Capitolo 40

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-Ci pensate che domani è l'ultimo dell'anno? - esclama Cameron mentre ci sediamo intorno al fuoco.
-Non l'avrei mai immaginato così, quante cose sono cambiate.- Matt si perde nei ricordi.
-Jack ci prenotiamo anche per l'anno prossimo.- gli sorride Jay alzando una birra.
-Vediamo prima di sopravvivere a questo.-
-Sei troppo drammatico.- gli do una spintarella.
Si è fatto buio da qualche ora. Abbiamo sistemato tutto il necessario e preparato una cena al volo, siamo tutti un po' stanchi.
Mi appoggio a Nash cercando di tenere gli occhi aperti.
-Dormigliona non sono di certo un materasso.- mi accarezza la testa.
-Se vuoi chiedo a qualcun altro.- accenno un sorriso. Sono veramente stanca. L'avevo detto che dovevo dormire in macchina.
-È colpa tua se ho sonno.- continuo.
-E perché mai?-
-Per avermi tenuta sveglia stamattina. Prenditi le tue responsabilità.- mi accocolo ancora di più mentre lo sento ridere.
-Passa in camera mia più tardi se riesci a rimanere sveglia.- mi sorride Jack, che sto usando come poggiapiedi.
-Visto che tu non ti lamenti lo farò volentieri.-
-Che facciamo domani? - chiede Matt dopo un po'.
-Beh di sciare non se ne parla, però potremmo andare a fare un giro al lago.- propone Jack.
-C'è un lago?- vedo Cameron già tra le nuvole.
-Beh non è vicinissimo. Dipende se vi va di camminare.-
-Non si può andare in auto?-
-Vieni in montagna e vuoi spostarti in macchina? Che ti ho invitato a fare. Dov'è il tuo spirito d'avventura.- Jack gli lancia un cuscino in testa.
-Ti sembro un ragazzo di montagna?-
Mi viene da ridere al solo pensiero. Non riesco ad immaginarlo al di fuori di una palestra o al massimo della sua camera.
-Potresti rovinarti i capelli, hai ragione.- mi metto a ridere.
-Fossi in te non farei tanto la simpaticona. Non ti ho mai visto camminare per più di dieci metri.- mi fulmina con lo sguardo.
-Hai ragione ma io ho affittato Nash per portarmi in braccio. Tu chi hai?-
-Non vorrai spezzarmi la schiena.- si mettono a ridere tutti e 5.
-Questa è un'altra frase di cui ti pentirai.-

-Ragazzi sta nevicando! - esclama Ale entrando in salotto seguita dagli altri.
-Se solo avessi la forza di alzarmi.- sussurro ancora rannicchiata addosso a Nash che continua a ridere ogni volta che chiudo gli occhi più del dovuto.
-Allora direi che domani ci conviene restare qui.- conclude Jack.
-Perché? Che stavate organizzando.- chiede Sara andando a sedersi vicino a Matt.
-Volevamo andare a fare un giro al lago. Ma se continua direi che è meglio non allontanarci troppo.- le spiega il ragazzo al suo fianco.
-È un peccato. Non ci sono posti dove affittare delle motoslitte?- sento la voce di Martin alle mie spalle e quasi sussulto. Non ci siamo neanche rivolti lanparola.
-Se continua a nevicare sarà già tardi per poterci arrivare, e poi qualcuno di voi saprebbe guidarle?-
-Sei tu l'uomo di montagna.- gli fa il verso Cam facendoci ridere.

-Ragazzi scusatemi ma ho veramente troppo sonno. Ci vediamo domani mattina per fare i pupazzi di neve.- sbadiglio alzandomi.
-Ti accompagno.- vedo Jack far segno a Nash di restare comodo.
-Devi parlarmi di qualcosa? - chiedo quando siamo abbastanza lontani dagli altri.
-Potrei darlo per scontato ma in realtà mi piacerebbe parlarne, non mi hai più detto niente da quando vi siete messi insieme. Come sta andando?- mi fa cenno di seguirlo in camera sua e chiude la porta alle nostre spalle.
-Wow!- eslamo quando vedo la neve fuori dal balcone.
-Sai dopo un po' ci fai l'abitudine, sono quasi scocciato.-
-Sei il solito.-
Accenno un sorriso restando a guardare fuori.
-Cosa vorresti sapere? -
-Beh un grazie non sarebbe male come inizio.- si avvicina a guardare fuori anche lui.
Rido passandomi una mano in faccia per restare sveglia.
-Ti ringrazio. Avevi ragione, almeno per ora. In realtà credo che mi abbia fatto bene buttarmi per una volta.-
-Diciamo che hai sempre bisogno di una spinta ma ci stiamo lavorando.- sorridiamo entrambi.

-Sai. Dopo l'ultima volta non ero intenzionata ad iniziare un'altra relazione.- continuo dopo qualche secondo di pausa.
-Lo capisco.-
-Però diciamo che questo mi sembra del tutto diverso. Ci siamo prima conosciuti come amici. Non era stabilito.- continuo a fissare la neve che si stratifica pian piano sulla ringhiera.
-Gli voglio bene. Mi fido di lui, per ora credo di poter essere felice almeno per un po'. - mi stringo nelle spalle sotto lo sguardo attento di Jack.
-Non essere sempre pessimista.-
-Non posso farci niente.- accenno un sorriso.
-L'ho detto anche a lui. Non voglio che mi riempia di parole o altro che potrebbe infrangere. Non so veramente come andrebbe a finire se accadesse qualcosa. Sfascerei anche l'amicizia, e non più solo con me. Lo so. - vado a sedermi sul letto.
Jack resta in piedi davanti a me poggiandomi una mano sulla testa.
-Lascia perdere tutte queste idee. Segui il mio consiglio anche in questi momenti.-
-Hai dimostrato a te stessa di riuscire a ripartire, ok che è presto per parlare ma so che non è una situazione passeggera.- riprende dopo alcuni istanti.
-Non hai mai voluto parlarmene. Perché non me l'hai fatto intuire prima? - chiedo alzando lo sguardo su di lui.
-Non dovrei stupirmi ma mi sembra pazzesco che tu non l'abbia mai pensato.- mi sorride mentre gioca con i miei capelli.
-So che ti imponi dei paraocchi ma a tutto c'è un limite, devi pur averci pensato qualche volta.-
Abbasso lo sguardo sulle mie mani. Mi sento in colpa per non aver visto Nash nel modo in cui lui vedeva me.
-Non potevo di certo metterti certe idee in testa senza sapere se c'era la possibilità di un qualcosa di positivo da parte tua. Sono anche amico di Nash, non potevo di certo raccontarti ciò che mi diceva. Ma quando ho capito che non ti saresti opposta ho sganciato la bomba. Voi due ci avreste messo troppo tempo.- accenna una risata lieve e mi lascio contagiare.
-Devo incolparti del nostro litigio però.-
-Dopo avervi chiuso nel bagno a limonare direi che è più che perdonabile.- mi sorride facendomi alzare lo sguardo per guardarlo.
-E pensare che me l'avevano messo tutti sotto il naso.- nascondo la faccia tra le mani mentre lui continua a ridere.

-Se ti chiedessi cosa ti diceva Nash me lo diresti?- gli chiedo quando si siede sul letto accanto a me.
-Mi piacerebbe darti del materiale per metterlo in imbarazzo, ma poi mi ucciderebbe.- sorride sdraiandosi e fissando il soffitto.
-Ricordo quando mi chiese di te per la prima volta, in spiaggia. Fu molto divertente.-
-Brutto stronzo ecco di cosa stavate parlando.- gli tiro uno schiaffo sul braccio mentre lui continua a ridere.
-O quando usciva di testa per Jay primabdi conoscerlo meglio. Certo che fare lo spettatore è molto divertente.-
-Devo tapparmi la bocca o sarò nei guai.- cerca di tirarsi su ma glielo impedisco.
-Oh ma dai. Ci sarà qualcos'altro che puoi dirmi.-
Sembra pensarci su attentamente prima di rispondermi.
-Beh per esempio una cosa abbastanza recente è quando avete litigato fuori dalla palestra.-
-Me lo ricordo fin troppo bene.-
-Ti aveva invitato a casa sua per farti una sorpresa e chiederti scusa. Avevamo organizzato tutto ma hai mandato il mio piano in fumo. Voleva parlarti di tutto quella sera.-
Cazzo. E pensare che gli ho addirittura detto di fottersi. Che non mi importava. Che stupida. Come dev'essersi sentito sotto tutte le mie pressioni, senza dargli motivi per essere certo di farsi avanti.
Vedendo la mia faccia deduco che Jack si sia pentito di aver parlato.
-No ascolta, è tutto ok. E non dirgli che te l'ho detto. Mi seppellisce vivo. Se può calmarti posso affermare con certezza che non l'ho mai visto così sereno.-
-Cosa?-
-Sul serio, viene a parlarmi spesso e lo vedo esaltarsi per ogni minima stronzata che fai.- mi sorride.
Sono ancora in fase di realizzazione, non riesco ad immaginarlo.
-Ad esempio che la notte della vigilia siete stati a telefono per ore e ore. Mi sembra un coglione immerso nello zucchero.-
Ok allo stesso tempo sapere che Jack sappia probabilmente ogni cosa mi mette in imbarazzo.
-È parecchio inquietante parlarne con te che in realtà queste cose di solito dovresti venire a saperle da me.- accenno un sorriso.
-Si ora vedo entrambe le facce della medaglia.-
-Inizierò a raccontarle a qualcun altro allora.- mi lascio sfuggire uno sbadiglio.
-Scusami ti ho trattenuta fin troppo. Ti conviene andare a dormire.- si alza anche lui seguendomi verso la mia stanza.
-Tranquillo, mi ha fatto piacere parlare un po'.-
-Per ogni cosa sono qui.- mi poggia una mano sulla spalla.
-Si Jack, vale lo stesso per me.- lo abbraccio prima di entrare in camera.
-Buonanotte.- mi sorride e torna verso le scale.

Quasi prendo un colpo quando apro la porta e vedo Nash sdraiato sul mio letto.
-Che ci fai qui?-
-Sono così spaventoso? Volevo farti compagnia ma non ti ho trovato.- smette di giocare con il cellulare e mi fa segno di avvicinarmi.
-Mi sono messa a parlare con Jack.- mi infilo sotto le coperte per stare al caldo e dopo lui fa lo stesso.
-E cosa ti ha raccontato di me? Tranquilla so già di doverlo prendere a calci di sicuro.- evito di fargli notare che sto ridendo.
-Niente di imbarazzante come avrei voluto.- mi allontano da lui per quanto sia possibile, quel letto è troppo piccolo per starci in due. Stiamo come cozze su uno scoglio.
-Ora se non ti dispiace mi piacerebbe provare a dormire.-
Mi circonda la vita con un braccio e inizia ad accarezzarmi la schiena.
Mi scappa una risatina prima di poggiare la testa sul suo petto.
-Si lo so, sono bravo.-
Mi da un bacio sulla fronte e spegne la luce.
-Se mi svegli quando dovrai tornare di sotto sarò io a prendere a calci te.- lo avviso.
-Non ho intenzione di spostarmi neanche di un millimetro.- distinguo il suo sorriso anche al buio.
Poggio una mano dietro la sua nuca per avvicinarlo e dargli un bacio.
-Buonanotte- sussurro.
Lo vedo sorridere e finalmente riesco a chiudere gli occhi.

Lost In Your Eyes ||Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora