16.

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1-0
1-1
3-1
5-2
Andava avanti così da ore ormai! Il nostro collegio stava nettamente vincendo, anche se non eravamo proprio portate per il calcio.
Avevamo fatto persino i rigori. Ora eravamo 8-2. Alla fine della partita la spocchiosetta si avvicinò e mi disse.

X: senti, detto sinceramente, spero di non reincontrarti mai più
G: sai che pensò la stessa identica cosa?
X: bene, meglio così
X2: ehi tu!
X: amore, finalmente! Sai lui è il numero 13, il mio ragazzo
X2: piacere, Davide
G: giada
Gi: piacere Gianni

Gianni si intromise all'improvviso e mi colse alla sprovvista.

E: ehm, piacere. In realtà sono venuto qui per lei, non per te Francesca, anche perché non stiamo insieme

Disse Davide vicino a quella che a quanto pare si chiamava Francesca.

D: senti, sei molto carina, ti andrebbe di sentirci?
Gi: mi spiace, è occupata con moi

Disse subito Gianni.

G: come amici, quale è il problema
D: bene, allora...

Prese una penna e mi scrisse il suo numero sul braccio. Non che mi interessasse davvero, volevo solo vedere la reazione di Gianni hahah.

Gi: ehm, scusa broski, cosa non ti è chiaro della frase "È occupata"?
D: mi è chiaro tutto bello, ma la tua fidanzata non ha detto di no. In più non è detto che quando ci scriveremo starete ancora insieme
Gi: oh fratello, questo non dovevi proprio dirlo

Gianni gli tirò un bel pugno sul naso, beh direi giornata ricca di avvenimenti. Eppure nessuno vide niente, Davide aveva già avuto problemi col preside, quindi non avrebbe detto niente, disse solo che era caduto di faccia a terra.

*sera, in mensa*
P: signori collegiali, dovrò essere sincero, sono rimasto molto deluso da voi, mi aspettavo molto, ma molto di più. Le signorine, al contrario, hanno superato le mie aspettative, quindi....voi ragazze avrete hamburger e patatine, per i ragazzi capitone
Buon appetito.

Inutile dire che quell'hamburger era squisito, però ne diedi un po' anche a Gianni, non sono così infame dai.

Gi: ma se lo mangi lui sto capotone
G: amore, capitone
Gi: eh, quello che è
G: ya, prendi un'altra patatina

Se ne prese una manciata e disse "ti amo, lo sai".

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Verso le 22.30, come stabilito dai ragazzi, io e Roberta ci incamminammo silenziosamente e segretamente(tipo agente 007) in aula magna.

Inutile dire che era tutto buio, oddio, non proprio del tutto. C'era una lunga fila di candele, tipo come quelle dei film romantici e ad un tratto qualcuno iniziò a suonare "i tuoi particolari" di Ultimo. Roberta si diresse subito al pianoforte dal suo ragazzo, mentre io ero ancora alla ricerca del mio. Una mano si poggiò sui miei occhi, è una sui miei fianchi. Ovviamente sobbalzai e mi cagai sotto.
Mi girai e lo vidi, in tutto il suo splendore, perché si, era bellissimo per me.

Gi: allora? Piaciuta la sorpresa?
G: se mi piace? La amo!

Dissi abbracciandolo e poggiando le mie labbra sulle sue.

Gi: in più devo darti una cosa. Essendo qui dentro non sono riuscito a recuperare molto,ma mi sono ricordato che avevo lasciato due miei bracciali in un cassetto in bagno, quindi ora uno è tuo
G: certo, i segreti del gabinetto te li potevi pure tenere per te, però grazie

Dopo un bel quarto d'ora andammo tutti e quattro a dormire e fra ansie e incertezze, ma anche felicità, ci lasciammo cullare dalle braccia di Morfeo....per farla breve andammo a dormire uagliù, volevo sembrare poetica.

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*giorno seguente*
SD: in piedi signorine, il sole è alto e vi sta aspettandoooooooo! Forza! Il gallo ha già cantato!

G: basta, ve prego, è na tortura!

Dissi mettendomi il cuscino in faccia.

SD: forza, forza!
M: ammazzatemi, portatemi al patibolo
SD: non dica certe cose aresta, forza!

Dopo qualche minuto eravamo tutte pronte e dopo la colazione senza Samuele, che era tornato in isolamento la notte precedente, ci dirigemmo in aula per la lezione di arte.

PC(prof carnevale): bene ragazzi, oggi parleremo di street Art. Credo ne abbiate sentito un po' tutti parlare almeno una volta. La street Art si esprime attraverso graffiti, appunto senza schemi precisi, ma con colori accesi e disegni fluidi. Oggi voglio che ragazzi e ragazze facciano due murales. Siete pronti?

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Dopo i magnifici murales qualcosa catturò la nostra attenzione, o meglio, qualcuno.

Gi: raga! Ci sono i genitori di Giada!

Urlò Gianni mentre era affacciato al balcone.

G: come i miei genitori?!

Dissi io correndo. Un brivido mi percosse lungo la schiena. Perché i miei erano qui? Cosa stava per succedere?

Il Collegio 4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora