Capitolo 4 - I nonni

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Prima della morte di mia nonna non mi ero mai soffermata sulla parola "morire", la consideravo come una cosa lontana da me, come se io e tutti i miei affetti più cari fossimo immortali, invece ho imparato a conoscerla nel modo più orribile.  In ambito medico la parola morte è definita come la cessazioni delle funzioni vitali , tuttavia, io preferisco definirla come una fase di "angosciosa afflizione" in cui sia la persona morente che i suoi parenti e amici più stretti si dissolvono come polvere al vento. 

Esattamente così mi sono sentita tre anni fa, come un misero granello di sabbia trascinato via da un mare in tempesta, la perdita di mia nonna mi ha letteralmente distrutta. Ho trascorso mesi cercando di trovare una giusta motivazione al perché non potessi più toccare, baciare e abbracciare la persona più importante della mia vita. Lei è sempre stata la mia confidente e migliore amica è stata la prima, forse anche prima di me, ha capire che fossi innamorata del mio migliore amico, non so quante volte mi ha consigliato di parlare con Fede per confessargli il mio amore, mi diceva "Stellina mia quel ragazzo è pazzo di te ma quando vuoi capirlo che non devi lasciartelo scappare" e invece come una polla l'ho lasciato andare nelle braccia di un'altra. Mi ricordo ancora i mille pomeriggi trascorsi a casa sua mentre io e Fede fingevamo di studiare e passavamo tutto il pomeriggio a mangiare le mille prelibatezze che lei cucinava. Ragazze avreste dovuto assaggiare il polpettone che preparava, penso di poterlo inserire tra le cinque cosi migliori che io abbia mai mangiato, quello sconsiderato del mio amico riusciva sempre a rubarmi l'ultimo pezzo.

Forse da bambini gli adulti dovrebbero insegnarci a come superare questa "angosciosa afflizione", ma come lo spieghi ad un bambino che la sua adorata nonna un giorno potrebbe non esserci più. Quanto mi manca ,quanto vorrei averla qui per poterla abbracciare e dirle che le voglio un bene dell'anima. La gente in questi casi dice "col passare del tempo ti abituerai alla sua mancanza", ma  mi chiedo quanto tempo devo ancora aspettare, proprio oggi 4 novembre, fanno tre fottuti anni che lei non è più con me e posso solo dire che non mi sono abituata, per niente, alla sua mancanza.

Le braccia di Federico intorno ai miei fianchi mi riportano alla realtà, il suo profumo che penetra nelle mie narici rende questo buongiorno un po' meno amaro.

-"Buongiorno Sole, come va ?". Le disse il toscano mentre le poggiava le labbra sulla guancia destra  per lasciarle un leggero bacio.

-"Buongiorno Fè, diciamo bene, te?".

-"Bene, sai che devo andare per forza agli allenamenti ?". Federico sapeva che oggi era un giorno particolare per la sua amica e avrebbe voluto trascorrerlo tutto il tempo con lei ma purtroppo il dovere chiamava. Lui c'ero stato quando Giada piangeva quasi tutti i giorni, quando in piena notte si svegliava a causa di una crisi di panico. Giada e la nonna erano state fin da subito inseparabili, da piccola la toscana trascorreva quasi tutti i giorni con lei a causa del lavoro di mamma Rosaria che la costringeva a stare molte ore fuori casa, per questo la sua perdita la ha fatta soffrire molto.

-"Si lo so Fede, sto bene, deve solo passare questa giornata di merda".

-"Stasera ti porto in un posto, promesso". Le disse abbracciandola.

-"Davvero devi stare tranquillo, lo sai questo giorno è un po particolare per me, poi c'è il fatto che stando qui non posso andare da nonno, ma dopo lo chiamo e risolvo tutto, non sentirti in colpa".

-"Mi dispiace, lo so che in questa giornata sei abituata ad andare da lui, se vuoi posso provare a trovare un volo o un treno, ora faccio qualche chiamata, aspetta". Disse il toscano mentre premeva mille tasti sul suo telefono.

-"Hey Fede..". La toscana appoggiò la sua mano sul quella dell'amico bloccandola e poi aggiunse.."Voglio restare qui con te no perché ne hai bisogno tu ma perché ne ho bisogno io, non posso vivere questa giornata sempre allo stesso modo da tre anni, quindi ora tu chiudi il telefono e vai agli allenamenti, io resto qui a riordinare i miei appunti per il prossimo esame e poi chiamo nonno. Inoltre, stasera mi devi portare in un posto, no ?."

Non avere paura - Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora