⚜️without you I'm nothing⚜️

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Per tutto il giorno successivo non riuscii a pensare ad altro e francamente anche la mia memoria cominciava a riattivarsi un poco. Mi rivedevo mentre mi lamentavo di Jimin e subito dopo attaccata come una cozza al mio migliore amico. L'immagine di Kookie che mi baciava con passione, mi stringeva lo stomaco in una morsa dolorosa. Scacciai il pensiero delle nostre lingue che si intrecciavano scuotendo la testa con violenza. Inoltre il mio carissimo amico non faceva altro che stuzzicarmi sull'accaduto, si divertiva come un bambino. Quando ci ritrovavamo da soli, spesso mi afferrava per le spalle e con voce suadente diceva: "Concludiamo ciò che abbiamo interrotto." Poi vedendo la mia faccia rossa come un pomodoro, scoppiava a ridere. Mangiai da sola, non volevo vedere nessuno e mi promisi di non bere più così tanto, soprattutto in compagnia.

I giorni passarono da quella sera di follia e tutto tornò alla normalità. Jimin era di nuovo lo stesso, dolce e gentile, sembrava proprio non ricordare di aver filtrato con me. Ogni tanto mi invitava a cena, ma alla fine ognuno tornava nel suo appartamento. Qualche volta ci eravamo intrattenuti a parlare davanti al portone dell'appartamento, appoggiati alla ringhiera del pianerottolo, l'uno accanto all'altro. In quei momenti avevo la sensazione di riuscire a conoscerlo meglio, potevo osservare i suoi bellissimi lineamenti in tranquillità e non tramite uno specchio.

Ultimamente lo truccavo spesso, poiché riuscivo a far risaltare il meglio del suo viso e dei suoi occhi a mandorla. Era già perfetto così, non facevo altro che farlo splendere ancora di più.

Quel pomeriggio Jimin si fermò più degli altri nella sala prove e mi propose di rimanere con lui; non mi dispiaceva affatto vederlo ballare. Era sempre molto preciso e sensuale, persino nei movimenti più semplici. Non aveva molta fiducia nelle sue capacità, infatti tutti non facevano altro che ripetergli quanto fosse bravo per incoraggiarlo. Mi avvicinai con una bottiglia d'acqua e un asciugamano tra le mani, i quali vennero accettati con gratitudine.

- Posso chiederti un favore? - esordì Jimin con il respiro affannoso.

Tutto quello che vuoi. Avrei voluto dirgli.

- Dimmi pure. - rispose invece.

- Siccome stasera dovrei fare una diretta su VLIVE da solo, mi potresti sistemare il trucco e i capelli? -

Rimasi un po' delusa da quella richiesta, ma accettai sorridendo. Per praticità Jimin decise di fare la doccia nello studio, dato che aveva i vestiti di ricambio, così avremmo utilizzato la sala trucco più tardi. Lo attesi seduta sulla poltroncina davanti allo specchio luminoso e per poco non volai dalla seduta quando lui entrò: indossava solo dei jeans attillati, mentre con le mani si scuoteva i capelli neri, ancora umidi.

- Scusami, ma ho ancora troppo caldo. - disse sedendosi al mio posto.

- Fi..figurati, nessun problema. - mentii spudoratamente.

Impugnai l'asciugacapelli e cominciai a lavorare senza guardarlo troppo. Mentre passavo la piastra sulle sciocche, Jimin scattò qualche foto col cellulare inquadrando entrambi.

- Non vorrai mica pubblicarle? Farai impazzire delle Army – scherzai.

Il ragazzo rispose negativamente, disse che semplicemente gli piaceva rivedere quei momenti tranquilli quando si annoiava. Poi sistemò la testa sullo schienale della poltrona mostrandomi il pomo di Adamo e chiuse gli occhi. Per un momento la professionista che era in me svanì, pensando a quanta voglia avessi di baciarlo sul collo e sulle labbra carnose.

Una volta pronto, lo aiutai a rivestirsi in modo da non lasciare macchie sulla maglia chiara. Decisero di scattare un selfie insieme e proprio quando si posizionarono l'uno accanto all'altro sorridenti, una ragazza comparve sull'uscio.

𝐰𝐢𝐧𝐠𝐬༒p.jm.{conclusa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora