𝙓𝙄𝙑.

815 57 11
                                    

colonna sonora:
Tadb - Rovere

*Nels pov*

Sono ormai le dieci quando apro gli occhi. La luce irrompe in camera mia, il sole è alto ed il cielo sgombro e sereno. Sarebbe un buon risveglio se solo la mia vita non facesse così pena. Nemmeno ho il tempo di capire cosa stia succedendo intorno a me che afferro il telefono dallo schermo crepato ed apro la chat di Cesare. Messaggio visualizzato. Nessuna risposta.
Oggi è il nostro giorno libero dalle riprese ma non sono sicuro riuscirò a resistere per più di 24h senza parlargli, spiegargli la situazione, specialmente dopo i discorsi motivazionali degli altri.

***

Quando arrivo nella sala prove, tutti sono già lì.

S: ce l'hai fatta, eh

Ne: scusate, traffico.

Mentre entro di corsa e tolgo la giacca, li liquido con due semplici parole: decisamente meglio che mettermi a spiegare tutta la storia dietro il mio ritardo.
Iniziamo a provare, ci divertiamo e per qualche ora riesco ad evadere da tutti i miei problemi. La musica, come al solito, mi trasporta nel mondo ideale in cui riesco a dire quello che sento a modo mio, senza paura di bloccarmi o di vergognarmi. Ogni volta che arriva quella canzone però, quella precisa strofa in particolare, lui mi torna in mente e stavolta non sono da meno. Il segreto per cantar bene e metterci sentimento e passione, tutti i miei sentimenti li incanalo in questa canzone, ogni volta, pensando a Cesare.

《Chiamami pure stronzo
Ma ci credo ancora
In un tuo ritorno

Ho fatto a botte con la mia malinconia
E son riuscito a chiuderla in una canzone
Per vederti ridere ancora una volta
Le ho dato questo nome》

Non sono capace a dire "ti amo", tantomeno ne ho il coraggio dato che Cesare non sembra aver intenzione di parlare di questa storia nè di parlare con me; non mi resta che dire "ti amo di bene", allora.
Una volta finite le prove, usciamo dalla sala che è ormai buio. Quando tutti si sono ormai allontanati, Frank mi guarda.

F: allora? Sei riuscito a parlargli?

Ne: non si è nemmeno degnato di rispondere al mio messaggio, sarà impegnato a fare altro in compagnia di quella Sara...

F: Nels non puoi mandare tutto all'aria così. Hai sempre lottato ed ottenuto quello che volevi, perché dovresti lasciar stare stavolta senza nemmeno provarci?

Ne: perché non ho speranze, Frank.

Frank mi da un pizzicotto sul braccio.

F: non dirlo nemmeno per scherzo: se una persona è davvero innamorata non può dimenticare il qualcuno che ama in una settimana e trovarsi un'altra. Se davvero dovete stare insieme, succederà. Tu devi collaborare, però.

Mi massaggio il braccio mantenendo lo sguardo basso. Dopo aver ripetutamente promesso a Frank che farò di tutto per parlare e chiarire con Cesare, decido di tornare a casa per parcheggiare. Da persona orribile quale sono, infrango la promessa. Se Cesare è riuscito a rifarsi una vita, voglio provarci anche io. Indosso la mia camicia più bella e mi preparo ad uscire. Cammino a lungo per poi ritrovarmi davanti ad un locale ricolmo di gente. L'insegna luminosa è piuttosto particolare ma la musica e le luci colorate che si intravedono da fuori promettono una serata memorabile (anche se l'alcol che pian piano fa effetto promette il contrario). Entro e mi dirigo al bancone. Parlo con tutti, mi diverto, ballo finchè inizio a non sentirmi bene. Lì capisco che è ora di andare a casa, domani si riprende e vorrei sembrare un umano, non uno zombie.
Tutto inizia ad essere sfocato ma credo sia una conseguenza naturale che segue l'assunzione di grandi quantità d'alcol. Per qualche ora in più dimentico le mie pene d'amore, i miei problemi, dimentico anche più di quanto non avrei voluto scordare, come ad esempio di aver chiamato qualcuno tra i miei contatti per riportarmi a casa.

一𝑽𝒆𝒓𝒕𝒊𝒈𝒐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora