Capitolo 10 - Sorpresa

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Ho sempre adorato viaggiare in treno, concentrarmi ad osservare i paesaggi che si muovono al stesso ritmo delle canzoni che rimbombano nelle mie cuffie mentre le nuvole sembrano rincorrermi. Da quando Federico ha iniziato a spostarsi, a causa del calcio, il treno è stato il mezzo di trasporto che ho utilizzato maggiormente, ricordo ancora gli immensi viaggi verso Crotone che sembravano non finire mai, ma tutte quelle ore passate ad osservare gli alberi o le case muoversi lentamente valevano ogni secondo che riuscivo a passare con il mio Fefè. In questi giorni il nostro rapporto è ripreso alla grande ci siamo sentiti ogni momento raccontandoci delle nostre giornate come se niente fosse successo, tuttavia, il mio senso di colpa rimane incatenato nella mia anima e osservandomi insistentemente mi ricorda che sono stata un merda. Credetemi ragazze sono arrivata al punto di volergli dire tutto, ho già pianificato come,ascoltate, lo faccio prima sedere poi mi siedo io, per evitare svenimenti, e gli dico semplicemente senza se e senza ma "Federico sono innamorata di te da sempre", voi che ne pensate ? Forse è meglio non farlo sedere oppure portarlo in un posto a lui caro per farlo rilassare, certo, dove lo trovo a Torino un posto a lui caro,aiutatemi vi prego. Ovviamente mi dovrò assicurare prima di non restare senza un letto in cui poter dormire,chiamerò Martina e le dirò tutto, oppure dopo la figura di merda scappo direttamente in Brasile o Argentina, chiederò alla mamma di Paulo di adottarmi. Avete ragione sono un cretina, dopo anni di occasioni mancante decido di confessare i miei sentimenti così all'improvviso proprio nel momento in cui lui è in crisi con "l'amore della sua vita", odio totale. Scusate vi affliggo sempre con le mie crisi esistenziali penserete di me che sono una erede lontana di Giacomo Leopardi, credetemi riesco ad essere anche una ragazza spiritosa e divertente solo che la mia angoscia esistenziale nasce dal fatto che per l'ennesima volta il mio fantastico migliore amico è in ritardo e io sono costretta, come sempre, ad aspettarlo alla stazione come un'idiota. Sicuramente adoro stare qui è osservare le persone ma fa un freddo boia. Solitamente mi piace concentrarmi sulla gente che va, non mi soffermo mai sulla gente che viene ma su quella che parte e va lontano, molte volte lasciando madri, padri, nipoti e amanti. Resto lì ad osservare quegli addii lunghissimi in cui gli innamorati, unendosi in abbracci intensi, confessano i lori sentimenti racchiudendo in ogni piccola parola il loro amore destinato ad essere diviso da chilometri e chilometri.

Scusate avete ragione vi sto affliggendo di nuovo, vi prometto che d'ora in poi sarò più positiva... Oh cazzo!!! Si è appena rotta la mia valigia, posso annunciarvi che la mia missione è fallita ancor prima di iniziare.

Giada era così impegnata ad osservare la ruota della sua valigia vagare per tutta la stazione torinese che non si accorse che il calciatore juventino si stava avvicinando a lei con passo furtivo. L'aveva osservata da lontano per circa dieci minuti, voleva godersi quel momento fino in fondo, era pronto a correre verso di lei ma il suo sguardo si era posato prima su i suoi lunghi capelli biondi raccolti in un coda morbida, il suo cervello già immaginava di annusare quel profumo di cocco che lo mandava in totale confusione. I suoi occhi lasciarono la chioma dorata per concentrarsi sulle gambe della ragazze ricoperte solo da un paio di collant neri ornati da un gonna scozzese che arrivava un poco sopra al ginocchio, il suo istinto maschile non riuscì a fermarsi davanti a quella scena e il suo stesso cervello, ammaliato ancora dal profumo immaginario di cocco,iniziò a fornirgli immagini poco caste, non adatte sicuramente a un pubblico minorenne. L'ultima cosa che notò fu il suo sorriso malinconico mentre osservava un gruppo di amanti dirsi addio,desiderava sapere cosa stesse pensando e provando, voleva o per meglio dire sperava che anche lei stesse avendo gli stessi dubbi sudi lui, dubbi che non lo facevano dormire più la notte, dubbi che erano diventati l'argomento principale delle sue chiacchierate con Leo e Paulo ma soprattutto desiderava che anche la sua Giada avesse un'esagerata voglia di baciarlo. In questi giorni era arrivato alla conclusione, dopo infiniti discorsi con i ragazzi, di voler parlare con lei così da poter affrontare l'argomento tanto scontante, era convinto fino al minuto prima di entrare in stazione, ma poi i suoi occhi si sono posati su quella donna e le sue certezze sono crollate come un castello di carte dopo un soffio di vento. Decise di avvicinarsi mentre il suo sguardo la osservava divertito mentre si incazzava per la valigia, lei era ancora ignara della presenza del suo migliore amico fin a quando due mani calde si posarono su i suoi occhi verde smeraldo, anche se la sua vista era completamente oscurata il suo cuore aveva già capito di chi fossero quelle mani e il suo cervello era già completamente impazzito all'odore di quel profumo cosi tanto familiare.

Non avere paura - Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora