<Amico entri o no?>ride Nash. Sono passati alcuni minuti da quando Nash è andato ad aprire la porta e Jack se ne resta lì impalato a guardarlo in una maniera che non so definire al 100%. Si starà pentendo mentalmente.
Nash si allontana dalla porta sorridendo soddisfatto e vado io a parlare con Jack.
<Che ti prende? > siamo veramente meschini ad organizzare una roba del genere.
<Non dirmi che ha dormito qui.> inizia gesticolare.
<Jack perché sei qui a quest'ora? >
<Dobbiamo parlare. E non mi hai risposto. >
<Magari perché è più che ovvio.> cerco di non ridere.
Mi perdonerà quando andremo a sciare e lo lascerò vincere.
Entra senza dire una parola e si avvia verso l'uscita sul retro.
Nash mi lancia un'occhiata divertito e lo seguiamo.
<Posso capire cosa succede? > chiede Nash beffardo.
<Devo parlare con lei se non ti dispiace. Dopo una nottata intera penso tu possa cedermela qualche minuto. > continua ad enfatizzare gesticolando. Dev'essere parecchio scocciato.
<Certo che sei parecchio strano ultimamente. > ride Nash.
<Cosa dovrei dire di te invece. Dopo le cose che mi hai raccontato ultimamente dovrei pensare che mi stai mentendo da chissà quando.>
Ora mi sento spaesata. Non so a cosa si riferisca.
<E magari l'ho fatto perché volevamo tenere la cosa per noi. Non ci pensi? >ribatte Nash.
Lo vedo meno sicuro di prima. Non si aspettava questa risposta, a qualsiasi cosa sia riferita. Dev'esserci qualcosa che mi sono persa.
Continuano ad osservarsi come se si stessero sfidando. Non la vedo più divertente come immaginavo.
Prendo Nash per un braccio e lo trascino dentro.
<Mi spieghi a cosa si riferiva? >
<Questo non ti riguarda. È una questione tra me e lui.>
<Per averti turbato tanto deduco sia una cosa seria. > incrocio le braccia al petto. Come fa a non capire che se collabora risolviamo tutto prima e meglio.
<Non sono affatto turbato. Vai e vedi di non rovinare tutto. > senza neanche guardarmi sale le scale e sparisce dalla mia vista. Perché il suo nervosismo deve gettarlo su di me.
Torno in giardino e mi siedo accanto a Jack.
<Posso sapere di cosa parlavate prima?> chiedo.
<Sono venuto per dirti che so benissimo che mi state facendo uno scherzo, fingerò anche di stare al gioco se vuoi. Non chiedermi nulla di quest'altro argomento però. Ammetto di aver esagerato, non avrei dovuto farlo innervosire.> guarda dritto davanti a sé.
Non riesco a capire cosa ci debba essere di tanto serio.
<Non farti paranoie. Non è una cosa brutta, anzi tutt'altro. Quel coglione non se ne rende conto. > lo vedo accennare un sorriso.
<Jack non capisco proprio di che stai parlando. >
Si volta verso di me e mi osserva sorridendo.
<In realtà penso tu lo sappia benissimo ma non hai il coraggio di fartene una ragione. Ma va bene. Hai i tuoi tempi, e prima o poi capirai a cosa mi riferisco. >
<Jack.. > mi interrompe.
<Fra tu ora stai facendo tutto per gioco e magari per te questo non è niente, ma cerca di aprire gli occhi e renderti realmente conto della situazione che hai intorno.> sorride.
Non so che dire. Non sto capendo assolutamente a cosa vuole andare a parare.
<Detto questo, potete benissimo smettere. Ho fatto la mia parte e credo anche molto bene a giudicare dalle vostre facce. Puoi dire ai ragazzi che siete tutti invitati a casa mia per le vacanze. Ti conosco come le mie tasche e ho imparato a conoscere Nash. Non potevate assolutamente farmela.> si alza e mi scombina i capelli.
Resto a bocca aperta. Ci ha fatto credere dall'inizio di essere stato fregato.
<E se ti sbagliassi? > cerco di continuare ma si vede da un chilometro che sa già le possibili mosse.
<Credi veramente che non sappia che Cameron mi ha fatto venire apposta a quest'ora? Non so se ricordi quante volte abbiamo usato questa tecnica.> mi lascio contagiare dalla sua risata.
<E poi te lo ripeto. Ora magari non lo capisci ma so che se fosse stato tutto vero le cose sarebbero state diverse, e non parlo di te. Tu sei sempre distaccata.> continua dopo un minuto di silenzio.
<Stai cercando in ogni modo di mettermi qualcosa in testa? > ora devo capire cos'è successo tra lui e Nash.
<Ci vediamo dopo. > mi abbraccia e va via sorridendomi.
