Twenty-five: Are U Crying?

1.7K 131 26
                                    


<Taehyung. Vai subito in camera tua.> senza attendere altro il moro si rifugiò nella stanza che gli era stata assegnata quella notte. Era a dir poco terrorizzato, gli occhi di Jungkook erano troppo scuri in quei pochi millesimi di secondo in cui avevano avuto un contatto visivo. Pochi minuti dopo lo raggiunse il motivo delle sue preoccupazioni , che sbatté la porta alle sue spalle con veemenza.

<Si può sapere, il perché cazzo non ascolti ciò che ti dico?> dire che Jungkook fosse infuriato non era idoneo, arrivò ai piedi del materasso.
Taehyung stava evitabilmente piangendo, aveva paura, era seduto sul letto,accucciato alla spalliera, mentre Jungkook si teneva in piedi a un metro circa di distanza da lui.

<Rispondimi porca di quella puttana!> il suo tono si fece più accusatorio;Tae singhiozzò.

<Perd-onami! I-io non pensavo che-... Ero venuto solamente per... Perché avevo paura e ho avuto un-un incubo! Io non v-voglio dormire da solo... Sono t-terrorizzato...Non vole-vo farti arrabbiare, ti prego,basta... > nascose il viso arrossato tra le mani, mentre continuava a singhiozzare. Jungkook si rese conto che alla fine non era colpa sua. Iniziò a sentire il sapore amaro del rimorso in bocca. Aveva esagerato? Certo. Con un ragazzino di 15 anni? Evidentemente si.  Si sentiva in colpa, e sapeva di meritarselo. Sospirò. Tae sentí il materasso affossarsi. Jungkook s'infilò sotto le coperte, avvolgendo con un braccio la vita di Taehyung.

<Scusami, non dovevo urlare così con te... È stato un mio errore...> Tae appena sentí la presenza del corpo di Jungkook si girò per incontrare il suo viso e si aggrappò alla sua maglietta, nascondendo il viso nel suo petto.

<Mi dispiace...> continuò a dire... Si addormentò con il calore fornitogli dalle braccia del corvino.

Il giorno dopo non trovò più Jungkook affianco a sè, il chè gli mise un pò di angoscia. Si stiracchiò e aprì la finestra, uscendo nel balcone, era una bella giornata quella. Sperava che quegli ospiti se ne andassero il prima possibile, tra l'altro Jongki l'aveva scoperto... Aveva fatto un errore davvero stupido, effettivamente... Era anche stupido a domandarsi cosa ci faceva quel ragazzo nudo nel letto di Jungkook...la risposta era ovvia. Il più grande aveva sceltro tra Jongki e lui senza pensarci troppo... Probabilmente la notte, mentre lui dormiva ancora era andato in camera da lui. Iniziò a sentire un pò di freddo... il vento continuava a scompigliargli i capelli. Avrebbe dovuto farsi una doccia, ma prima sarebbe dovuto andare ad aggunatare qualche vestito da indossare. Uscì dal balcone chiudendo la portafinestra. Quandò riuscì a prendere le robe che gli servirono si ritrovò davanti alla camera del corvino. Sentì dei gemiti provenire dall'interno. Il suo viso divenne rosso solo al sentirli. Il suo corpo non si muoveva da dove si trovava e rimanne lì per almeno altri cinque minuti. Sentì la voce di Jeon dire qualcosa.

<Vado a controllare mio nipote.> in quel momento Tae sarebbe dovuto correre in camera sua ma era letteralmente paralizzato. Il corvino aprì la porta, ritrovandoselo davanti alla distanza di circa un metro e mezzo. Si ritrovava nudo, sudato, i capelli bagnati e solamente un asciugamano in vita.

<Taehyung... Stai piangendo?> Tae si toccò il volto. In effetti non si accorse nemmeno di aver iniziato a piangere, ma il suo viso era bagnato, e gli occhi gli bruciavano un pò.

<N-no...> detto quello, corse nella sua camera rifugiandosi in bagno. Si appoggiò alla porta per qualche secondo, con l'affanno. Improvvisamente poggiò i vestiti puliti nel lavandino e si tolse velocemente quelli che stava indossando. Si tuffò nella doccia e accese il getto di acqua. Era fredda e stava tremando ma non gli importava di regolarlo. Poggiò la testa su una delle pareti della doccia. Le lacrime da subito si mescolarono agli zampilli d'acqua che uscivano dal soffione. Si mise una mano davanti alla bocca tentando di fermare i singhiozzi. Non voleva sentirsi piangere, in quel periodo lo stava facendo troppo spesso d'altronde.

Tutta colpa sua.

Prima non piangeva quasi mai, da quando invece aveva messo piede in quella casa era diventato qualcosa di abituale. Si rese conto che in quel tempo stava iniziando a dimenticarsi della madre e della sorella. Stava mettendo da parte un pezzo fondamentale della sua vita , aveva lasciato indietro le due persone più importanti della sua vita.

Faccio schifo... Mamma...mi dispiace...

Le sue gambe iniziarono a cedere lentamente, fino a chè non si ritrovò inginocchiato sul rivestimento del pavimento della doccia. Era distrutto, ancora non concepiva come non fosse già morto. Non reggeva più, in momenti come quelli il dolore lo avvolgeva completamente.

Sentì che qualcuno era appena entrato in doccia. Non aveva nemmeno il coraggio di voltarsi. Spalancò gli occhi, rimanendo immobile.


Scusate il ritardo.

Possessiveness. KOOKV.[ITA] Where stories live. Discover now