Capitolo 1

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Quella mattina, fui svegliata dalla luce del sole che entrava dalla finestra di camera mia. Mi strofinai gli occhi e guardai l'ora: le 9:30, sarà meglio che ti alzi Emily pensai; così chiamai mia madre per aiutarmi ad alzare.. Si, avete capito bene "aiutarmi", perché purtroppo dalla nascita cioè da 19 anni, non sono autonoma a causa della mia disabilità.
" Mamma puoi aiutarmi ad alzare per favore? " dissi chiamandola
"Eccomi, arrivo" replicò.

*flash back*
"Mi dispiace Emily, ma per poter sottoporti all'intervento devi rinunciare per sempre alla speranza un giorno di poter camminare"
*fine flash back*

"Allora cosa ti vuoi mettere oggi?" disse mia madre interrompendo i miei pensieri
" Quel vestito bianco a fiori, con i sandali rossi " dissi indicando l'indumento.
Quel giorno, dovevo tenere un colloquio di lavoro con un'azienda molto importante a livello internazionale. La loro proposta lavorativa era per un posto libero come ragioniera, io avevo appena preso il diploma in ragioneria; quindi era perfetto per me. Pensai che mostrando la giusta determinazione e decisione, mi avrebbero assunto senza problemi, quindi ero abbastanza sicura di me.
" Ottima scelta di classe " rispose mia madre entusiasta
" Hai una figlia con stile ahahah " replicai ridendo.
Con l'aiuto di mia madre andai in bagno, mi cambiai, mi truccai e in meno di mezz'ora eravamo entrambi pronte per uscire.
L'appuntamento era per le 10:30 a Milano, abbastanza vicino al paesino dove abitavo io; ce la prendemmo con calma tanto eravamo in perfetto orario.
Durante il viaggio misi le cuffie e ascoltai una delle mie canzoni preferite: " Un giorno di sole ", molto spesso la musica mi rilassa quando sono tesa, tipo oggi.

" Perché perché perché perché hai scelto un giorno di sole per potermi dire in faccia soltanto brutte parole..."

*flash back*
" Non mi importa di camminare, basta che mi togliete questo dolore perché non ce la faccio più "
*fine flash back*

" Emily, sei nervosa? " mia madre mi riportó alla realtà.
" Si, un pò "
" Stai tranquilla, vedrai che andrà bene "  disse rassicurandomi.
Finalmente dal finestrino iniziai a intravedere un edificio molto grande, pensai: " siamo arrivati " .
Mamma, scese dalla macchina e prese la sedia a rotelle, aprì la portiera e prendendomi in braccio mi mise seduta.
Era incredibile vedere quanta forza avesse quella donna, che 19 anni fa pochi mesi dopo il parto, scoprì che la sua unica figlia aveva una malattia genetica, giudicata dai medici purtroppo invalidante per il resto della sua vita.
Entrammo, e fummo subito accolte dalla segretaria:
" Buongiorno, come posso esservi utile? " - " Salve, sono qui per un colloquio di lavoro" risposi sorridendo.
" Certo, mi dica il suo nome" disse la segretaria gentilmente
" Emily Watson " risposi.
" Molto bene si accomodi in sala di attesa, la verrò a chiamare io "
" Grazie molto gentile " risposi cordialmente.
Passarono circa 10 minuti quando la segretaria ci disse di accomodarci nell' ufficio del Sig. Abate, mia madre mi accompagnò dentro e poi uscì lasciandomi sola con quello che sarebbe stato, se il destino l'avesse voluto il mio futuro datore di lavoro.
Appena entrai vidi un uomo di media altezza, capelli castani con un sorriso abbagliante che mi squadrava dalla testa ai piedi; si alzò e mi strinse la mano: " Molto lieto Luca Abate " - " Emily Watson " risposi sorridendo.
Dopo le presentazioni il colloquio proseguì con le solite domande tipo: che tipo di competenze possiedi, se hai mai avuto esperienze lavorative e così via.
Mentre parlavo delle mie esperienze lavorative, immaginavo il mio futuro dietro una scrivania davanti a un computer chiusa in un ufficio
" spento" e monotono. Più pensavo a tutto questo e più mi sentivo fuori posto, era questo quello che volevo veramente? No. Io in realtà volevo cantare, volevo far emozionare il pubblico con la mia musica e i miei testi.
" Allora signorina Watson è daccordo di iniziare domani? " mi chiese il datore di lavoro
" Mi dispiace Sig. Abate, ma non posso accettare non è questo quello che voglio fare "
" Ma che sta dicendo? " chiese perplesso il Sig. Abate
" Dico che non passerò la mia vita dietro una scrivania, ma proverò a inseguire il mio sogno: cantare" detto questo salutai l'uomo e uscì.
Mia madre era fuori che mi aspettava, dovevo dirgli che sua figlia diplomata con il massimo dei voti aveva rifiutato un'opportunità di lavoro più unica che rara, per inseguire un sogno quasi impossibile.
" Allora come è andata? " disse mamma piena di orgoglio in viso
" Bene mi ha assunto.. ma non ho accettato " risposi balbettante
" Emily, perché? "
" Mamma perché non è quello che voglio.. io voglio cantare " risposi decisa
" Ma lo sai che.. si insomma essendo così hai poche probabilità di riuscire a realizzarlo "
" Ci riuscirò mamma te lo prometto" replicai convinta.

Inseguendo Un sogno Ho Incontrato Te || Mika ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora