Disaster Date!

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Una sensazione di calore avvolgeva il mio corpo insieme a quello che sembrava essere un braccio. Dall'orecchio destro percepivo il battito di un cuore, mentre la mia mano stringeva un'altra. Lentamente aprii gli occhi per comprendere di chi fosse quella mano. Realizzai di non trovarmi nel mio letto quando mi resi conto di avere la testa poggiata sul petto di Harry, mentre un suo braccio mi stringeva a se e la sua mano teneva la mia. Stava ancora dormendo, con i ricci sparsi sul cuscino e un'espressione dannatamente dolce sul volto.
Mi ricordai della sera precedente e sorrisi. Mi ero addormentata mentre gli tenevo compagnia. Respinsi quei pensieri fin troppo gentili nei confronti del Nido d'uccelli e, con ancora il suo profumo addosso, cercai di liberarmi dalla sua presa senza svegliarlo. Mi alzai in piedi e portai una mano sulla sua fronte proprio come faceva mia madre quando ero piccola per capire se avessi la febbre. Non era caldo come la sera prima, ma sicuramente aveva ancora qualche linea di febbre. Diedi un rapido sguardo all'orologio e notai che erano ancora le 6.30 del mattino. Andai in bagno per prepararmi con calma: per la prima volta in vita mia non ero in ritardo. Feci una lunga doccia e indossai un jeans e una maglia di lana nera. Infilai velocemente gli stivaletti e, dopo aver preso i libri e la tracolla, scesi di sotto affamata. La sera prima non avevo cenato quindi decisi di riempire una tazza con del latte appena scaldato e afferrare una decina di biscotti con gocce di cioccolato.
-Ti sei svegliata prima?- domandò mia madre con aria assonnata.
Aveva fatto il turno di notte, quindi doveva essere davvero stanca.
-Sono andata a letto presto ieri- risposi immergendo un biscotto nel latte per poi portarlo alla bocca.
-Questa mattina sono tornata intorno alle quattro e sono salita in camera vostra per accertarmi che Harry stesse meglio- parlò per poi bloccarsi nel momento in cui sbarrai gli occhi.
Poi continuò: -Ho visto che tu ed Harry avete dormito abbracciati. C'è qualche cosa che dovrei sapere?-.
Mi strozzai con il biscotto per l'affermazione di mia madre e dovetti bere lunghi sorsi di latte per non morire soffocata.
-Non è successo niente ieri sera. Abbiamo solo guardato un film ed io mi sono addormentata nel suo letto- spiegai alla velocità della luce iniziando a frantumare in mille pezzi un mal capitato biscotto.
-Ti credo, ma non è questo che intendevo. Vi vedo strani, non litigate e passate molto tempo insieme- fece notare lei versandosi del caffè. 
-Certo che passiamo molto tempo insieme: viviamo nella stessa casa!- sbottai infastidita sperando che smettesse quel discorso.
Mi sorrise dolcemente come se avesse capito tutto e ne sapesse una più del diavolo. 
-Volevo solamente farti sapere che, se tu ed Harry vi iniziaste a frequentare o a stare insieme, tuo padre ed io non avremmo nulla in contrario e penso che anche ad Anne e Des farebbe piacere- disse con naturalezza girando il cucchiaino all'interno della tazzina da caffè.
Saltai in piedi come se avessi una molla sotto il sedere e iniziai a sentire caldo.
-Per quale motivo tutti sostenete questa malsana idea? Prima Audrey e Katherine, poi Louis Tomlinson e adesso anche tu? Harry ed io non ci siamo mai piaciuti, non ci piacciamo ora e non piaceremo mai- sbraitai mentre mi dirigevo verso il lavandino per lavare la tazza sporca di latte.
-E per quale motivo poco fa sei arrossita?- insistette lei facendo un sorriso divertito.
Ero davvero diventata rossa? Non me ne ero nemmeno resa conto.
Sbuffai sonoramente e alzai gli occhi al cielo per poi ribattere:- Non sono arrossita e non ho intenzione di continuare questo discorso con te-. 
Le diedi un veloce bacio sulla guancia e risalii in camera per lavarmi i denti. Alla fine scappai letteralmente fuori da casa con il terrore che mia madre continuasse a tormentarmi con quel ridicolo argomento.

***


-Il cameriere sexy ti ha chiesto di uscire?- strillò entusiasta Audrey ripetendo incredula quello che avevo detto qualche istante prima alle mie amiche.
Eravamo appena uscite dall'aula di biologia con lo sguardo della professoressa puntato addosso. Quella donna era veramente inquietante.
-Non urlare- la richiamai ottenendo una sua risata come risposta.
-E quando sarà quest’appuntamento?- domandò curiosa Katherine mentre aveva poggiato un braccio su una mia spalla.
-In realtà dovevamo uscire ieri sera, ma ho rimandato a oggi- spiegai soffermandomi davanti all'armadietto di Katherine.
-E per quale motivo hai dovuto rimandare?- chiese ancora Katherine prendendo i libri dell'ora successiva.
-Styles è a letto con la febbre e i miei genitori ieri sera avevano il turno in ospedale quindi sono rimasta con lui- parlai ricevendo delle occhiatine da parte delle due.
-Quindi hai trascorso tutta la sera ad accudire Harry?- domandò Audrey con un sorriso a trentadue denti.
Perché era così entusiasta?
-Soli soletti?- aggiunse Katherine rimarcando le sue parole.
Alzai gli occhi al cielo. Quelle due si erano accordate con mia madre per tormentarmi?
-L'ho aiutato mentre vomitava e abbiamo visto un film, tutto qui- dissi spazientita e sentendo un leggero calore alle guance.
Mi scostai una ciocca di capelli con fare nervoso e mi aggiustai la tracolla sulla spalla.
-Ci stai nascondendo qualche cosa- affermò Katherine richiudendo l'armadietto.
-Non vi sto nascondendo nulla- sbottai riprendendo a camminare verso l'aula successiva.
-Sappiamo riconoscere quando sei nervosa o imbarazzata quindi sputa il rospo- disse ovvia Audrey guardandomi negli occhi. 
-E dovresti apprezzare il fatto che non ti abbiamo ancora chiesto nulla del tuo bacio con Harry alla festa di sabato- concluse Katherine.
Quelle due erano più abili della macchina della verità. La CIA avrebbe potuto ingaggiarle per un lavoro.
Esitai qualche secondo e, dopo aver sbuffato sonoramente, parlai tutto d'un fiato:- Mentre guardavamo il film, ci siamo addormentati nel suo letto e questa mattina mi sono svegliata abbracciata a lui-.
-Che cosa romantica!- parlò Audrey con aria sognante.
Qualche cosa mi diceva che stava pensando a Niall.
-Vi ho chiesto di smetterla con questa storia di me ed Harry- sbottai decisamente infastidita ed aumentando il passo verso l'aula di letteratura.
Quelle due sapevano come farmi saltare i nervi.
Mi sedetti al mio banco con Katherine accanto, mentre Farwood guardava la classe riempirsi velocemente.
Appena calò il silenzio, il professore cominciò a parlare:-Ho corretto i compiti che avete consegnato sabato e devo dire che mi aspettavo di più. La lettura dell'opera, nella gran parte dei casi, è stata superficiale e penso che molti di voi si siano limitati a guardare il film-.
Incominciò a camminare avanti e indietro, tenendo lo sguardo fisso su di noi e iniziando a distribuire i compiti. Appena si fermò davanti al mio banco, notai un'espressione delusa sul suo volto. Posò i fogli del compito sul banco e si allontanò. Contai fino a dieci prima di avere il coraggio di guardare il voto e strabuzzai gli occhi quando compresi che, Harry ed io, avevamo preso una A. Sorrisi in direzione di Farwood che, sicuramente, si aspettava un nostro fallimento.
La lezione trascorse velocemente tra critiche dell'insegnante e qualche approfondimento sull'opera.
Quando la campanella suonò, cercai di precipitarmi fuori ma fui trattenuta da Farwood.
-Signorina Hastings, volevo complimentarmi con lei e il signor Styles ma a quanto pare dovrò accontentarmi solamente di lei- parlò lui riferendosi all'assenza di Harry.
-Non mi aspettavo un lavoro così ben fatto, anzi avrei scommesso che vi sareste uccisi l'un l'altro- continuò a dire con un sorriso beffardo.
-Non posso darle torto- mi limitai a rispondere vedendo che lui si era alzato dalla cattedra per cancellare la lavagna.
-Devo ammettere che quel voto è stato più che meritato, ma quello che mi ha sorpreso è stata la presenza di un’interpretazione critica nei confronti dell'opera e più in particolare sul tema dell'amore- sostenne senza degnarmi nemmeno di uno sguardo.
-Pensavo che potesse rendere più interessante l'intero compito- constatai non comprendendo dove il professore volesse andare a parare.
-Sicuramente quest'interpretazione ha reso il tutto più interessante ma, se non ho capito male, la posizione sua e del signor Styles nei confronti dell'amore è piuttosto negativa- cercò di rendere il punto della situazione il più chiaro possibile.
Rimasi sorpresa dalle sue parole. Come mai tutto quell'interesse?
-L'amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui si ha bisogno, quello che ci fa star bene, quello che ci fa comodo. Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri- citai quella frase che non mi apparteneva.
-Sono felice che lei abbia citato Charles Bukowski, ma ha quasi diciotto anni e pensarla in questo modo non l'aiuterà nella vita- affermò lui, questa volta guardandomi serio.
Mi limitai ad annuire e, dopo averlo salutato, uscii dall'aula. Quella sua affermazione mi aveva spiazzata. Che cosa intendeva? Evitai di pensarci fin troppo. Avevo diversi problemi di cui preoccuparmi, come dei pettegolezzi che giravano su me e Styles. L'unica cosa positiva era il fatto che Nate, aveva il viso conciato male e che probabilmente non si sarebbe più avvicinato a me.

10 Things I Hate About You [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora