Capitolo 18 - Rinascita

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Anche se erano trascorsi tre mesi dalla partenza, Rumiko ed Eleanor avevano continuato a sentirsi tramite i social network, Skype e WhatsApp, o telefono. Nonostante l'incomprensione che c'era stata, la loro amicizia si era rafforzata. Alla fine, Rumiko era stata costretta a dar ragione a Kosaku-san. Ci aveva riflettuto a lungo, ma se Eleanor voleva condurre la sua vita in una certa maniera, era giusto che potesse farlo. A Tokyo, presso la casa dei suoi genitori, aveva ritrovato comunque stabilità e amor proprio.

Era dimagrita facendo movimento fisico, aveva smesso di prendere quelle velenose pasticche, i suoi capelli si erano allungati, si era innamorata, anche se non voleva ammetterlo. Si era presa cura del corpo e della mente. Era tornata ad insegnare ai ragazzi, spingendosi molto oltre rispetto al traguardo iniziale che Rumiko si era posta. Quella vittoria l'aveva esaltata, le aveva fatto credere erroneamente che Eleanor potesse volere anche altro. Ma così non era stato. Quando si sentivano, faceva caso all'inflessione della voce, alla sua espressione nelle videochiamate, ma le era sempre sembrata serena e contenta. Aveva cambiato appartamento ed era tornata ad insegnare in una scuola.

Rumiko chiuse di botto la rivista che stava sfogliando con poco interesse con uno sbuffo, persa nei ricordi. Per fortuna l'afa dell'estate aveva ceduto ad un più fresco settembre. La porta della sua camera si aprì e richiuse d'improvviso, spaventandola e facendola scattare in piedi.

- Ryu-chan! - esclamò sorpresa.

- Ciao, Rumi - la salutò lui strizzandole un occhio. Non si accorse dell'espressione sconcertata di lei, troppo preso dal suo gioco.

- Che ci fai qui? - sussurrò lei abbandonando la rivista che volò per terra - Come hai fatto ad entrare? - aggiunse mentre lui la stringeva a sé in un abbraccio carico di aspettativa.

- Qualcuno ha lasciato la porta principale aperta... - sussurrò con il respiro veloce al suo orecchio - Se Shimizu-san mi becca qui, mi ucciderà! - asserì costernato scostando il volto e baciandola dolcemente. Le sue mani scesero subito lungo la schiena ad afferrarle le natiche sode.

- Aspetta! - sussultò Rumiko cercando invano di uscire dal suo abbraccio ansioso.

- Non posso, mi manchi Rumi, ti ho sognata anche stanotte, non ce la facevo ad aspettare sabato... sei stata a Mosca per lavoro troppo tempo! - le confessò mordendole l'interno del collo e cercando di tirare su la gonna a pieghe.

La fotografa andò con lo sguardo alla sua scrivania. Era incasinata come sempre: CD, macchine fotografiche, il suo portatile, riviste, fazzolettini, penne dappertutto, foglietti appiccicati dovunque. Poi c'era la rosa.

Improvvisamente il cuore le si strinse all'idea che lui potesse vederla. La loro storia era proseguita in quei lunghi mesi per un motivo che non si sapeva spiegare. Anche quando si era resa conto che non sarebbe stato necessario andare avanti, dato che Eleanor era partita e non c'era più rischio che Ryutaro divenisse un problema, lei aveva continuato ad incontrarlo.

La mano di lui scivolò sulle sue natiche e lei d'istinto scattò in avanti incontrando la sua virilità tesa sotto i pantaloni. Gli era mancata davvero. Rumiko sorrise all'idea, mentre l'eccitazione salì vertiginosamente. Abbandonò la rigidità aderendo a lui e continuò a tenerlo con le spalle alla rosa rossa sulla scrivania.

- Rumi... - sussurrò Ryu catturandole la bocca e intrecciando la lingua alla sua con un imperativo che non lasciava immaginazione. Lei rispose con altrettanto ardore abbracciandolo con forza. La mano esigente di lui entrò sotto l'intimo fino a raggiungere il fulcro umido. Ryutaro emise un verso di approvazione, la strinse a sé e affondò un dito dentro di lei.

Rumiko inarcò la testa all'indietro e lui si impossessò del suo collo, riempiendolo di baci ardenti.

- Sei così calda, Rumi... - sussurrò rapito, mentre lei cercava la sua cintura e strusciava una mano sul rigonfiamento che premeva contro i jeans.

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