Capitolo 3.(Prima parte)

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Per la prima volta mi sveglio prima del suono della sveglia. Continuo a pensarlo. Vorrei fargli tante domande, sapere molto di più su di lui. Forse dovrei scrivere delle domande da fargli...No, meglio di no. Tutto quello che mi passerà in testa in quel momento glielo dirò. Mi alzo dal letto, apro la cabina armadio, prendo un jeans chiaro, un top nero, una giacca dello stello colore del jeans. Delle Hogan nere. Mi faccio la doccia e mi preparo.                                                                                                                                     Entro in cucina... <<Buongiorno Sarah. Scappo a lavoro, non faccio colazione, non ho fame.>>                  <<Buongiorno, sei strana stamattina. Questo ragazzo ti fa bene>> sorride, e io ricambio il sorrido.

Sono in negozio, guardo l'orologio, sono le dieci .Tre ore mancano e lo rivedrò. Sembro una ragazzina di quattordici anni al suo primo appuntamento. Decido di chiamare mia mamma, sono due giorni che non la sento. <<Pronto mamma, ciao che fai? Tutto bene?>>                                                                                        <<Tesoro mio ciao, nulla ho finito adesso un lavoro. Io tutto bene e tu? Sei stata impegnata in questi giorni?>>  <<Tutto bene mamma, si, sono stata molto impegnata. Ma va tutto a meraviglia. Papà, Laura tutto bene?>>  <<Si, anche loro tutto bene. L'importante che tu stai bene. Sono felice per te tesoro lo sai>> Quant'è dolce mia mamma. Ancora non voglio parlare di Alessandro, è troppo presto. Alla fine c'è stata solo una cena... <<Mamma, adesso devo andare ci sono dei clienti. Ti voglio bene>>   <<Ti voglio bene anch'io amore della mamma>> Riattacco.                                                                                         Servo un paio di clienti... In un momento di pace le mie colleghe curiose e avide di informazioni si avvicinano. Vogliono sapere per filo e per segno cos'è successo ieri sera. Così glielo racconto, non ho scelta. Mi torturerebbero fin quando non gli direi tutto.                                                                                                  <<Vieni a pranzo con noi?>> chiede Elisabetta.                                                                                                                  <<No, grazie. Ma pranzo fuori con Alessandro.>> Tutte e due scoppiano a ridere, e fanno ridere anche me. <<Alessandro,Alessandro. Hai gli occhi a cuoricino Giulia>>                                                                                 <<Carla! Sei sempre la solita. Lo conosco da poco, quali occhi a cuoricino. E' molto bello punto>> Mi chiedo se è così evidente che mi piace... Ho preso una cotta per questo Dio della bellezza, ma non lo amo logico. Devo cercare di restare con i piedi per terra, per non prendere qualche bella batosta.      Vado in bagno a sistemarmi. Metto un po di rossetto rosa, e un po di profumo.                                                 Continuo a parlare con le mie colleghe, il tempo passa velocemente. Guardo l'orologio, cazzo! devo scappare sono l'una e dieci. Saluto velocemente le ragazze, e mi precipito fuori dal negozio. Lui è già li. <<Ciao Alessandro. Scusa il ritardo>> Ci salutiamo con un bacio sulla guancia. Mmm che buon profumo. <<Ciao Giulia, tranquilla. Ieri ho tardato io, oggi tu>> Apre lo sportello della macchina e mi fa salire. <<Oggi ti porto a pranzo nel mio ristorante, ti va?>>  Può portarmi in qualsiasi posto lui voglia, l'importante è stare insieme. <<Si certo>> gli dico sorridendo. E' bellissimo, oggi indossa un completo grigio, senza cravatta. << Fa caldo oggi>>    <<Si, abbastanza. Ce una bella giornata>>               Carissimo Dio della bellezza, io sento caldo ogni volta che mi guardi, che mi sfiori.

Arriviamo al ristorante, anche questo molto bello. I colori principali di tutto l'arredamento sono: Marrone e dorato. Molto accogliente. Lui mi guarda mentre osservo tutto. E mi rivolge un sorriso.           <<Ti piace Giulia?>>  <<Molto bello>> sorriso. Bello come te.  <<Ti piace il pesce? O preferisci la carne?>>  << Il pesce va benissimo,grazie>> Ordina, e dopo quindici minuti iniziamo a mangiare l'antipasto. La fame è tanta e finalmente sono più rilassata. Ne io, ne lui parliamo. Arriva a tavola anche il primo...Già sono piena, ma non voglio essere scortese quindi mangio. <<Cosa fai nel tempo libero Giulia?>> Finalmente parla, ha sciolto il ghiaccio. <<Shopping, e tre volte a settimana vado a scuola di ballo>>  <<Cosa balli?>> curioso lui. <<Danza moderna e balli in coppia>> Quando dico balli in coppia, il suo sguardo si rabbuia. Forse non gli piace l'idea che la sua ragazza balli con qualcuno. Che stupida che sono, non sono la sua fidanzata. <<Da quanto tempo balli?>>  <<Da quando ho quattro anni>>          Spalanca gli occhi <<Wow tantissimo. Sono sicuro che sei bravissima>> Arrossisco. I suoi complimenti mi fanno sciogliere. <<Vai d'accordo con il tuo ballerino?>> Perché questa domanda? Cosa gli importa. <<Si, molto d'accordo. Abbiamo un bel feeling. Ma non va oltre il ballo>>                         <<Capisco.Anche a me piace pochino il ballo. So ballare la bachata e un liscio>>                                               <<Bravo! Se vuoi ti insegno qualche altro ballo>> Gli dico con tono scherzoso.                                                     <<Certo, con molto piacere. Con un insegnante così bella, imparerò tutto>> ridacchio come una scolaretta, e lui ricambia la risata. <<E tu cosa fai nel tempo libero?>> Anch'io voglio sapere qualcosa su di lui. <<Vado in palestra, a correre. Mi piace tenermi in forma>> Oh Alessandro, tu sei molto più che in forma, sei perfetto. <<Si vede Alessandro, sei molto in forma>> I miei occhi brillano. Mi è passata del tutto la fame. Lui mi chiede se desidero mangiare il secondo, ma rifiuto. Ho mangiato troppo. E la sua presenza, parlare con lui mi toglie l'appetito. Così ordina un semplice sorbetto al limone, e quello lo accetto con piacere. <<Da quanto tempo sei single Giulia?>> Argomento pungente per me. <<tre anni, e tu?>> non risponde. <<Esci da una storia seria?>> ribatte velocemente.                    <<Si, tre anni. E tu?>> Ripeto con tono deciso. <<Non sono mai stato fidanzato seriamente>>  O mio Dio, perché a ventisette anni non è mai stato fidanzato seriamente. Questa cosa mi lascia un po perplessa, e non rispondo. Lui finisce la frase. <<Non credere che non abbia mai avuto relazioni con donne.>> Sorride. Un sorriso malizioso.Continua... <<Sono stato con almeno dieci donne. Tre di queste una relazione un po più lunga. E una in particolare è durata sei mesi.Ma non era amore. Non credo nell'amore. E' solo una perdita di tempo. Per me l'amore non esiste>>  Mi si gela il sangue. Il mio cuore si blocca, che delusione. Allora lui usa le donne. Per lui le donne sono solo un passa tempo, non capisco. Che schifo! Ho sempre odiato gli uomini così, e adesso ne ho davanti uno che mi piace molto. Non so davvero cosa dire. <<Tutto bene Giulia? Mi sembri sconvolta>> Sconvolta è al dir poco. Mi hai delusa. <<Si, bene>> mento, e faccio un sorriso forzato. <<Perché non credi nell'amore?>> cerco di riprendermi dopo questa notizia, e voglio delle spiegazioni. <<Si dice che il vero amore è quello tra madre e il proprio figlio >> Fa una lunga pausa. <<Mia madre mi ha abbandonato all'età di due anni. Quindi non mi amava. E non posso credere che esista amore tra due persone estranee>> Può essere un ragionamento logico, secondo lui. Ma non è così, e io lo so bene. Ho amato per tre anni una persona con tutta me stessa. L'amore esiste e come. In questo momento mi fa pena. Un bambino di due anni abbandonato dalla persona che lo ha messo al mondo, ma come si può.. Una cosa molto triste. <<Tua madre adottiva ti ama, e tu ami lei credo. Questo non lo chiami amore?>> Le parole mi escono sole dalla bocca. <<Si, ma è ben diverso, la penso così. Non mi sono mai innamorato, e mai lo farò. Perché l'amore non esiste punto>> Sembra arrabbiato, decido di non dire nulla, ma lui continua a parlare. <<Tra un uomo e una donna ci può essere: Attrazione fisica,mentale,sessuale. Ma, mai amore>> Sono sconvolta, respiro a fatica. Voglio andarmene da qui. Basta.                                                         <<Sono le tre e trentacinque, vorrei tornare. Alle quattro riapre il negozio.>>                                                      <<Certo, ti accompagno subito. Mi lasci il tuo numero?>> No, non vorrei. Non voglio più sentirlo ne vederlo. Ma cosa gli dico? Non ti lascio il mio numero perché non credi nell'amore. Che situazione...      Per rendere tutto più semplice glielo do, e lui mi lascia il suo.

Arriviamo fuori dal negozio, spegne la macchina e mi ringrazia per il pranzo. Mi prende la mano e la bacia, mi guarda dritto negli occhi.....

FINE PRIMA PARTE....

L'amore sopra ogni cosa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora