Sento il telefono squillare, lo prendo e sorrido: è Cara. Già, lo faccio sempre quando è lei a chiamare perché ho salvato una sua foto con una faccia buffissima e compare sempre sullo schermo in chiamata.
Rispondo: "ehi Cara"
"Ehi Matti, come va? Ho appena finito di studiare algebra per dopodomani, ti va di passare da me per cena?".
Per istinto guardo l'orologio: "ma Cara sono le undici passate, è un po' tardi per cenare. Ho già cenato con Andrea, siamo qui al centro commerciale"
"Ah sono già le undici, non me ne ero resa conto, saluta Andy! Comunque mangio qualcosa di veloce perché ho lo stomaco che chiede pietà, se vi va passate da me, mi do una sistemata e andiamo da qualche parte. Dato l'orario non potrò far troppo tardi".
Guardo Andrea che sente la chiamata anche se non è in vivavoce. Mi fa cenno di sì con la testa.
"Ok Cara, fa veloce che tra qualche minuto siamo lì" dico.
"Perfetto, vi aspetto allora, a più tardi".
Ci alziamo per andare a pagare. Mentre siamo in fila alla cassa, Andrea si ferma a parlare con una ragazza che conosceva già. Mi sembra che si chiami Teresa. Flirta sfacciatamente con Andrea. Io sbuffo e alzo gli occhi ma Andrea non sembra notarlo. Si vede palesemente che sta continuando il discorso solo per farla contenta ma che in realtà non gli importa affatto delle sue avances. È il nostro turno, Andrea è ancora nel bel mezzo della discussione e sembra che andrà per le lunghe, così pago io e decido di aspettarlo fuori. Mi accendo una sigaretta e aspetto. Vedo dalla vetrina le sue finte risate e le ciglia di Teresa che sbattono continuamente. La trovo ridicola. Trovo ridicole tutte le ragazze quando flirtano. Si danno delle arie come fossero preziose ma in realtà non vedono l'ora che sia tu a far la prima mossa. Non sono tutte così è chiaro. C'è qualcosa di Andrea però che attira quel tipo di ragazza-civetta. La sigaretta è già finita. La butto sulla strada e guardo di nuovo Andrea. Ora Teresa è praticamente attaccata a lui come una cozza. Lui con la testa poggiata sulla sua gli batte la mano sulla schiena e strofina un po'. Vede che li sto guardando e fa una smorfia come a dire: "ma la stai guardando?".
Viene verso la porta con Teresa sotto braccio. Quando escono Andrea allontana per un attimo Teresa. Si avvicina al mio orecchio e dice:
"va da Cara, vi raggiungo più tardi. Gli do solo un contentino".
Mi porge le chiavi della macchina e mi dà un bacio in guancia.
"Scherzi? Non posso guidare. Vado a piedi. Ci vediamo dopo e... fa presto" gli schiaccio l'occhio.
In realtà odio che Andrea faccia così e lui ne è consapevole, credo. Non so dire se è così ma sento anche un po' di gelosia. Per questo mi ha dato le chiavi dell'auto, è un suo modo per farsi perdonare. Quando sa di esser in torto o fa qualcosa per cui non mi trovo d'accordo sfoggia la sua buona paghetta mensile gentilmente data con menefreghismo dai genitori. A dirla breve vuole corrompere la mia approvazione. Ma oltre al fatto che non ho la patente non voglio dargli la soddisfazione di "accontentarmi". Non sono di certo Teresa De Angelis che ha bisogno del contentino. Mi accendo una sigaretta e comincio a camminare. Non abito in una grande città quindi sarò abbastanza presto da Cara. Cammino infastidito passando un lampione dopo l'altro.
Quando Andrea fa così si rende detestabile. Si vede proprio che non gli interessa di Teresa, così come di nessun'altra, però continua a farlo e il motivo è chiaro. La trovo una cosa abbastanza stupida ma forse solo perché non ho mai provato e non ho idea di cosa voglia dire. Vorrei non capitasse così spesso un'occasione del genere ma nonostante questo non lo biasimo e lo lascio fare. Devo dire che Teresa non è neanche niente male. Stupidità a parte è chiaro. Ma tanto da domani entrambi faranno finta di nulla.
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Quella nostra scomoda panchina
ChickLit||INCOMPLETA - Una parte ogni sabato mattina|| A chi non è capitato di avere una cotta per il proprio migliore amico? Probabilmente non a molti e anche Matteo, un ragazzo del quarto anno di liceo, non sapeva di averla. È stata quella sera che, la se...