4. Bye.

401 23 1
                                    

Era l'ultimo giorno che mia mamma sarebbe rimasta qua, chissà per quanto tempo. L'unica cosa positiva sarebbe stata che almeno anche Paul sarebbe sparito per un po' e anche che mentre mi sarei trasferita avrei risparmiato le lacrime di mia mamma.

Fu di nuovo Raoul a svegliarmi.

"Penso che dovresti smetterla di entrare in camera mia senza permesso, soprattutto per svegliarmi." Sorrisi mentre scendevamo le scale.

"È forse un reato voler fare colazione con mia sorella? Soprattutto oggi che è l'ultimo giorno che passiamo in casa insieme." Incrociò le braccia.

Ci sedemmo sul bancone in cucina, ammirando la colazione che aveva preparato mia madre, prima di uscire, probabilmente per andare al mercato.

Presi un boccone del waffle che si trovava nel mio piatto. "Mh... Raoul, pensavo... Quella casa è davvero troppo grande per me." Masticai. "Potresti venire lì con me."

"Oh, dici davvero?!" scattò in piedi. "Emh... Sì?"

"Sarebbe meglio per entrambi, intendo per non sentirci soli, dato che adesso Paul e mia mamma vanno in Italia per non so quanto tempo."

"Penso sia perfetto!" mi abbracciò, facendomi cadere il resto del waffle sul pavimento.

"Raoul! Guarda cos'hai fatto!"

Pulii per terra e successivamente notai un foglio di carta dall'altra parte del bancone.

C'era un busta e sopra un biglietto, che diceva: - Sarah, ti ho lasciato qualche soldo che Paul si è offerto di darti. Tieni il resto e comprati qualche bel mobile, te lo meriti. Ci vediamo stasera. Un bacio. -

Aprii la busta dove si trovavano dei soldi. Mi correggo, MOLTI soldi. Girai lo sguardo verso Raoul, che mi guardava con faccia stupita.

"Ci devono essere più di 5000 dollari." Mi ritrovai il ragazzo dagli occhi marroni al mio fianco, intento ad ammirare quelle banconote.

"Oh mio dio. Andiamo. Subito." Corsi a prepararmi.

**

Mi trovavo in macchina di Raoul, accompagnata da Ariana e Leo. Mi dissero che James era tornato in Colombia, il suo paese natale, già da qualche mese. Non ne sapevo niente, è questo mi scioccò.

"Che palle Raoul, non potremmo andare un po' più velocemente? Sono anni che siamo in macchina." Si lamentò Leo.

"Oh, bimbo, datti una calmata, siamo arrivati." Disse Raoul, scherzando, mentre indicava l'enorme centro commerciale davanti a noi.

Scendemmo dalla macchina, ero così eccitata.

Girammo per un po', trovando successivamente un grandissimo negozio di mobili e arredamenti.

"Proviamo questo?" sorrisi, saltellando come una bambina?

Annuirono e entrammo, quando un gentilissimo commesso ci accolse.

"Ciao ragazzi, io sono Ivan. Per qualunque cosa di cui abbiate bisogno, chiamate il mio nome e io arrivo." Rise, tendendomi la mano.

"Ciao Ivan, io sono Sarah" ricambiai il saluto. "Grazie, lo faremo."

Il negozio era diviso in settori come: "camera da letto" - "cucina" ecc...

Passammo per il soggiorno, ricordai però che era già stato arredato, e amavo come lo avevano arredato, quindi non avrei voluto modificare niente.

Passammo direttamente alle camere da letto, ancora vuote.

"Tu scegli la tua, Raoul, ma mi raccomando, qualcosa che stia sotto i cinquemila dollari." Dissi sarcasticamente.

Again. // Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora