Bianco della luce, Nero dell'abisso... Grigio, dell'anima

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Non tutto in questa realtà appare tinto di nero o di bianco lucente, anzi la tonalità grigiastra dell'animo è di comun stato tra coloro che sono ancora legati al passato.
Il giovane Rian, non dopo troppo tempo, ma neanche abbastanza presto da considerare ancora Raymond come un estraneo, fu portato dalle correnti del destino a fare 2 nuove e significative conoscenze.
Era una notte stranamente poco buia, ma paradossalmente il nero abissale della superficie dell'oceano pareva quasi nascondere un mistero di inconoscibile identità.
Come ogni notte i due viaggiatori sostarono sul giaciglio più affidabile e sicuro avvistato nei dintorni per apprestarsi a concludere una giornata di peregrinaggio.
Rian, data la sua insaziabile curiosità, notò qualcosa che si muoveva sinuosamente a due giacigli di distanza da loro e l'enigmatica figura era posizionata modestamente in alto rispetto al suo osservatore.
L'insaziabile curiosità di Rian non potè resistere a uno stimolo così curioso e non perse attimi preziosi prima di affrettarsi di soppiatto a raggiungere e smascherare l'identità della figura dal forte interesse, ai suoi occhi.
Raymond, antitesi della curiosità e dell'intraprendeza giovanile, si accorse che aveva perduto di vista Rian nel buio della notte. Notte che poi così buia, in realtà, non era, infatti permise un allontanamento non del tutto guidato dall'incoscienza del Giovane.
Senza troppo scalpore posticipò il suo stato di placida contemplazione e si mise alla ricerca di Rian nei dintorni, ma ciò non avrebbe portato alcun risultato.
Rian giunse alla base della struttura dall'irregolare compostezza e da lì capì che la figura era una fanciulla i cui tratti delicati e capelli lasciati alla brezza della sera, risplendevano d'ombra al contrasto del complesso disegno astronomico che illuminava la superficie e rendeva imperscrutabile l'abisso.
Ella scrutava nel punto in cui il cielo e il mare si trovavano al minimo della distanza, senza mai potersi congiungere.
Rian, incantato da quella visione, diede sfoggio della goffaggine di chi viene strappato dal regno della contemplazione e riportato alla realtà.
Fece un insignificante passo indietro che gli costò un distinto scricchilio di legno, ormai cadente a pezzi, che mise immediatamente in stato di allerta la misteriosa fanciulla, la quale, con fare fugace e leggiadro, si spinse giù dalla pila di macerie su cui sedeva assorta, in qualcosa di intelligibile.
Rian, fu subito pronto a rimediare alla sua disaccortezza cercando di non permetterle la fuga e provando, nel mentre, a spiegare le sue tutt'altro che maligne intenzioni, con fare impacciato e confuso. Non riuscì a concludere una frase che si sentì prendere alle spalle e scaraventare a terra in modo molto energico.
A quel punto una voce autoritaria dal tono ininterdicibile congelò il trambusto che si stava generando. Era la voce di Raymond che aveva aguzzato la vista e previsto l'equivocabile situazione.

Il suo intervento, l'unico che esibì quella notte, ebbe l'effetto desiderato e Rian ebbe modo di spiegare la situazione e di presentarsi a dovere.
Il duo di viaggiatrici era solito accamparsi in quella zona nel periodo ultimo; completamente estraneo e di passaggio era invece ai nostri protagonisti.
L'affascinante e distaccata ragazza si chiamava Lara, mentre l'aggressore di Rian si chiamava Yuuki, una mascolina ragazza dai capelli di un candido biondo che le faceva da contrasto alla sua personalità.

(Yuuki significa "Coraggio" in giapponese)

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