Draco videro lo sguardo rassegnato di Severus.
L'ultima cosa che scorsero prima che il ricordo svanisse, fu Morgana che si smaterializzava fra fasci di fumo neri. (ndr. vedi capitolo 3)
"Perché ti sei messo quell'anello? Contiene una maledizione, sono sicuro che lo sapevi!" Dopo aver assistito alle scene in cui Snape proteggeva Harry da Raptor, la discussione riguardo il marchio nero con Karkaroff, c'era Silente con la mano contaminata dalla maledizione.
"Sono molto fortunato ad avere te, Severus... e poi, questo rende le cose molto più semplici, no? Mi riferisco al piano di Lord Voldemort di farmi uccidere da quel povero giovane Malfoy." Sia Draco che Harry sentirono netto un brivido lungo la schiena. "Il Signore Oscuro non si aspetta che Draco ci riesca. È solo una punizione per i recenti insuccessi di Lucius." Draco strizzò gli occhi. Il dolore di sentir dire ad alta voce una cosa che tutti sapevano ma nessuno aveva il coraggio di pronunciare, era per lui come una stilettata in petto. Harry invece non perse la concentrazione, mentre cominciava a intuire in che direzione stesse andando il discorso.
"Ora, suppongo che il naturale erede del compito, quando Draco avrà fallito, dovrai essere tu." Snape fece un brusco cenno d'assenso. "E immagino che Voldemort ormai pensi che la scuola cadrà presto nelle sue mani, è corretto?" Altro cenno. "Ho la tua parola Severus, che farai tutto ciò che è in tuo potere per proteggere gli studenti, quando questo accadrà?" Il terzo e rigido cenno.
"Quindi... riguardo Draco, vuoi lasciare che ti uccida?" Chiese il Potion Master in tono sardonico.
"Certo che no. Devi uccidermi tu."
I singulti di stupore dei due spettatori, furono ingoiati in un altro ricordo, sempre nello studio di Silente. "Quindi, mi raccomando, potrebbe essere necessario uccidere il serpente. Ma c'è qualcosa di più importante: ci sono cose che Harry non deve sapere, fino all'ultimo, altrimenti come potrebbe avere la forza di fare ciò che deve essere fatto?"
"Ma cosa deve fare?"
Lo scambio fu talmente rapido che nelle orecchie di Draco e Harry rimbombò forte e chiara solo una cosa, alla fine: "il ragazzo deve morire?"
"Sì, il ragazzo deve morire."
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Questa oscura passione sul ciglio dell'inferno
FanfictionSeverusXNuovo Personaggio / Accenni DracoXHarry Questa è una storia per chi crede che Severus Snape avrebbe meritato un destino migliore e una vita più felice. La narrazione parte dal 6° anno - HP e il Principe Mezzosangue - ma andrà in parallelo...