Whoever you want me to be

55 5 0
                                    


Strinsi forte il cuscino al petto e posai un altro piede sul gradino inferiore. Poi lentamente altri due. E un altro ancora fino a quando la sua figura non si rivelò ai miei occhi per intero. Era lì, in piedi, accanto al divano che aveva aperto a metà e che mostrava un immenso materasso come un ostrica la sua perla.  Non riuscii a guardarlo negli occhi; il suo sguardo era concentrato sulla chiusura lampo della felpa che si era appena messo. Osai.

<<Senti freddo?>> Chiesi quasi come un sussurro.

Lui alzò di colpo lo sguardo incrociando il mio mentre con le mani continuava a far combaciare la cerniera . Poi riabbassò lo sguardo e mi rispose :<< Qui si gela...>>

poi aggiunse << rispetto all'Italia>> Per un attimo non capii se si stesse riferendo alla nostra situazione o alla temperatura atmosferica.

<<Alla fine ci si abitua>> Sorrisi rispondendo mentre scendevo gli ultimi gradini.

<<Hai ragione>> Rispose tirando sù la lampo.

Il silenzio nella stanza era tale da confondersi con quello della notte. Non sapevo che fare o dire cosciente che qualsiasi cosa era indubbiamente sbagliata. Dennis a quel punto girò intorno al letto andando verso la piazza opposta a quella vicino ai piedi delle scale dove ero io.  Sistemò il suo zaino nella poltrona adiacente alla sua parte di letto e poi accovacciandosi spinse il suo borsone sotto questo stesso. Si alzò e si sedette sopra le lenzuola del letto poggiando la schiena sullo schienale mentre io osservavo la scena ancora imbambolata ai piedi delle scale. Non mi degnò di uno sguardo mentre tutto concentrato prese il telefono dalla tasca della tuta del pigiama e si mise a guardare non so cosa al telefono. Non mi azzardai ad ammonirlo che non mi stava considerando per quel poco di tempo che avevamo a disposizione prima che lui ripartisse per l'Italia mentre si era messo a guardare il cellulare come se niente fosse. In merito a chi avesse più torto io lo battevo alla grande.


Passato ormai qualche minuto mi avvicinai cauta e mentre toccavo con il ginocchio il materasso di quella che doveva essere la mia parte di letto aprii bocca.

<< Forse dovremmo finire il discorso ...>> Sentenziai amareggiata.

Lui non ebbe nessuna reazione esagerata: spense il telefono e lo fece scivolare allungandosi nello zaino che poco prima aveva posato sopra la poltrona. Poi si raddrizzò e con un gesto svelto e risoluto si tolse le lenzuola da sotto le gambe e ve le infilò dentro. Stavo diventando impaziente di una reazione logica. Allora si fece scivolare dentro il letto girandosi con il corpo dal lato opposto al mio lasciandomi vedere solo la forma della sua schiena e il braccio lungo i fianchi sotto le lenzuola.

<<E' così che pensi di risolvere? Dandomi le spalle? >> Feci uscir fuori di colpo.

Lui si girò subito facendo rotolare le coperte  su se stesso. <<Non c'è niente da chiarire. Io mi fido di te ma tu non ti fidi di me... non hai fiducia in noi. Se non mi hai raccontato questa storia è solo per paura che potesse peggiorere la situazione, far crollare la nostra relazione che non credi tanto forte. Io ho fiducia in te e non ho mai pensato che tu abbia mai fatto qualcosa con malizia perciò sono portato a pensare che l'unico motivo del tuo silenzio sia stata la sfiducia in noi, ne sono convinto.>> Pensai che fosse meglio assecondarlo per questo non esitai a rispondere con fil di voce << Forse hai ragione>>

<< Come potremmo mantenere i voti di matrimonio se solo l'arrivo di un ragazzino è riuscito a provocare tutto questo?>> Chiese in un sussurro.

Sorvolai sul "ragazzino" e mi concentrai sul fargli cambiare idea . Lo stavo perdendo per una dannata cavolata. Salii sul letto in ginocchio e posando il cuscino di lato gli appoggiai una mano sul braccio.

Sleeping Potion IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora