⚜️it's my truth⚜️

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L'aeroporto di Seoul non era mai stato così bello.

Il contratto con i MAMA era finalmente terminato dopo diciotto mesi e non avevo detto a nessuno del mio ritorno. Respirai a pieno polmoni l'aria piena di smog, prima di salire sul taxi che mi avrebbe condotta finalmente a casa. Volevo fare una sorpresa ai ragazzi, ma la mia mente non era riuscita ad elaborare nulla di speciale: ero in tilt. Speravo di raggiungere il mio appartamento senza farmi vedere, sapevo solo che quel giorno erano tutti e sette a riposo. Forse stavano mangiando tutti insieme nell'appartamento, dato che era l'ora di pranzo.

Ero talmente agitata da avere le mani sudate e fremevo come una bambina al parco giochi la prima volta. Raggiunsi la mia camera senza problemi, mi lavai velocemente e mi diressi verso l'appartamento accanto con il fiato corto. Riuscii a malapena a suonare il campanello a causa del tremolio. Taehyung aprì la porta e rimase con la mano incollata sulla maniglia, mentre sbatteva ripetutamente le palpebre.

- Adesso ho persino le allucinazioni, bene. - esclamò serio.

- Dovresti essere ricoverato per altre cose, Tae. - risi piena di gioia e lo abbracciai.

Dalle spalle di lui, vidi SeokJin, Yoongi e Namjoon interrompere il pasto per vedere chi fosse arrivato e trasalirono. Subito corsero per avvolgere me e Tae in un abbraccio di gruppo e girarono su loro stessi, mentre cantavano insieme: Bentornata, Bentornata!

- Ma che sta succedendo? Cos'è tutto questo casino? - domandò una voce assonnata fin troppo familiare.

I capelli neri scompigliati ed una faccia stravolta, troneggiavano su una semplice maglia bianca e dei pantaloni comodi: Jimin.

Accortosi della sua presenza, sgranò gli occhi gonfi di sonno, ma rimase fermo sul posto. Per la seconda volta in vita mia, ignorai il buon senso e mi lanciai su di lui, il quale mi accolse a braccia aperte. Piansi tutte le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento e mi lasciai stringere più forte dal ragazzo che amavo. Non mi vergognai di singhiozzare sul suo petto e fummo interrotti da Hoseok che piagnucolò: - Mi fate commuovere. -

Noi due intrecciammo le mani, mentre ridevamo spensierati a quella battuta. Mi baciò sulla fronte, sussurrandomi che era felice di rivederla. Stavo davvero per cedere all'impulso di baciarlo, quando Kookie comparve da camera sua e si gettò su me, strappandomi dalle dita di Jimin. Mi sollevò tra le braccia, stritolandomi come non aveva mai fatto e roteò su se stesso talmente tante volte da provocarmi la nausea.

- Ma non mi hai detto che saresti tornata! - disse, mentre mi deponeva a terra.

- Volevo farvi una sorpresa, non me ne andrò più! - annunciai con il sorriso più grande che potessi fare.

I giorni successivi mi ricevettero calorosamente in studio: c'erano dei nuovi assunti che non tardarono a presentarsi. Mi aggiornarono sulle nuove scelte della produzione e discutemmo molto sul da farsi. Lentamente ripresi il ritmo frenetico e morivo dall'entusiasmo e dall'emozione. Jungkook e Jimin mi invitarono diverse volte a cena o a mangiare schifezze o semplicemente per stare del tempo insieme. Minseo era partita per un reportage e sarebbe stata via per un bel po', così il suo ragazzo era vivamente più rilassato.

Mi sentii rinascere quando tornai alla normalità: una routine faticosa, ma appagante. Ad una settimana dal mio arrivo, partirono quasi tutti per una vacanza, persino la maggior parte dello staff. Gli unici dei BTS che rimasero furono Jungkook, Jimin e Namjoon perchè avevano del lavoro importante da svolgere. Quella mattina Jimin si lamentò di avere mal di testa, così si distese sul divano del salotto.

- Poverino, sta lavorando troppo. - lo schernì Jungkook, mentre usciva di fretta con un tramezzino in bocca.

- Kookie, stai zitto. Mi fanno male tutte le ossa. - si lagnò, coprendosi con una coperta pesante.

- Hai la febbre forse? - azzardai e mi avvicinò al malato.

Posai una mano sulla sua fronte per controllare la temperatura corporea.

- In effetti, hai la fronte un po' calda. -

Poco dopo gli porsi un termometro che segnò 38°C. Così lo aiutai ad alzarsi per condurlo a letto, non era così grave da dover chiamare il medico ed allarmare tutti. Probabilmente era solo stanchezza causata dal duro lavoro di quel periodo: le prove duravano dalle sei alle otto ore consecutive al giorno. Una volta in camera, trovai un pigiama con dei bottoni sul davanti e rientrai nella stanza solo quando Jimin si fu cambiato. Quest'ultimo, per la fretta o la fatica, non aveva chiuso la maglia, per cui si ritrovò a petto scoperto. Dovetti rimanere presente a se stessa, schiaffeggiandomi mentalmente, mentre gli sistemavo l'indumento.

- Stanotte rimani qui? - chiese lui a bruciapelo, mentre si infilava sotto le coperte.

- Non...Non mi pare il caso. - tentennai, rincalzando le lenzuola sotto di lui.

- Per favore. - mi supplicò con gli occhi febbricitanti.

- Adesso prendi questa, così starai meglio. - lo obbligai a prendere una pillola e poco dopo si addormentò tranquillo.

Quella sera Jungkook era già andato a letto, tornato esausto dallo studio, e Namjoon appariva di rado come un fantasma, per poi scomparire nella sua stanza di registrazione. Nel frattempo io avevo a che fare con un Jimin delirante. Poggiai ancora la labbra sulla fronte di lui per verificare se si fosse rialzata la temperatura.

- Fallo di nuovo. - biascicò lui, la sua voce era debole e bassa.

- Cosa? -

Non aveva capito bene, probabilmente stava vaneggiando pure io.

- Credo che dovresti riprendere la pasticca. -

- Aspetta, fallo di nuovo. - insistette, bloccandomi un polso con la mano bollente.

Decisi di assecondarlo, altrimenti non mi avrebbe lasciata in pace; si stava comportando come un bambino. Feci per avvicinare di nuovo la bocca alla sua testa, quando lui mi prese il viso tra le mani e mi baciò.

Immediatamente sgranai gli occhi per lo stupore, poi mi lasciai andare, trasportata totalmente da lui. Dapprima i movimenti furono dolci e lenti, dopo presero sempre più vigore, tanto che Jimin si sedette per non allontanarsi troppo. Le sue labbra erano roventi, ma morbide e delicate allo stesso tempo. Dal capo scese a toccarle i fianchi, la schiena ed il collo con le sue dita minute. Mi sentii come una bambola sotto il tuo tocco vigoroso, tutto ciò che aveva sempre desiderato stava accedendo in quel preciso momento. Spensi la mente per godermi quella piccola vittoria e con audacia lo trassi a me tramite il colletto del pigiama. Permisi alla sua lingua di farsi spazio nella bocca, seguendola in una danza bruciante. Poi ci bloccammo, respirando gli affanni l'uno dell'altro, e riprendere dove avevamo interrotto. Sembravamo divorarci a vicenda, senza avere intenzione di fermarci. Ormai non avevamo più ossigeno a sufficienza, di conseguenza Jimin tossì, interrompendo quel momento così piacevole e folle. Il mio cellulare squillò facendo trasalire e venni catapultata nella realtà con violenza. Uscii per rispondere alla chiamata di mia madre e, quando rientrai, lui si era già addormentato.


⚜️angolo autrice⚜️
Dafne è rientrata a casa col botto, insomma.
Spero siate contenti di questa svolta e ci saranno delle conseguenze?
Chi lo sa🤭
Grazie a tutti come sempre!

Purple you 💜

𝐰𝐢𝐧𝐠𝐬༒p.jm.{conclusa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora