Capitolo 14 - Gelosia

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La ripresa dell'anno scolastico regolarizzò nuovamente le giornate di Eleanor che si susseguirono una dietro l'altra con una consuetudine confortante. I ciliegi erano sfioriti lasciando spazio ad altre bellissime esplosioni di colore. I suoi alunni erano tornati a farle visita e quella era la parte che aveva apprezzato di più. Nei momenti in cui non era impegnata, la mattina e la sera dopo le lezioni, navigava su internet alla ricerca di nuovi esercizi o testi, leggeva i manga che Rumiko trovava in inglese in qualche oscuro modo, andava in giro per Tokyo o correva.

Eleanor riportò l'attenzione nel mondo reale, osservò Asami completare con facilità un esercizio e spostò lo sguardo verso Ryutaro, seduto sulla poltrona accanto alla porta finestra del salotto, concentrato sulla lettura di "Do Androids Dream of Electric Sheep?", il libro di Philip K. Dick da cui era stato tratto il film "Blade Runner". Quando aveva risposto allo squillo del campanello, se li era trovati davanti entrambi. I due giovani avevano scoperto, parlando alla fine di un allenamento, di avere la lezione uno dietro l'altra, così avevano deciso di fare la strada insieme, anche se Ryutaro avrebbe dovuto aspettare il suo turno.

L'imbarazzo iniziale appena i loro occhi si erano incontrati, era stato mitigato dall'esuberanza di Asami. Raramente l'americana aveva incontrato dei ragazzi così desiderosi di imparare e felici di svegliarsi ogni mattina per andare a scuola.

- Ecco qui, Carter sensei - disse la ragazzina distogliendola dalle sue riflessioni. Girò il foglio e lo spinse verso di lei. Eleanor lo prese, lo controllò e, sorridendo, si congratulò con lei: non c'era neanche un errore.

Asami esultò con il suo solito entusiasmo ed il cuore di Eleanor si riempì di felicità.

- Facciamo un po' di conversazione - propose l'insegnante mettendo via tutto il materiale sul tavolo - Vorrei parlare delle favole di Esopo che hai letto - aggiunse tirando fuori una copia del libro che aveva dato anche a lei - Ryutaro, vorrei ti unissi. Hai letto anche tu queste favole -

Il giovane sollevò lo sguardo sentendo il suo nome. Arrossì lievemente appena incrociò i suoi occhi azzurri. Dal giorno dell'inaugurazione e dal suo incontro-scontro con Rumiko, il suo mondo era crollato. La vergogna per aver ceduto solo ad un desiderio carnale e il senso di colpa che provava lo stavano dilaniando e non sapeva come reagire. Domenica sarebbe uscito con Rumiko e avrebbe implorato il suo perdono: il suo cuore e la sua mente erano irrimediabilmente conquistati dalla donna che in quel momento lo stava fissando. Era enormemente mortificato di aver ceduto alla lussuria, ma anche se lei gli si era dichiarata e donata in quel modo spontaneo, che in un altro momento avrebbe ricambiato, non se la sentiva proprio di proseguire. Si riscosse e si alzò.

- Certo! - rispose sorridendo.

La conversazione si protrasse per circa quindici minuti, finché terminò l'ora di lezione di Asami. La ragazzina, soddisfatta e un po' nervosa per aver parlato così a lungo quella lingua straniera, si congedò salutando con garbo. Schioccò un bacio sulla guancia di Ryutaro e scappò via.

- Vuoi un caffè? - offrì Eleanor rivolgendosi a Ryutaro. Era la terza lezione e ne aveva bisogno. Quel ragazzo aveva qualcosa di strano, non era brillante come al solito, non aveva fatto alcuna battutina pungente né scherzato con Asami. Per lui era iniziato l'ultimo anno di università, forse aveva qualche preoccupazione che lo tormentava.

- Sì, grazie - acconsentì seguendola in cucina. Si sedette su uno degli alti sgabelli del bancone e seguì affascinato ogni suo movimento. Escludendo l'ovvietà della differenza estetica con le giapponesi, Eleanor Carter aveva un modo ammaliante e ipnotico di muoversi. Non sapeva a cosa fosse dovuto, ma sembrava reagire istintivamente ad ogni cosa: mente e arti parevano vivere di vita propria ed essere in grado di fare più cose contemporaneamente senza sbagliare. Era come se fosse impossibile imbrigliare la sua energia. Ryutaro mise i gomiti sul bancone e appoggiò il mento nelle mani a coppa, osservandola di spalle. La corsa che aveva praticato in quei mesi da quando l'aveva incontrata la prima volta, stava dando i suoi frutti. Il suo fisico aveva reagito asciugando il grasso in eccesso. Le sue forme si erano considerevolmente ridotte, rimanendo rotonde nei punti giusti. Era più alta della maggior parte delle giapponesi, ma anche lui lo era rispetto agli uomini che lo circondavano.

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