Capitolo 12

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Si cerca sempre di seguire un determinato percorso, ben delineato che ci faccia sentire  al sicuro, sapendo dove andare e cosa fare anche se molti forse lo ritengono noioso, io sono sempre stata una di loro.

Potrei dare la "colpa" alla morte dei miei, alle mie esperienze in orfanotrofio e il successivo essere catapultata in una realtà estranea a come ero stata abituata, quando in realtà mi piace solamente sapere dove sto andando.

Peccato che i miei gusti non siano gli stessi di Aaron che venti minuti fa mi ha prelevata senza un motivo, infinita nella sua auto e ora mi sta trasportando in un luogo che pensavo fosse il Wood, ma sorpresa sorpresa non ho la minima idea di cosa abbia in mente.
Lo osservo guidare con maestria, mentre va verso solo lui sa dove e scivola fra le varie corsie in modo rilassato mentre io sono rannicchiata sul sedile con le braccia al petto, infreddolita anche se cerco di non darlo a vedere e con la paura che si acutizza secondo dopo secondo sempre di più.

Provo e riprovo nella mia testa cosa dire ma quando sono sul lungo di iniziare mi manca il respiro e so che finirei solo a balbettare senza sosta.
Vorrei sporgermi e premere il tasto da cui far partire l'aria condizionata ed essere investita da un bel calduccio visto che ho ancora il tutù e le punte ai piedi.

Quando ho finalmente preso coraggio e sono porta a farlo lui allunga una mano verso di me, senza distogliere lo sguardo dalla strada. Mi tocca una spalla con le nocche per un istante, facendomi rabbrividire ancora più di prima, sposta la mano e fa diffondere un bel calore all'interno dell'auto.

<<G-grazie>> riesco a dire con un filo di voce, mentre sposto le braccia dal petto al grembo e mi rilasso lievemente sul sedile.

Forse è l'andatura della macchina o il caldo che sento adesso ma poggio la testa al finestrino, non mi sento più tanto impaurita e non so come sia scemata in così poco tempo ma mi rilasso sempre di più finché non chiudo gli occhi, pur sapendo che una volta arrivati sarà Aaron a svegliarmi.

Sento due braccia forti che mi circondando, una sotto le ginocchia e l'altra sulla mia schiena, poi lo sbattere di una portiera.

Il profumo del corpo a cui sono premuta contro lo riconoscerei fra mille, sensuale, forte e al tempo spesso con una notte dolce ti fa venir voglia di annusarlo tutto il giorno. Sento il suo calore anche attraverso i vestiti e approfittando del mio stato di semi incoscienza mi aggrappo al suo collo circondandolo con le mia braccia e struscio il mio naso sul suo collo per sentire ancora di più il suo profumo, e poi anche se difficilmente lo ammetterei ad alta voce mi sento così bene e in pace tra le sue braccia, così dannatamente bene.

Strano come si crei sempre dipendenza dalle cose che fanno male, ci sono mille esempi a riguardo, dalle classiche sigarette alla droga, ma nulla di tutto ciò al momento è più letale della persona a cui mi sono stretta e che ora mi sta depositando su una soffice superficie.

Sento la morbidezza delle lenzuola sotto di me e mi giro su un fianco cercando una posizione comoda perché anche se ho fatto la scelta giusta a lasciare Dom e la sua casa dei segreti, non sono più riuscita a dormire bene quindi ne approfitto. I nastri delle mie scarpette vengono sciolti con un tocco leggerissimo e poi una coperta soffice mi copre per intero, credo anche di mugolare di piacere data la sensazione così piacevole che sto provando.

Quando apro gli occhi vedo delle vetrate il cielo completamente buio, e qualche luce che proviene da edifici vicini.
Scosto la coperta con lentezza mentre mi sveglio del tutto e abbandono a malincuore il mio sonno ristoratore.
Il pavimento freddo sotto i piedi mi fa rabbrividire, la porta per uscire da questa camera da letto difronte a me.

