Capitolo 19 - In vino veritas ?

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Ragazzi e Ragazze è passata da qualche ora la mezzanotte, sono precisamente le quattro di mattina e miei piedi stanno chiedendo pietà, vogliono essere liberati da questi stupidi strumenti di tortura, devo ricordarmi di non mettere più i tacchi quando devo ballare. La sala del locale ormai è semi deserta, Martina e Leo sono andati via molto tempo fa perché i bimbi reclamavano i letto, stessa sorte per Mattia e Giorgia, la piccola Vittoria li aveva stremati. Invece, Paulo e Oriana sono gli unici che ancora hanno il coraggio di ballare, in realtà, è l'argentino desiderava fare un ultimo lento con la sua dolce metà. Sonia e Alessandro si sono conoscessi alcuni momenti di tenerezza sui divanetti del locale mentre Matteo e Sara si divertono tra di loro raccontandosi battute senza senso. Per quanto riguarda la sottoscritta sono con il mio fantastico migliore amico che ha deciso di bere tutto l'alcol presente in questa sala. Siamo seduti entrambi sui divanetti ai lati della console del Dj e lui non smette di sorridere, è completamente ubriaco, quindi io da grande amica lo prenderò sotto al braccio e lo poterò nella nostra camera. Fortunatamente quel arpia di Jessica si è fatta vedere poco, già in questi giorni avrei voluto ucciderla, si era attaccata a Federico come una cozza, maledetta.

-" Fede che ne dici di salire in camera?". Si rivolse all'amico che la  guardava intensamente come aveva fatto per l'intera serata.

-"Si, ma solo se andiamo insieme". Le rispose sorridendo. Il desiderio di averla vicino fisicamente era aumentato sempre di più bicchiere dopo bicchiere, l'aveva stretta tra le sue braccia per quasi tutta la sera sotto gli occhi indiscreti di tutti ma poco gli era importato. Si era sentito così vivo come se il suo cuore avesse ricevuto la scossa elettrica necessaria per rischiare, aveva finalmente messo da parte la sua stupida parte razionale decidendo di viversi quella serata a pieno e forse per la prima volta, dopo anni, si era sentito vivo.

-"Per forza Bernardeschi, condividiamo la stessa stanza. Alzati su e per piacere non farti trasportare da me come un sacco di patate, ho i piedi a pezzi".

-"Giada so di essere abbastanza brillo ma riesco ancora a camminare, almeno spero". Sorrise davanti al tentativo dell'amica di sollevarlo dal divano di pelle nero.

-"Lo spero anche io".

Fecero un saluto generale poi, i due ragazzi, si diressero verso la loro camera, Federico dopo aver rischiato diverse volte di cadere riuscì a trovare l'equilibrio perfetto riducendo di molto il lavoro dell'amica che lo trascinava sotto il suo braccio. Appena rientrati in camera la bionda si tolse i tacchi e la giacca che il suo amico le aveva prestato quando ancora era lucido, si soffermò pochi secondi sulla figura del toscano che continuava a fissarla intensamente.

-"Giada dimmi perché mi fai questo, dimmelo ti prego". Le chiese improvvisamente Federico con sguardo supplichevole mentre cercava di sbottonarsi i polsini della camicia.

-"Fede...faccio cosa? non capisco". Rispose la bionda con tono interrogativo mentre osservava il suo migliore amico dirigersi verso il balconcino della loro camera.

-"Io ci provo, ci sto provando con tutto me stesso a starti lontano ma non ci riesco". Il ragazzo si voltò verso l'amica che l'osservava ancora con lo stesso sguardo confuso, non riusciva a capire cosa volesse dirle il suo amico con quelle parole.

-"Starmi lontano? Non capisco, ora tu ti siedi, smetti di blaterare cose senza senso e mi dici cosa ti passa per questa testolina bionda". La bionda raggiunse il calciatore e lo aiutò a sedersi sulla piccola poltrona in legno posta fuori al balconcino, fece per allontanarsi ma le braccia del amico le circondarono il girovita costringendola a sedersi sulle sue gambe. Nonostante l'aria gelida della notte Giada sentiva il suo corpo andare a fuoco come se si trovasse su una spiaggia tropicale nel pieno della stagione estiva. Avvertiva lo sguardo passionale del suo amico invaderle ogni centimetro del suo corpo, si sentiva nuda, libera da ogni indumento e da ogni preoccupazione, si sforzava di controllare il colore che dal basso ventre saliva sempre di più verso le guance. Sentiva al suo interno un'energia cosi intensa che difficilmente avrebbe potuto gestire. 

Non avere paura - Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora