PASSATO 9 L'Anera(parte 1)

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Non dormii molto. Il sonno era pieno di incubi, per nulla tranquillo.

Stetti a guardare il soffitto per quasi tutta la notte immaginando cosa sarebbe successo l'indomani. Ormai mi ero abituata all'idea di morire, così tanto che non me ne preoccupavo più. Avevo finito di piangere e preoccuparmi da un pò. Tanto non avrei risolto nulla frignando come una bambina. Cercai di ideare un piano per sopravvivere sfruttando le mie nuove abilità. Solo questo mi diede un pò di speranza.

La mattina dopo entrò una guardia che mi prese per il braccio e mi trascinò fuori da quella pseudocella. Mi tolse la corda che mi legava le gambe mentre tenne legata quella dei polsi. Probabilmente per paura che potessi fuggire. Ma fuggire mi era comunque impossibile. Pensai con un mezzo sorriso che mi fece spaccare le labbra secche. Passammo per svariati corridoi bui e stretti per poi arrivare davanti a una porta blindata. Al di la di quella si sentivano grida e strepitii. Ero arrivata alla mia fine.

Ad un certo punto la porta si aprì con estrema lentezza e la troppa luce mi fece chiudere gli occhi. Quando li riaprii  Sentii le gambe cedere. L'unica cosa che mi impedì di cadere fu la guardia che mi rimise in piedi con uno strattone.

Era tutto come nel sogno. Cercai nel pubblico i miei genitori e Alem.

Dopo poco li trovai...

Mamma mi guardava con gli occhi arrossati e spalancati. Aveva sotto di essi delle profonde occhiaie e sembrava invecchiata di 10 anni.

Mio padre era accanto a lei con un'espressione folle sul volto che mi fece rabbrividire.

Erano sulla terza scalinata dall'alto a destra.

Alem invece mi guardava incredula, anche lei sembrava non aver dormito ne mangiato da molto tempo. Luin, suo padre, mi osservava preoccupato e scioccato mentre teneva stretta la figlia che, appena si era ripresa aveva iniziato a scalciare e urlare qualcosa, probabilmente il mio nome.

La guardia dietro di me mi tagliò le corde ai polsi.

Iniziai a camminare verso il centro dell'Anera mentre mi guardavo intorno massaggiandomi i polsi intorpiditi.

Vidi alla seconda scalinata dal basso il "trono" del governatore e alla sua destra... Malachia! Quel bastardo stava con lui! Era la sua guardia del corpo probabilmente.

Spalancai leggermente gli occhi mentre lui si girò a guardarmi con un sorriso tutto meno che rassicurante.

Prese dal fodero Shir e lo lanciò. Inizialmente pensai volesse uccidermi, ma, quando si conficcò ai miei piedi, capii che me lo aveva solo passato. Con un ghigno divertito si voltò a dire qualcosa al governatore dopodichè, con lentezza altrettanto straziante anche l'altra porta si aprì rivelando il mio avversario.

Constatai che la fortuna non era dalla mia parte. (non che prima lo fosse). Il mio avversario era...

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