꧁ 𝐃𝐨𝐦𝐮𝐬 ꧂

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Il Ratto delle Sabine

Capitolo III

Domus

15-08-753 a.C.

Il sole di mezzogiorno risplendeva nel cielo limpido. T/n, insieme ai suoi due fidati animali stava facendo una tranquilla passeggiata sulla spiaggia, tutte le cose che le aveva detto il padre e poi il signore al mercato, le avevano creato parecchi dubbi in testa e timori.

Ad un certo punto sentì il suo cane abbaiare parecchie volte ed era rivolto verso il mare. T/n lo guardò incuriosita e gli chiese:

"A cosa stai abbaiando Elisi?" l'animale con la testa indicò nuovamente il mare. Lui inconsciamente sapeva cosa stava per accadere, così guardò il cavallo e dopo cominciò a correre verso l'abitazione della fanciulla. La ragazza chiamò più volte Elisi, ma egli non si fermava, così T/n si abbassò verso le orecchie del cavallo e gli sussurrò:

"Insegui Elisi!" all'ordine l'animale emise un profondo sbuffo per poi alzarsi in pennata e rincorrere l'obiettivo.

I capelli della donna svolazzavano e il vestito si muoveva in sincrono all'aria che lo spostava.

Una volta tornati dalla Domus* della ragazza, T/N potè vedere il cane abbaiare contro il padre che lo guarda preoccupato, però dopo poco l'uomo alzò lo sguardo verso la figlia e urlare verso gli schiavi:

"Preparate i vestiti di t/n e tutti i suoi oggetti personali! SUBITO!!"

La ragazza andò verso il generale e gli chiese:

"Che succede padre? Perché così tanta fretta e perché me ne devo andare?" la preoccupazione che regnava nel volto della giovane si poteva vedere anche a qualche chilometro di distanza.

"Figlia mia a tempo debito capirai tutto, ora l'unica mia preoccupazione è quella di farti arrivare sana e salva all'abitazione che abbiamo poco distante da qua in mezzo al bosco!" nel mentre arrivarono a casa tre centurioni di alto grado che stavano portando il loro rapporto sul lavoro di difesa della città svolto dai militari negli ultimi giorni.

"Caio Antonio! Agrippa! Gallo Massimo!" i tre uomini andarono sull'attenti appena sentirono la voce potente del loro generale chiamarli. Il quarantenne gli si avvicinò e disse:

"Voi tre per una settimana starete con mia figlia nella casa che abbiamo in mezzo al bosco e le farete da guardia del corpo è chiaro?! Di ciò non ne dovrete parlare con nessuno!" i tre senza discutere annuirono e velocemente si recarono nella loro tende e recuperarono tutto il necessario per sopravvivere.

Una volta tornati all'abitazione, trovarono la ragazza svenuta tra le braccia del padre, di conseguenza i tre si guardarono incuriositi e l'uomo disse: "C'è una portantina* che vi sta aspettando, con voi verranno cinque schiavi i quali sono molto amici di mia figlia, di loro non vi dovete preoccupare, in più ci saranno i due animali fidati di t/n. Poi se per caso mia figlia si sveglia durante il viaggio e tenta di scappare per tornare qua legatela alla portantina è chiaro?!" I tre non fiatarono e così l'uomo concluse: "andate ora!"

"Signore se permette...Chi è che vi fa preoccupare così tanto?" domandò Agrippa.

"Jeon Jeongguk!" con quel nome i tre compresero la preoccupazione del generale nei confronti della figlia.

I centurioni sapevano che quel nome portava solo guai e preoccupazione, in più i generali anziani gli avevano sempre raccontato delle conquiste fatte dal ragazzo in questione in Egitto e nel sud della Magna Grecia (Sicilia). In più dicevano che quel ragazzo appena non gli si dava qualcosa che lui bramava uccidesse il povero malcapitato per poi staccargli la testa e farla bruciare davanti a tutti.

𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐒𝐚𝐛𝐢𝐧𝐞 [𝐉.𝐉𝐤𝐱𝐫𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora