XX.

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Colonna Sonora:
Only Love - Mumford & Sons

*pov Tonno*

Ne: eddai Tonno, diccelo, su!

T: no Nelson, ho già detto di no, non voglio parlarne

C: dai su, lascialo stare, se non vuole raccontare non possiamo obbligarlo. Non volendo specificare i dettagli ci sta dando la prova inconfutabile del fatto che è tutta un'enorme cavolata!

Tutti iniziano a ridere, tutti tranne me. È vero, lo giuro, lei è reale. Il suo sorriso, i suoi occhi, il sentimento di evasione che mi trasmettono: è tutto reale.
La causa delle risate delle persone con cui sono in questo momento è la vicenda accaduta nell'arco di questi ultimi giorni che vede protagonisti me ed una ragazza del luogo. Nella regione in cui ci troviamo ora, una delle ultime tappe del tour, sono state organizzate ben tre tappe ed oggi è stata l'ultima.
Circa un paio d'ore fa, subito dopo aver salutato Nelson e augurato in bocca al lupo alla band mi sono confuso tra la folla - insieme a Nic e Dario - per godermi il concerto da una prospettiva diversa dal solito. Questo esperimento è decisamente andato a buon fine dato che, nell'attesa, ho conosciuto una ragazza ed i suoi amici. È stato un concerto davvero piacevole ma non ho compreso di volerla conoscere meglio fino a che, dopo la fine delle danze, non l'ho scoperta essere della mia stessa città. Prima di salutarci ci siamo scambiati i numeri per poi esserci ripromessi di vederci.
Di cosa ho paura però? Perchè non me la sento di parlarne con gli altri? Beh, la risposta è semplice: è una cosa mia. Non mi sento obbligato a dare spiegazioni riguardo una cosa del genere, onestamente.

T: quello che posso dirvi è che accanto al locale del concerto c'era un bar e siamo andati lì e abbiamo parlato, abbiamo scoperto di avere molte cose in comune e vorremmo rivederci. Sei felice ora? O vuoi sapere anche quando va in bagno?

Ne: wowo, calmati Tone, non volevamo farti arrabbiare. Siamo felici per questa cosa in realtà

Nelson mi sorride ed io non riesco a fare altro che sorridere a mia volta, rigraziandolo: apprezzo davvero.

***

Una volta arrivati in albergo, mi stendo sul letto e sblocco il telefono per poi aprire la chat. Quella chat.
Guardo la foto profilo e resto come incantato...è davvero bella. Nella foto è con una sua amica ed era al concerto anche lei ed era anche molto simpatica. Inizio a digitare ma non per mia volontà, le mie mani si muovono per conto loro sulla tastiera del telefono.

"Hey, sono Francesco, del concerto...arrivata a Bologna?"

Mi fermo ad osservare il messaggio...posso mandare una cosa del genere? Ma che roba è?! No no no, cancello tutto immediatamente tranne per quel "hey"
Mentre le mie dita prendono nuovamente pieno possesso della tastiera, qualcuno interrompe il mio digitare: qualcuno è alla porta.
Mi alzo e vado ad aprire lasciando il telefono là dove capita: è Bic.

T: we, vecchio! Che posso fare per te?

N: ho notato quanto siano stati cattivi gli altri in macchina prima e ci tengo a dirti che se vuoi parlarne da adulti e da amici io ci sono. Non ti prendo in giro, lo giuro.

Un sorriso contagioso da orecchio a orecchio domina il viso del mio amico. Nonappena annuisco leggermente per poi pronunciare le parole "se non è un problema..." con un filo di voce, Nicolas è già entrato in camera e seduto sul letto.

N: sono tutto orecchie, vai quando vuoi.

Dopo lo spassionato racconto dell'avventura di una sera che prometteva però il poter diventare un lungo viaggio da affrontare in due, Nicolas ha due occhi sognanti.
È il mio turno ora, di stare a sentire ciò che lo turba. Dopo un po' di pressione, riesco a convincerlo a lasciarlo andare poichè la regola non scritta recita "siamo nel nostro piccolo spazio sicuro da cui nulla di quello che viene detto uscirà mai".
Prima di ascoltare il suo racconto però chiedo scusa per poi concedermi un attimo ed andare a bussare alla porta di Nelson per riavere gli snack che avevo lasciato nel suo zaino.
Una votla tornato un Nicolas mangiante mi racconta di come va con Dario anche se noto la sua difficoltà nel trattenersi dal dire determinate cose nella paura di ferirmi (o di essere ferito, chissà?). Lo rassicuro: tutto ciò è un capitolo chiuso, è una storia della quale non parlare più, Nicolas è uno dei miei più cari amici ma nulla di più; il mio cuore è destinato ad appartenere a qualcun'altro, forse a lei?

一𝑽𝒆𝒓𝒕𝒊𝒈𝒐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora