Eighteen: It's Your Fault.

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<Smettila di fare il moccioso. Non voglio ripeterlo ulteriormente. Non era una mia priorità occuparmi di quella bambina. Dando la colpa a me sembra quasi che tu voglia liberarti di un peso. Bene, se proprio ci tieni, fallo, ma non rompermi il cazzo alle tre di notte.>
Perché doveva essere così complicato avere un dialogo funzionale con lui? Uno dei più grandi problemi di Taehyung. Eppure ciò che disse Jungkook gli fece venire qualche dubbio.

Che sia vera la mia intenzione di voler togliermi un peso di dosso?

<È colpa tua! Non dovevi lasciarla a lui...> sussurrò con un filo di voce a malapena.

<Ti rendi conto che non posso andare lì e fare tutto ciò che mi passa per la mente?> Jungkook sospirò.

<Tu lo fai sempre.> ribatté senza peli sulla lingua il moretto.

<Se non stai zitto lo farò anche con te.>

<Lo fai già-> Jungkook sigillò le sue parole in un tocco di labbra, infilando la lingua nella bocca di Tae.

<Ngh~Sme-> cercò di parlare, ma Jungkook non gli diede nemmeno il tempo di respirare. Il corvino lasciò le labbra del più piccolo in un rumore bagnato.

<Sono stanco morto. Non ho tempo di pensare alle tue seghe mentali. Domani dovrò svegliarmi di nuovo presto, tu insieme a me. Dormi.> si lasciò ricadere affianco a Taehyung, mettendosi le mani dietro la testa.

<Non riesco.> borbottò.

<Provaci.>

<Ho fatto un incubo.>

<Ecco perché hai iniziato a sclerare. Potevi dirmelo prima? Chi hai visto, Haeun?> Taehyung annuì. Perché gli stava dando così tanta corda? Jungkook era come quello schifoso che aveva preso Haeun. Perché non riusciva ad affrontare la realtà? Perché non era scappato quando ne aveva la possibilità? Perché non lo aveva denunciato a qualcuno?
Perché non riusciva a vederlo come quello che era? Era tutto sbagliato. Tutto!
Jungkook gli sorrise, illuminato dalla luce fioca della lampada.

<Sei ancora un bambino.>ridacchiò stringendolo a sé. In effetti era un bambino, un ragazzino. Aveva quindici anni, cosa ci faceva lì? Tra le braccia dello stesso che l'aveva acquistato come se fosse merce? Perché non riusciva a staccarsi da quel calore che lo stava avvolgendo? Perché si sentiva debitore nei suoi confronti? Troppe domande. Nessuna risposta. La sua testa stava letteralmente scoppiando. Una lacrima scese dalla sua guancia. Si addormentò, sussurrando qualche parola prima di farlo.

Mi manchi, mamma...

Taehyung riuscì a dormire per bene tutta la notte al contrario di qualcun altro. La solita sveglia del telefono fece bestemmiare il corvino, volendo dormire di più, consapevole del fatto che non fosse possibile. Essere il capo dell'azienda non gli consentiva particolari privilegi nel settore lavorativo.
Aveva sempre molteplici cose da svolgere. Una gran rottura di palle.

<Cazzo non c'è una notte in cui riesco a dormire 7 ore di fila.> borbottò il corvino. Tae si stofinò lentamente gli occhi con le mani, non riuscendo a tenerli aperti per più di mezzo secondo. Era stanco, ma non voleva dirlo a Jungkook.

Taehyung crollò sulla poltrona dello studio di Jungkook. Quando il corvino se ne accorse non riuscì a trattenere un sorriso. Quel ragazzino era estremamente carino, bastava guardarlo per far sorridere chiunque come un idiota. Si era ripromesso di trattare Tae con il maggior ragguardo possibile, magari occuparsi di lui veramente come un nipote, ma cedeva, ogni volta che entrava per sbaglio nel suo campo visivo. Questo ovviamente non lo giustifucava. Ne era perfettamente consapevole. Jungkook nella sua vita aveva imparato che mentire a se stessi non era altro che illudersi di essere una brava persona, come se invece tutti coloro attorno tentassero di far cadere in tentazione.

Quante cazzate.

Lui, come tante altre persone, era il primo pezzo di merda, che almeno non viveva con troppi rimorsi.
Comunque, era entrato in quel posto con un'altra idea in mente.  Voleva togliere almeno un bambino da quel posto. Perché invece non ha denunciato il tutto? Essendo lui colui che avrebbe sporto denuncia, sicuramente avrebbero richiesto approfondite ricerche sul suo conto, e aveva qualcosa da nascondere, non poco rilevante. Avrebbe potuto ordinare o chiedere a qualcuno di farlo al posto suo, ma non voleva mettere a repentaglio la vita di qualcun altro.

Sono comunque cazzi miei.

Purtroppo il mondo è ormai pieno di trappole, basta poggiare il piede sulla porzione di terreno sbagliata.
I suoi piani sono cambiati (o meglio, approfonditi), quando ha incontrato gli occhi di Taehyung. Studiò ogni lineamento del suo viso, ogni dolce tratto che lo disegnava. Semplicemente stupendo. Non poteva farne a meno. Da quando l'aveva sfiorato con lo sguardo, che aveva il profondo desiderio di mettergli le mani addosso, accarezzare la sua pelle, infilare le mani nei suoi capelli, vederlo in preda al piacere, udire ogni suo gemito, dal più grave al più acuto, ogni diversa sfumatura. Era assefuatto, ne voleva sempre di più.

Faccio schifo, ma fare schifo mi piace.

Jungkook fu in grado di capire ciò che il moro avesse realmente passato, la paura, il dolore di vedere la bambina portata via. Si era subito accertato della reale intelligenza di Taehyung, era una mente flessibile, sempre sull'attenti, che acquisiva da qualunque cosa gli si mettesse davanti. A Jungkook non dispiaceva rompere qualche credenza ferma del ragazzino.

Qualche volta una batosta non fa così male.

Gli bastava avere Taehyung affianco. Lo calmava, lo rilassava. Ma non voleva cedere. Voleva mantenere la parte di sé che Tae conosceva e che non differiva più di tanto da quella reale. Non voleva mostrarsi troppo disponibile nei suoi confronti.

Sospirò, passandosi una mano fra i capelli tinti alle punte. Si alzò, e andò nella studio della sua segretaria.

Scusate il ritardo, come al solito. Dhhshdhshs. E niente. Ditemi cosa ne pensate come al solito, mi fa sempre piacere. Buona giornata. <3

Possessiveness. KOOKV.[ITA] Where stories live. Discover now