Capitolo 9 (seconda parte)

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<<Stai tranquilla che non ti mangio, quando vuoi ti riporto a casa>>
<<Non ho paura di te>>
<<Ah no? E perché? Sentiamo.>>
<<Si vede che sei un bravo ragazzo, con quegli occhioni poi>>
<<I miei occhi cosa Giulia?>>
<<Sono bellissimi uno>>
<<E due>> replica lui divertito.
<<E due sono limpidi e buoni>> mi avvicino a tocco la punta del suo naso con il mio. Mi allontano subito dopo e guardo davanti a me. Vedo con la coda dall'occhio che lui mi sta fissando e sorride come se stesse guardando la cosa più bella di questo mondo. Mi sposta i capelli dietro l orecchio
<<Sei bella, anzi bellissima>> mi giro e gli dico se entriamo a ballare e bere.
Ci rimane male, almeno così pare forse si aspettava un bacio a questo punto ma io non sono pronta.
Prima di entrare mi ferma
<<Ma sei fidanzata o comunque impegnata con qualcuno?>>
Perché questa domanda?... il mio cuore  si blocca.
<<Ehm si, cioè voglio dire no, non più>> sembra un po' confuso da questa mia risposta ma non dice nulla e quindi entriamo.

Sono le 3.30 e sono collassata nella macchina di Marco mi ha fatto bere altri 3 bicchieri e adesso non so neanche come mi chiamo... Mi sento la testa pesante ma allo stesso tempo leggera, leggera da tutti i pensieri, da tutto e tutti.
<<Adesso ti riporto a casa, dimmi dove abiti>> sono talmente ubriaca che non riesco a dirgli neanche la via di casa mia. Quindi decide si portarmi a casa sua.
A casa sua cavolo!!! Ho capito bene?...
E se mi violenta?? Alla fine non lo conosco bene, non riesco a muovermi a dire nulla... cado in un sonno profondo.

<<Buongiorno Giulia>> oh mio Dio! Ma dove sono? Non riesco a capire se sto sognando o sono sveglia. Mi strofino ancora un po' gli occhi per capire.
<<Sicuramente non ricorderai nulla>> faccio no con la testa, Marco si siede accanto a me e mi spiega tutto con gentilezza.
<<Stanotte eri talmente ubriaca che sei praticamente svenuta nella mia macchina>> sorride... che figura da ragazzina.
<<Allora ti ho portata qui, nel mio letto e hai dormito beatamente.>>
<<Cazzo Sarah>> riesco a dire solo questo.
<<Tranquilla, stanotte ho avvertito la tua amica>> faccio la faccia come per dire: come??
<<Ho aperto Facebook sono andata sul tuo profilo e l ho cercata. Mi ha anche detto di stare attento perché mi avrebbe ucciso... pazza la tua amica>>
<<Lo fa perché mi vuole bene>>
<<Lo so, tranquilla non mi sono offeso per questo. È bello quando qualcuno si prende cura di te. Ma adesso devi fare colazione>> e davanti a me un vassoio pieno di cose da mangiare.
<<Nell indecisione ho preso un po' di tutto al bar>>
<<Ma che ore sono?>>
<<Le dieci>>
<<Cazzo devo andare a lavorare, mi potevi svegliare>>
<<Tranquilla alle nove ha chiamato una certa Carla, le ho spiegato un po' la situazione e quindi mi ha detto esattamente: dille di riposare>>
Bene domani dovrò subirmi le prese per il culo delle mie colleghe.
<<Devo dire che hai pensato a tutto, non ho parole. Anzi si, grazie Marco>>
<<Di nulla, mi fa piacere. E pensare alle rose che ti ho mandato ecc ecc. E adesso sei qui, nel mio letto>> mi osserva, con così tanta dolcezza... Mi fa sentire bella, importante... Vorrei tutte queste attenzioni da un altra persona ma non c'è.
Finisco la mia colazione abbondante e meravigliosa.
<<Vuoi farti una doccia?>>
<<Magari, grazie. Ma non ho ricambi.>>
<<Questo non è un problema, ho dei ricambi qui>> ricambi? E di chi sono? Forse delle altre ragazze che ha portato qui.
<<Tu e mia mamma portate più o meno la stessa taglia, non le dispiacerà se le rubi qualcosa ahaha>>
Ah!! Allora vive con i suoi.
<<Vivi ancora con i tuoi?>>
<<Mio padre è morto, e comunque no, non vivo con mia madre. Vivo da solo.>>
Morto? Ma prima non me l ha fatto capire quando si parlava di lavoro.
<<Capisco mi dispiace per tuo padre. Posso chiederti come?>>
I suoi occhi improvvisamente si spengono, credo di aver toccato un tasto molto delicato.
<<Uno di quei mali incurabili.>> non dice altro, si alza ed esce dalla camera da letto.
Rimango ferma a fissare il vuoto per qualche minuto e mi viene un magone a pensarci.
Esco dalla camera, giro per la casa e lo cerco. Una casa molto grande e molto accogliente. Stile classico ma sul moderno, composta su due piani. Sotto la sala giorno e un bagno, sopra tre  camere da letto e un bagno. La cosa che mi piace tantissimo è la vedrata che c'è in cucina... è enorme ed entra una luce bellissima. Intravedo un enorme giardino.
<<ti piace la mia casa?>>interrompe i miei pensieri.
<<Ti stavo cercando ad essere sincera. Comunque si, molto bella>>
<<Come mai mi stavi cercando?>>
<<Tuo padre, cioè>> non so cosa dire ad essere sincera. 
Lui appoggia  l indice sulla mia bocca e dice solamente "sssh"
E mi abbraccia. Quel abbraccio dice tutto. Non parlo,  evidentemente non è pronto ad affrontare quest argomento con un estranea perché alla fine sono un estranea, come lui lo è per me.

FINE SECONDA PARTE

L'amore sopra ogni cosa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora