𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐒𝐚𝐛𝐢𝐧𝐞 [𝐉.𝐉𝐤𝐱𝐫𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫]

꧁ 𝐏𝐚𝐜𝐞 ꧂

Il Ratto delle Sabine

Capitolo XVI

22-08-753 a.C.

Il mattino dopo i due fecero colazione nella tenda del ragazzo e appena usciti dalla tenda i due videro correre in contro a loro un militare semplice, che si inchinò per poi dire: "Signore vi sono dei servi all'entrata del campo che reclamano la loro padrona!" La ragazza capendo che erano i suoi amici che servivano alla propria domus, corse verso l'entrata e Jungkook da dietro la chiamava dicendole di tornare indietro, ma la donna non lo ascoltò e appena arrivò vide i suoi amici che tenevano in mano dei bastoni in legno, così ella li richiamò e tutti corsero verso T/n ponendole tantissime domande.

La domina gli sorrise e disse: "Tranquilli sto benissimo, mio marito mi tratta benissimo, non vi dovete preoccupare per me" i servi guardandosi negli occhi tra di loro si misero in ginocchio per poi voltare lo sguardo nuovamente verso la ragazza e con le lacrime agli occhi esclamare: "Vi preghiamo domina non ci venda nuovamente al mercato degli schiavi!! Noi vogliamo servirla!"

Jungkook raggiunse la moglie e quando vide la situazione creatasi, egli abbracciò da dietro la domina per poi appoggiare il proprio mento sulla spalla di ella e la baciò il collo per poi domandarle: "Che sta succedendo piccola?"

"Generale" la donna si liberò della presa del ragazzo e guardandolo in faccia gli disse: "Io...non voglio abbandonare i miei amici-..."

"Ma sono schiavi!" esclamò il ragazzo non capendo perché la moglie provasse così tanta compassione per quei sei esseri umani destinati a servire.

Nel volto della donna comprare uno sguardo arrabbiato, oltre che le sue mani assunsero la forma di un pugno e le nocche diventarono bianche. Lei odiava quando qualcuno offendeva i suoi schiavi, anzi i suoi amici. T/n sapeva che i sei non sapevano ne leggere ne scrivere, ma potevano sempre imparare, no?

Non si smette mai di imparare...non è così il detto, giusto?

T/n fissò il marito e rispose a denti stretti: "Loro non sono schiavi, sono miei amici, nessuno li toccherà almeno che non sia io a dirlo e in più generale Jeon, se mi vuoi come sposa gli dovrai accettare e dovrai vivere alla domus con me, se no te ne vai!!" in quel momento ella era molto arrabbiata e quando le si toccano delle persone a lei care, scatta subito non pensando più alle conseguenze.

Jeongguk incrociò le braccia al petto e le chiese: "Io posso anche accettare la tua proposta, ma se rifiutassi chi è che ti aiuterebbe con il bambino che porti in grembo? I tuoi genitori? Ne dubito, siccome sanno che ti sei sposata con il sottoscritto...forse Caio, visto che ti ama ed è una cosa che odio profondamente!"

I servi sentendo quelle parole rimasero stupiti...La loro domina era incinta?

Nel pomeriggio tutto si sistemò e il generale ordinò ai propri uomini di accamparsi nelle case delle loro mogli e cercare di farsi accettare dai parenti di quest'ultime. In caso contrario gli uccidevano.

Caio, Agrippa e Gallo Massimo erano abbastanza scettici sul fatto che la loro domina avesse sposato quell'uomo, ma anche sotto il comando del padre di T/n dovevano cercare di conviverci, siccome durante il pranzo il quarantenne aveva fatto visita alla domus e la figlia gli aveva riferito che a lei andava bene di aver sposato il Terribile generale, in più lo rassicurò dicendogli che aveva anche il suo cane Elisi a proteggerla.

Il padre annuì e comunque disse ai tre centurioni di proteggere sua figlia in qualsiasi situazione ed i ragazzi annuirono senza nessuna esitazione.

Jungkook quella sera banchettò insieme a tutti i componenti della Domus e verso la fine insegnò ai centurioni delle mosse da attuare con le spade per mettere più facilmente il nemico fuori uso.

T/n era felice perché se anche in così poco tempo i due popoli si erano uniti, e anche se qualche volta c'erano dei litigi che però con qualche bottiglia di vino dolce venivano risolti, gli sbottanti vivevano in serenità e quando qualcuno cercava di far del male a qualche altro, i soldati dell'esercito di Jungkook intervenivano immediatamente per evitare che si creasse qualche tipo di caos.