in accademia (2) i gemelli

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Seguii Leo per innumerevoli corridoi e l'unica cosa che vidi fu per parecchi minuti la schiena magra fasciata dalla cotta di cuoio e i capelli neri come la pece che gli ricadevano in una lunga treccia fino a metà schiena e si muovevano seguendo il passo sinuoso e altero di Leo  finchè non ci ritrovammo in un cortile interno gigantesco dove una ragazzina sfracellava con uno spadone a due mani un manichino. Aveva una specie di tunica che si apriva permettendo movimenti lasciando intravedere le magre gambe fasciate da pantaloni in pelle nera. I capelli lunghi e bianchi volteggiavano armoniosamente a ogni movimento della ragazza. Nonostante fosse così minuta riusciva a maneggiare in modo fluido e preciso lo spadone bianco, di una lucentezza trasparente,grande quasi  quanto lei. Quando distrusse completamente il manichino si accorse della nostra presenza e si voltò rivelando un volto sorridente da bambina e un paio di occhi rossi.

"Gail lei è Lea, mia sorella gemella"

Rimasi scioccato.Effettivamente erano uguali. Il viso ugualmente pallido e ovale, la corporatura slanciata e perfetta, ma qualcosa li distingueva... i capelli... di l'uno neri come l'inchiostro e di l'altra candidi come le piume di una colomba.

Gli occhi.... i due fratelli avevano le iridi di un innaturale color rosso sangue. Non riuscii a fissarli per molto.

"io sono Gail, piacere di conoscerti Lea"

"Piacere mio" disse ancora sorridendo e mostrandosi in un piccolo inchino... la sua voce, al contrario di quella del fratello bassa e controllata, era acuta come quella di una bambina e il sorriso... mi infuse più inquietudine che rassicurazione.

"Sei.... stata bravissima... prima"

"oh cosetta da nulla... mi stavo annoiando ad aspettarvi"

"non era un allenamento? "

"certo che no!" scoppiò in una risatina che mi fece sentire estremamente stupido. Leo le lanciò un'occhiata che fece impallidire anche me e la sorella ammutolì di colpo.

"Scusala, a volte ha comportamenti infantili"

feci cenno di non preoccuparsi.

Leo si ricompose e si mise a braccia conserte.

"noi saremo i tuoi compagni di addestramento. Si inizia all'alba con una pausa a mezzogiorno e una prima del tramonto per i pasti e hai un giorno alla settimana libero in cui puoi riposarti. Capito tutto? Questo non è una locanda di lusso quindi non aspettarti pranzi e alloggi chissachè e ora..." assunse una posizione più tesa ed estrasse la sua spada nera come un cielo notturno senza luna ne stelle "devo testare il tuo livello di combattimento.  In guardia!"

estrassi anche io la spada e attaccai senza troppe esitazioni.

Lui si limitava a parare assumendo un atteggiamento che, per quanto cercasse di nasconderlo , era palesemente annoiato e questo mi fece perdere le staffe e i miei attacchi divennero si, più potenti, ma più scoordinati e meno precisi tanto che in un paio di minuti mi disarmò.

Le risatine di Lea interruppero il surreale silenzio che si era creato attorno a noi.

"ihihih e questo dovrebbe essere il nostro compagno?"

Leo non rispose e lanciò un'occhiata alle nostre spalle e solo allora notai altri 5 o 6 ragazzi che sbirciavano dietro una colonna. Questi si dileguarono in meno di un secondo.

PUNTO DI VISTA ESTERNO

Rinli sedeva con espressione seria sulla poltroncina davanti la scrivania altezzosa fissando il Generale.

"Simon... ti sono davvero grato per aver accettato che Gail entrasse in accademia. Il ragazzo è abile tanto quanto  il padre, non ne sarai deluso... te lo assicuro"

"di questo non ne dubito mio vecchio amico... ma il ragazzo ha qualcosa di diverso... " Simon scosse la testa come per scacciare via i pensieri. L'anima di quel ragazzo era particolare.... lo avrebbe tenuto d'occhio.

"puoi andare Rinli.... torna quando vuoi... sei sempre il benvenuto lo sai, se dovessi ripensare alla mia proposta fammelo sapere"

Rinli si alzò e si ritirò dopo un piccolo inchino.

Rifece i corridoi che erano stati parte della sua adolescenza di giovane guerriero che lo avevano portato a diventare quello che era. I ricordi lo tentavano a rivalutare la proposta del Generale Simon.

Si affacciò sul cortile interno e notò Gail passeggiare accompagnato da due gemelli. Uno era Leo e l'altra doveva essere la sorella. Non si sapeva da dove venissero ma erano come delle armi forgiate per la guerra, non li aveva mai visti in azione ma le voci sul loro conto parlavano chiaro: erano i migliori della loro età, bravi quanto un soldato esperto.

Scese gli scalini in marmo bianco e andò a salutare quello che era stato suo allievo e che ora era cresciuto.

Non si dissero nulla,  una stretta di mano, poi Rinli a si voltò per lasciare Gail alla sua nuova vita, si era affezionato a quel ragazzo e ogni passo che faceva verso l'uscita gli pareva fosse fatto nelle sabbie mobili ma uscì e tornò a casa.

Per Gail, Rinli era più di un semplice maestro, era diventato quel qualvuno più simile al padre morto che avesse mai avuto nella sua vita.

Leo si era allontanato"per oggi non ti allenerai, se vuoi fai un giro Lea ti mostrerà la tua stanza"Cosi aveva detto ma la ragazza era scomparsa poco dopo e Gail si era ritrovato a vagare senza meta nella gigantesca Accademia.

Mentre camminava si interruppe ed estrasse la spada e parò un colpo che arrivò dall'alto tanto forte da fargli tremare la spada. Riconobbe i capelli bianchi di Lea.

"Sei pazza!"

"ihihih allora sai parare un colpo.... "

Sì mise lo spadone dietro la schiena e lo guardò con aria di superiorità

"Se non fosse per mio fratello e per gli ordini del Generale ti avrei fatto a pezzetti in un attimo. Mi chiedo come una nullità come te sia finita qui"

Gail rimise la spada nel fodero e non rispose. Le parole taglienti della ragazza cercavano di affondare in lui mettendogli dubbi.

"ihihihih non sai nemmeno cosa dire... povero moccioso mi fai pena" Sì avviò verso un labirinto di corridoi seguita dal ragazzo e si fermò davanti una porta di legno di quercia. La aprì e mostrò la stanzetta a Gail.

"Questa è la tua stanza , qui accanto c'è la nostra. Spero per te che ti ricordi la strada che abbiamo fatto perché io non te la farò rivedere"

Detto questo si allontanò a passo leggero.

L'arredamento della piccola stanza consisteva in un lettino in un angolo, una cassa per i vestiti e una scrivania con fogli e inchiostro. Il ragazzo si stese e solo allora si accorse della stanchezza che lo attanagliava dalla mattina e cadde in un sonno profondo e buio.
Spazio autrice
Scusate tantissimissimo per il ritardo ora che è finita la scuola aggiornerò più spesso :) la storia vi piace?
il prossimo capitolo lo volete su Gail o Tressa? fatemelo sapere nei commenti

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 18, 2015 ⏰

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