PASSATO 10

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Mi risvegliai debole su uno strato di foglie secche. Ero ancora ferita, dovevo bloccare la fuoriuscita del sangue se non volevo morire. Tentai di muovermi, ero piena di lividi e il braccio era fuori uso. Probabilmente avrei dovuto amputarlo, la ferita si stava infettando velocemente. Riuscii a fasciarla con un lembo della maglia lacera e sporca. Ora avevo bisogno di cibo e acqua. Mi alzai con fatica e iniziai a camminare verso nord. Ad un certo punto sentii un rumore alla mia destra e mi nascosi dietro un albero. Una donna di una trentina di anni stava raccogliendo fiori. Il viso era pacchiarotto ma sembrava benevolo. Per sbaglio feci scricchiolare un rametto ai miei piedi, quella si girò di scatto e mi vide spalancò gli occhi e in quell'attimo temetti mi avesse riconosciuta ma poi mi disse

"oh miei dei. ma sei ferita povera cara! Vieni qui, non mi importa chi sei e da dove vieni ora. Devi essere curata! " Mi avvicinai titubante e lei mi portó in una casetta nel bosco vicino a un villaggio probabilmente. Era piccola, a due piani, tutta di legno" Mi fece entrare e mi fasciò meglio la ferita dopodichè mi fece stendere su un letto improvvisato nel sottoscala. Mi addormentai, ma stranamente non mi sentivo serena.
POV SCRITTORE

La donna si chiamava Lilit ed era una contadina di un paese accanto a quello di Tressa. La notizia della fuga della ragazza non aveva ancora raggiunto la cittadella ma mai dire mai.

In quel momento entró il marito della donna che lavorava come soldato ed era al corrente del mostro fuggito dall'anera. Raccontò quindi tutto alla moglie che, se prima non aveva paure, ora iniziava a sospettare di aver appena curato e ospitato in casa sua una ricercata pericolosa. Sottovoce espresse i suoi timori al marito che si irrigidì all'istante.

"Lilit, corri in paese e chiama le guardie.  ORA!" Lilit rabbrividì e corse fuori senza chiudere nemmeno la porta.
POV TRESSA

Mi svegliai con un brutto presentimento. Con cautela mi misi a sedere sul letto e schiusi leggermente la porta. Vidi un uomo vestito come una guardia allora collegai che lui deve aver avvisato la donna che mi ha curata e se fosse stato cosi.... Ero  nei guai.

Facendo molta attenzione cercai di uscire senza farmi vedere ma proprio in quel momento l'uomo  si voltò e mi vide.

"stà ferma o sei morta" Io non gli diedi retta e lo attaccai. lui Tentó di difendersi ma anche da ferita ero troppo veloce per lui. Lo stordii e in quel momento si aprì la porta mostrando cinque guardie armate fino ai denti e la povera donna che guardava scioccata il marito a terra privo di sensi. Mi attaccarono tutti insieme e purtroppo mentre combattevo mi si riaprí la ferita. Utilizzando un attimo di smarrimento dei soldati uscii dalla porta e iniziai a correre. Sentivo che mi stavano inseguendo ma a un certo punto si bloccarono di colpo, senza un motivo preciso. Io continuai a correre sorregendo il braccio rotto e sanguinante. Quando ad un certo punto qualcosa mi bloccò le gambe facendomi cadere su un fianco

"Chi è la ?"

una voce femminile.

"Chi sei!?" urlai di rimando

"Non ti conviene scherzare con me io ti ho salvata dalle guardie ma questo non significa che tu mi stia simpatica... oh ma tu sei ferita" aggiunse la voce con stupore. "E credo proprio di sapere da dove provieni"

Da uno degli alberi scese una ragazza più o meno della mia etá. Alta con le orecchie a punta. Le labbra sottili e il nasino all'insu coperto di lentiggini. Gli occhi erano verde smeraldo, grandi e acuti e i capelli cortissimi color del miele le ricadevano in parte con ciocche più scure sul volto appuntito. Era vestita con una casacca più grande di lei e dei pantaloni aderenti color degli alberi tenuti su da una cintura a cui era legato un pugnale dalle forme strane e affusolate.

Gli stivaletti le arrivavano alla caviglia e portava dei guanti di pelle a mezzedita. Quando sorrise notai i canini appuntiti più o meno come i miei. Sulle spalle portava una borsa rossastra. Mi si avvicinò e schioccò le dita. In un attimo le mie gambe furono libere.  Spalancai gli occhi per lo stupore. Una maga. Anche loro come me erano frutto di esperimenti ma divennero una vera e propria razza quando iniziarono ad accoppiarsi fra loro.

"Tu sei l'esperimento che è scappato! Come hai fatto? come è successo? Hai... oh scusaaaaa sei ferita! che sciocca che sono vieni qui dobbiamo curarti prima che sia troppo tardi" Parlava velocemente e senza fermarsi lasciandomi leggermente persa. Mi si avvicinò di più dato che non accennavo a muovermi. A quel punto pensai che avrebbe potuto consegnarmi anche lei. Non mi potevo fidare. Lo avevo già sperimentato a mie spese. Ringhiai e lei fece un salto indietro.

"non ti fidi? "

"perchè dovrei? Non ti conosco! chi mi dice che non mi consegnerai alle guardie una volta che mi avrai avvicinato? "

A quel punto scoppiò in una sonora risata.

"che c'è di divertente? " chiesi con una punta di irritazione.

"ma tu sai chi sono io? Ahahah ahahahaha! io sono ricercata in tutti i mondi. come potrei mai consegnarti!? Dyan ti dice nulla?"

Si, Dyan era il ladro/assassino più ricercato di sempre. Veniva raffigurato con un cappuccio e non si sapeva di quale sesso fosse. Ma era noto usasse la magia.

"Mmmmm provamelo..." lei mi elencò tutte le sue vittime spiegando pure come le avesse derubate o uccise"ok ti credo ma sappi che se mi imbrogli ti uccido.

"correrò il rischio" rispose con un sorrisetto ironico.

"Temo che dovró amputarmi il braccio" dissi io.

"ma no! lascia fare a me" Mi posò le mani sul braccio e mormoró qualcosa.

Il braccio iniziò a formicolarmi ma subito sentii un calore diffondersi fino alla spalla. Sussultai di stupore e quando Dyan tolse le mani riuscivo a muovere il braccio intolenzito e non vi erano segni della ferita se non una piccola cicatrice bianca.

"Ora riposati, abbiamo molte cose da dirci... ma non ora"

Salimmo su un albero dai grossi rami e mi addormentai mentre Dyan faceva la guardia. L'ultima cosa che vidi fu lo sguardo serio e concentrato della maga vagare per il bosco frondoso.

 

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