Cammino in un punta di piedi pur non sapendo il perché, chi mi ha portata qui sa bene dove sono.
Nel corridoio ci sono quattro porte, in una delle quali ero io, alla fine del corridoio invece c'è una scala che porta al piano inferiore.
Scendo tremante e con la braccia strette al petto, non sapendo perché Aaron mi abbia portata qui e cosa voglia da me.

Alla fine delle scale a pochi passi trovo una cucina laccata nera con una piccola isola, mi avvicino ad essa senza girarmi quando la sua voce mi fa sobbalzare.

<<Dormito bene Davina?>> mi giro lentamente e lo trovo seduto su un'immenso divano ad u con un portatile poco distante, per fortuna non il mio.

Mi armo di tutto il coraggio che posseggo, se vuole giocare giocheremo ma non mi farò colpire senza colpire a mia volta.

<<Bene anche se avrei preferito dormire in un posto che conosco e senza te nei paraggi. Vediamo di semplificare le cose e arrivare al pierò più velocemente possibile, che cosa vuoi da me Aaron?>> non riconosco nemmeno la mia voce, è la prima volta che riesco a rivolgermi a lui senza balbettare e mi complimento con me stessa per questo.

La sua bocca si dischiude e una fila di denti perfetti fa la sua comparsa insieme ad uno dei suoi fantastici sorrisi.

<<Vedo che non balbetti più. Per quanto riguarda la tua domanda credo tu già sappia cosa voglio e che lo farai>>

Stavolta sorrido io.

<<Non ti avrei chiesto cosa vuoi se l'avessi saputo e per quanto riguarda ubbidire ai tuoi ordini puoi anche scordatelo>>

<<Sai cosa significa il tuo tatuaggio?>>

Ora cosa c'entra il tatuaggio? Dove vuole andare a parare?

<<Si lo so, simboleggia l'estro megalomane di Dom, ecco cosa significa>>

Serra le mani a pugno sulle cosce, inspira profondamente per poi rispondermi.

<<Simboleggia un impegno. Il tuo. Nei nostri confronti e in quelli di Dom>> si alza e mi viene incontro. Mi incanto a guardarlo come fosse la prima che lo vedo, con i suoi preziosi smeraldi che si incastrano nei miei occhi, senza lasciarmi scampo.
<<Quindi prima di farlo avresti dovuto pensarci prima. È ora di smetterla di comportarti da bambina e agire come richiede il tuo ruolo e fare la tua parte come facciamo tutti>> mi ordina con tono perentorio, senza possibilità di ribattere, o almeno lo credo lui.

<<Facile parlare così dall'alto del tuo piedistallo. Facile fare un discorso come il tuo avendo una visione chiara di ciò che ti circonda, mentre io devo fare ciò che mi compete senza sapere cosa sto facendo o peggio a chi>>

<<Sai quanto basta>>

<<Beh non mi basta più. Non sono una ragazzina ma una donna, non rinnego il mio impegno ma voglio chiarezza altrimenti di simboli e strani legami me ne infischio>> ho il fiatone per quanto ho parlato veloce, e il viso in fiamme per quanto sono arrabbiata con lui e non solo per le sue parole. Adesso che ho iniziato a parlare intendo finire.

<<Prima di predicare bene per poi razzolare male, comportati da uomo e prenditi le responsabilità dei tuoi gesti>> gli punto un dito contro << e non scappare come un bambino..>>

Non riesco a finire la frase che il mio viso viene incorniciato da due mani forti e sulle mie labbra si posano le sue con una passione che non conosco e tutto ciò che avevo da dire, che pensavo di dire mi muore in gola perché adesso per me non esiste nient'altro che questo bacio.

-Spazio Autrice
Lo so manco da molto e spero che seguiate ancora la loro strana storia perché dal prossimo capitolo ci sarà tanto da scoprire e da affrontare per loro, anche se per il prossimo capitolo prevedo qualcosa di...piccante, per così dire.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima piccole mezze lune🌙

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