Capitolo 10 - Champagne

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Come promesso, la boutique consegnò ciò che mancava la mattina del suo appuntamento. Si sentiva stranamente nervosa, come se dovesse dimostrare qualcosa a se stessa e a quell'uomo. Temeva di essere troppo vistosa, ma Rumiko le aveva assicurato che Kosaku-san l'avrebbe portata in un ristorante prestigioso e che il teatro Takarazuka era uno dei più importanti del Giappone, sempre pieno di celebrità e politici. Lo spettacolo a cui l'aveva invitata era una prima: l'abito lungo e i gioielli erano d'obbligo.

Nonostante le rassicurazioni dell'amica, quando aprì la scatola con la parure, rimase senza fiato. L'unico prezioso che aveva indossato nella vita era stata la fede di matrimonio, strappata via anche quella dal suo violentatore. Si portò istintivamente una mano al petto e toccò l'anello rotondo che pendeva dalla catenina. C'era inciso il suo stesso nome con la data che l'aveva unita a Mark e non aveva alcun bisogno di guardarlo per sapere come fosse.

Inspirò profondamente, seppellendo quel ricordo sotto le altre macerie, accantonò tutto, si cambiò e uscì per fare una corsa.

***

Correre le aveva fatto un gran bene. In sottofondo era rimasto solo quel livore amaro che aveva sviluppato nei confronti degli uomini da quando era stata aggredita. Non era un vero e proprio odio, non odiava gli uomini, ma era estremamente prevenuta sebbene da quando era arrivata in Giappone, le cose fossero drasticamente cambiate e aveva anche capito perché: i maschi, lì, erano completamente diversi da quelli a cui era abituata. Innanzitutto non attaccavano bottone, mai, in secondo luogo parlavano poco e quando lo facevano dimostravano di aver pensato prima di dare aria alla bocca, terzo, raramente "toccavano". L'inchino stesso era una forma di saluto rispettoso in cui non c'era contatto. Non c'erano strette di mano né baci sulle guance; per strada le coppie non esternavano i loro sentimenti, sinceramente non ricordava di aver visto qualcuno tenersi per mano.

Rumiko le stava acconciando i capelli con estrema perizia. Si erano allungati ancora un po' e l'amica si stava divertendo a sollevarli come andava fra le giapponesi.

- Vedrai, ti metterà in evidenza il collo e sarai ancora più bella! - le disse entusiasta inserendo un'ennesima forcina.

- Non credo abbia importanza - borbottò Eleanor ritornando alla realtà.

- Tutto ha importanza! - insisté Rumiko passando a truccarla. Si concentrò dapprima sul volto, senza usare fondotinta ma solo una crema idratante, poi passò agli occhi, prestandovi particolare cura.

- La madre di Kosaku-san è morta in un incidente quando lui aveva dieci anni - esordì dopo qualche minuto di silenzio in cui nessuna delle due aveva detto una parola - Poi suo padre, circa quindici anni fa, si è risposato e da quell'unione è nato un bambino -

Eleanor ascoltò, ripensando all'idea che si era fatta di quell'uomo.

- Durante gli anni dell'università è stato spesso all'estero ed io ho fatto la stessa cosa seguendo le sue orme - raccontò ancora Rumiko mentre terminava di metterle in risalto gli occhi - Ecco, così sembreranno due zaffiri! - esclamò soddisfatta cambiando completamente argomento e facendola sussultare.

Prese una matita e passò ad occuparsi delle labbra.

- Conosco il tuo passato, amica mia, ma ti prego, dal profondo dell'anima, di non chiudere il tuo cuore - disse all'improvviso Rumiko sollevando lo sguardo dalle sue labbra e fissandola negli occhi. Eleanor si sentì a disagio, la prima risposta che le salì sulla lingua avrebbe offeso l'amica, così attese qualche secondo.

- Non è questione di chiudere il cuore, Rumiko, è solo che io non ne ho bisogno - sussurrò - Qui ci siete voi, quando tornerò a casa ci sarà la mia famiglia, i miei nipotini, i miei fratelli. Non ho bisogno di altro - le confessò, sperando di essere stata chiara. Quindi la sua macchinazione era quella: voleva semplicemente che si accorgesse di Nakajima Kosaku e lo prendesse in considerazione come uomo. Sebbene per lei fosse attraente e anche interessante, lo considerava un estraneo, qualcuno con cui andare a teatro senza correre il rischio di essere violentata, ma nulla di più. Inoltre, forse Rumiko non se ne rendeva conto, ma l'amore era bisenso: anche Nakajima avrebbe dovuto accorgersi di lei come donna ed era sicura che, giustamente, i suoi gusti andassero in altra direzione, verso giapponesi giovani, belle e ricche, che potessero aumentare il suo prestigio e il suo capitale.

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