Capitolo 30

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Rimango per altri cinque minuti a riflettere. Non dovrei neanche essere qui a farmi tanti problemi e invece mi sembra una decisione enorme. Ma che mi prende.
In entrambi i casi qualcosa andrebbe male. Se tornassi da Nash non saprei neanche se ci starebbe ancora, è fin troppo infastidito, però una possibilità c'è sempre. Mentre se non faccio nulla magari ci rimarrebbe ancora peggio.
In tutto questo ragionamento non mi sto chiedendo minimamente cosa penserebbe Martin. Perché.
Se mi sono bloccata ci deve essere un motivo, ma allo stesso tempo magari mi dispiace di più far rimanere male Nash. Che cazzo.

Sento la porta aprirsi e capisco che dev'essere arrivato. Vedo Nash seduto sul divano mentre gli altri salutano Martin. 
<Hey come stai? > una voce mi blocca dall'andare a sedermi vicino a lui.
Saluto Martin cercando di sembrare normale, spero di essere credibile.
<Non ci vediamo da un po'. > mi sorride.
Faccio un cenno con la testa. Non so cosa dirgli.
<Ti va un po' di pizza? > cambio argomento.
<Volentieri, grazie. > continua a sorridermi mentre ci spostiamo in cucina. Lancio un'occhiata a Nash e noto che ci sta guardando. Appena si accorge di essere stato visto si alza ed esce dal salone.
Ok ho bisogno di parlargli.
<Sei sicura di stare bene? Sei silenziosa.> mi osserva perplesso prendendo un pezzo di pizza.
<Si scusami, li stavo tenendo d'occhio. Mi sfasceranno la casa. > mento e lo vedo rilassarsi.
Non posso fare a meno di osservarlo.
Sarà la situazione e il fatto che sono concentrata su altro ma non mi fa nessun effetto. Non come all'inizio almeno. Certo lo vedo ancora con i prosciutti sugli occhi ma solo per l'aspetto fisico. Io e Martin non abbiamo legato come pensavo, magari passando più tempo insieme sarebbe andata diversamente.
In realtà so che non è così. Certo, poteva essere diverso perché iniziava ad interessarmi ma non è il tipo di persona con cui trascorrerei le ore a parlare e scherzare, lo so.

La sua risata mi distoglie dai miei pensieri.
<Che c'è? > chiede sorridendomi ancora.
<Niente> accenno anch'io un sorriso e lui si avvicina con la sedia.
<Volevo chiederti una cosa. Non abbiamo più avuto occasione di parlarne. > ecco lo sapevo.
<Hai da fare domani sera? > torna a guardarmi.
Che presa per il culo la vita. Ora se gli dico di no e vado da Nash penserà che è perché sono interessata a lui, mentre se dico si e poi vado anche da Nash si farebbe un'idea sbagliata di me. Che diamine.
Per grazia divina arrivano Jay e Cameron ad interromperci. Vedo Martin allontanarsi leggermente.
<Oh scusate l'intrusione. Possiamo rubartela un secondo? > sorride Cameron e mi afferra per un braccio.
Faccio un cenno di scuse a Martin ma lui mi fa capire che non c'è problema.
<Per una volta sono contenta di vedervi.>
<Allora, qui c'è una vacanza in gioco. Hai sbagliato persona con cui fare l'innamorata. >
<Ragazzi ma perché non vi arrendete? >
<Smettila di lagnarti. Nash mi aveva già detto tutto. Che diamine hai combinato? > mi guarda storto Jay.
Quel ragazzo non sa stare zitto un secondo.
<A Martin ci pensa Cameron. Muoviti e fai ciò che devi fare. > mi spingono verso le scale, deduco che Nash sia di sopra. Cerco di impormi ma non mi lasciano tornare indietro.
Imploro Jay con lo sguardo ma non mi dà retta. Ma da quando è così cocciuto.
<Ma si può sapere che ti prende? > lo guardo dubbiosa.
Mi afferra per il braccio e mi trascina su per le scale. Apre la porta di camera mia e mi spinge chiudendola dall'esterno.
<Cosa cazzo stai facendo? > strillo da dietro la porta. Appena mi giro quasi vado a sbattere contro la scrivania. Nash è sdraiato sul mio letto e guarda il soffitto.
<Tutto bene? > parla senza voltarsi.
<Perché non mi hai detto di aver avvertito Jay e Cam dall'inizio? > chiedo senza avvicinarmi.
<Mi stavano tartassando, quindi appena ti ho convinto gli ho detto che si poteva fare. >
<Ora stanno tartassando anche te immagino. > continua impassibile.
<Già. > rispondo a bassa voce.
<Guarda che non mordo. E poi il letto è tuo. > si sposta leggermente lanciandomi una breve occhiata.
<Non voglio peggiorare le cose. >
<È tutto ok. Non è successo niente. > ha ancora un tono di voce indifferente.
<Puoi anche smetterla. So benissimo che non è così. > mi avvicino lentamente.
Si gira verso di me e mi blocco. Ride e torna a guardare il soffitto.
<Che c'è? >
<Dicevi di essere preoccupata per il pensiero di Martin ma ora sei venuta da me. > un sorriso compare sul suo volto.
<Non ti capisco. > continua scuotendo la testa.
<Beh in realtà mi hanno letteralmente rinchiusa qui con te. > torno ad avvicinarmi.
<Scommetto che se provassi ad aprire la porta ora non ci sarebbe nessuno a bloccarla. Quindi resti qui di tua volontà. > si alza a sedere e si poggia alla testiera del letto.
Ammetto che ha ragione, ma che posso farci.
<Volevi dirmi qualcosa? > chiede interrompendo il mio silenzio.
<Ti sei risposto praticamente da solo.> mi siedo sul lato opposto del letto mettendomi difronte a lui.
<E quindi? > cerca di nascondere la contentezza.
Sa di avere ragione e il fatto che io sia qui fa crescere il suo ego.
<Martin mi ha chiesto di uscire, di nuovo. > la butto in mezzo.
Cambia espressione e la sua mascella si irrigidisce ancora.
<Ah bene. Quindi sei qui perché ti dispiace per me ma sei solo venuta a dirmi che uscirai con lui. Beh grazie di avermi informato. Non devi certo dispiacerti per me. Sto più che bene.> sia alza avviandosi verso la porta. Gli afferro il polso e lo costringo a girarsi verso di me.
<Puoi farmi parlare per una volta? Siediti e stai zitto. > cerco di tirarlo verso il letto ma oppone resistenza.
<Ti ascolto.> rimane in piedi.
<Non gli ho detto nulla. Se voglio o meno uscire con lui non ti riguarda, ma per questa sera non mi interessa minimamente. Avevo detto di fare lo scherzo a Jack e lo faremo. Mi prenderò le conseguenze, se mi importerà. Ora devi solo darmi una risposta. > torno a guardarlo e aspetto che interrompa questo silenzio.
<Perché sei venuta qui? Puoi per favore ammetterlo una buona vota?> si avvicina.
<Perché non riuscivo a parlare con lui sapendo che tu eri arrabbiato con me.> incrocio il suo sguardo.
<È questo che vuoi sentire? Che mi importava più di te? Ok si, è vero. Però per una volta potresti anche tu ammettere di essertela presa. Non fare sempre quello a cui va tutto bene e non interessa. >
<Quella sei tu. > mi interrompe.
<Siamo entrambi. Ora io ho avuto il coraggio di ammetterlo. Potresti farlo anche tu. Magari mi spieghi anche il perché. > mi sono alzata e continuo a fissarlo.
Abbassa la testa e lo vedo sorridere.
<Seriamente dopo tutta questa cosa ti metti a ridere?> cerco di scansarlo per uscire ma mi blocca.
<Mi sono arrabbiato perché ero geloso, lo ammetto. Mi sembra sempre di essere messo in secondo piano da te. Arriva sempre qualcuno a rubarmi il posto. Sembra sempre che non mi consideri al 100%> mi mantiene ancora il braccio ma mi dà le spalle.
<Cosa? > mi ha colto di sorpresa.
<Pensaci. Ogni volta che facciamo qualcosa arriva sempre quel qualcuno che la farebbe meglio di me o per cui non ne vale più la pena farla. Non volevo prendermela con te, però magari cerca di pensare anche a come possa rimanerci io. Ok, era una cosa stupida oggi però sai tante piccole cose si accumulano. > quando finisce di parlare si gira per guardarmi.
Cosa dovrei fare ora. Sono pietrificata.
<Dovresti vedere la tua faccia.> ride alleggerendo la situazione. Lo ringrazio mentalmente.
<Perché non me l'hai mai detto? > chiedo avvicinandomi.
<E perché neanche tu l'hai fatto? > touche.
Sorrido e lo abbraccio cogliendolo di sorpresa.
<In realtà sotto sotto potrei volerti bene sai? Però se lo dici a qualcuno sei morto. > sorrido contro il suo petto cercando di parlare a voce bassa.
Pensavo mi avrebbe preso in giro invece ricambia l'abbraccio.
<Lo so. Anch'io.> 
Restiamo così finché qualcuno non apre la porta.
<Te l'avevo detto. > ride Cameron dando una spallata a Jay.
<Potevate aspettare altri 5 minuti, magari rimediavo anche un bacio. > scherza Nash e gli tiro una gomitata.
<Forza sbrigatevi. Ci aspetta una bella vacanza. > scendiamo ridendo.

Mi lancio sul divano seguita da Nash. Sono molto più serena, mi sono tolta un peso.
Vedo Martin osservarci. So che non è giusto, devo almeno dargli una risposta.
<Dove vai? > chiede Nash quando mi alzo.
<Tranquillo non morirai senza di me 5 minuti. > gli scombino i capelli.
Mentre mi avvicino mi sorride titubante.
<Scusa per prima. Voglio essere sincera. Uscirò volentieri con te, da amici però. Non è il momento adatto per me, non me la sento di uscire con qualcuno in quel senso.> dico tutto d'un fiato sperando non mi uccida.
<Tranquilla. Non c'è problema, non voglio di certo costringerti. Mi farebbe comunque piacere uscire con te qualche volta, da amici.> continua a sorridermi. Come riesce ad essere sempre così.
<Ti ringrazio. Ne sarei felice anch'io. > ricambio il sorriso.
<Chissà, magari cambierai idea.> ride.
<Può essere. >
Restiamo qualche istante a guardarci in silenzio. So che non è contento come dà a vedere ma so anche che è sincero.
<Se non sono indiscreto posso farti una domanda? > si passa una mano tra i capelli.
<Mi hai detto di no per te stessa o c'è qualcun altro? >
<No assolutamente. È come ti ho spiegato. > rispondo velocemente. Non voglio si faccia strane idee. So che non è il momento più adatto per dirlo visto che starò attaccata a Nash, però sono sincera.
<Va bene. Ti credo, grazie per avermelo detto. > mi sorride e ci spostiamo sul divano.

<Cos'è successo? > chiede Nash quando mi risiedo accanto a lui.
<Abbiamo chiarito una questione. Sei un impiccione. >
<Scusami ma devo pur sapere se la mia ragazza mi tradisce. > sorride mettendomi un braccio intono alle spalle.
<Per ora no. > ricambio lo sguardo divertita.
Mi strizza una guancia e cerco di mettermi comoda.
<Riesci a stare un attimo ferma? > lo sento ridere sotto i baffi.
<È colpa del tuo braccio. Non posso stare comoda in questa posizione. >
Mi prende di peso e mi fa sedere sulle sue gambe.
<Sei impazzito. > sussurro. Fortunatamente c'è solo la luce della televisione altrimenti vedrebbero subito che sono un peperone.
<Lasciami fare. Taci. >
Mi circonda la vita con un braccio e mi fa poggiare la testa sul suo petto.
Ok si tutto molto comodo ma non posso restare così.
<Nash, che diamine. > gli tiro un pizzicotto.
<Puoi smettere di fare quella di pietra per una volta? Io sto benissimo. > mi sorride.
<Sei uno stronzo. > cerco di nascondere un sorriso coprendomi con il cuscino.
<Ringraziami. > mi indica la sua guancia.
<Non lo avrai mai. Mi dispiace. > rido.
<Entro fine serata mi salterai addosso e io non potrò far altro che subire in silenzio. >
<Potrei benissimo cambiare posto quindi attento a ciò che fai. So che ci rimarresti male.> gli passo una mano nei capelli per spostarglieli.
<Sai che ci stanno guardando tutti? > sussurra.
<Vado a preparare gli sci.> cerco di sembrare indifferente ma in realtà sapere che tutti hanno gli occhi puntati su di noi in attesa di qualcosa mi fa morire d'ansia.
<Che vi va di fare? > sento Cameron alle mie spalle.
Vedo che hanno già provveduto a portare bibite e patatine.
Jack è difronte a noi e continua ad osservarci.
Alla fine hanno messo un film, non resisterei in questa situazione senza il buio.
A Nash arriva un messaggio e lo sento ridacchiare.
<Che c'è? > sussurro.
<Ora sei tu che hai paura di essere tradita? > mi stringe di più con il braccio.
<Mi hai interrotto. > non ammetterò mai di essere realmente curiosa di sapere chi fosse.
<Si certo.> mi sorride e posa il telefono.
Inizia a passarmi una mano tra i capelli e giuro che tra due minuti mi addormento.
<A saperlo ti avrei assunto per farmi addormentare la sera. >
<Finiresti per chiedermi altro.> gli tiro un ceffone.
Si ferma e gliene tiro un altro.
<Continua e nessuno si farà male. > torno a chiudere gli occhi.
Non mi interessa se ride, mi sto rilassando.




Lost In Your Eyes ||Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora