Against all odds

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I passi continuavano a susseguirsi uno dopo l'altro. Le nuvole grige minaccaivano da tutto il giorno un imminente pioggia, l'atmosfera tetra e buia di quel pomeriggio del 14 Febbraio non faceva altro che confermare il mio stato d'animo. Nonostante ciò niente sembrava riuscire a fovinare l'aria d'amore che si respirava quel giorno in ogni angolo della città. Volevo mettermi le cuffiette per isolarmi dal resto del mondo ma sentire la musica non mi avrebbe di certo aiutata molto , anzi avrebbe solo peggiorato la mia sensazione di mancanza. Continuavo a cammianare, non era molto distante la scuola dalla via che stavo percorrendo. Mancava poco, dovevo sopportare ancora per un po la felicità delle coppie che mi passavano accanto sorridendo uno con l'altro e i cuori sule vetrine dei negozi. Con le mani nelle tasche del giaccone continuai a cammianare cercando di fare finta di niente, ma non era per niente facile. Era passato ormai un mese da quando mi ero trasferita in quella città e sopratutto da quando avevo visto per l'ultima volta Dennis. Ogni secondo da quel momento non avevo aspettato altro che una sua chiamata, ma avevo atteso invano perchè non avevo ricevuto nulla da parte sua. Mi volevo rassegnare all'idea che tutto fosse finito, che non l'avrei più risentito, ma ammetto che non ci riuscivo; mi sembrava tanto assurda quell'idea. Mi mancava terribilmente, vedevo noi in ogni coppia che incontravo quella sera e in ogni canzone che avrei potuto sentire. Inevitabilmente pensare che stavamo a un passo dal sposarci mi struggeva l'anima.
Un soffio di vento gelido, come quella stessa giornata, mi causò un brivido lugno tutta la schiena. Oltretutto in quei giorni avevo un fastidioso mal di gola perciò mmi preuoccupai subito di sistemarmi la sciarpa bordeaux che avvolgeva il mio collo.

Attraversai il cancello aperto della scuola, all'esterno nel giardino non c'era nessuno; d'altronde chi era il pazzo a starci con quel freddo? Poi avvicinandomi all'edificio notai attraverso le finestre che circondavano l'atrio della scuola che molti genitori stavano abbracciando i propri figli. Dovevano essere usciti da poco tempo, ero leggermente in ritardo.Mi affrettai perciò verso la porta d'ingresso.Girai la maniglia ed entrai. Subito il calore e le mille voci mi invasero. Stranamente quel giorno tutti i genitori erano stati così puntuali da riempir tutto l'atrio. Così mi dovetti fare spazio tra la gente educatamente per farmi vedere da Marco, ma nemmeno io riuscivo a vedere lui. Fortunatamente con un po' di pazienza arrivai in prima fila dove ancora molti bambini stavano uscendo in quell'istante e andando incontro ai propri familiari. Diedi un occhiata veloce intorno incentrandomi sopratutto sui bambini che stavano aspettando di poter uscire; Marco era tra gli ultimi. Appena lo vidi automaticamente feci un sospiro di sollievo: mi sarebbe davvero dispiaciuto averlo fatto aspettare da solo in un ambiente ancora così nuovo per lui.

Appena mi vide mi corse subito adosso abbracciandomi con la sua solita dolcezza. Lo strinsi forte poi una volta sciolsi gli chiesi stringendogli le braccia lungo i fianchi.

"Come è andata oggi?"

"Bene" Rispose sorridendomi. Gli sistemai il capello verde che aveva in testa.

"Allora andiamo ... copriti che fa freddo!" Stavo per alzarmi facendo pressione sulle ginocchia quando lui mi interuppe con la sua vocina dolce ;" Ma oggi è un giorno speciale?"

Ero così sorpresa da quella strana domanda che sul volto mi si corrugarono le sopraciglia.

"Si perche?" Risposi confusa.

"Mi hanno detto che è la festa degli innamorati" Rispose tutto di un fiato. Una volta ascoltato la risposta la mia fronte si rilassò mentre dentro mi sentivo pian piano annegare; non avrei mai voluto nominare quel giorno, tanto più spiegare di che cosa si tratasse a un bambino. Deglutii .

"è vero ... oggi è San Valentino." Spiegai fredda e con la voce quasi tremolante, certamente non nella maniere che un bambino avrebbe voluto sentire dire. Lui non rispose, sorrise semplicemente compiaciuto. Era chiaro che era rimasto deluso da come gli avevo risposto. Così cercai di rimediare.

Sleeping Potion IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora