Due giorni dopo li avevo terminati e inviati a Sun che mi disse che il giorno stesso sarebbe venuto da me per le misure Jimin e poi anche gli altri due al giorno, uno la mattina e uno il pomeriggio così che avessi tutto il tempo che mi serviva.
Iniziai a pranzare con del ramen istantaneo che a me piaceva moltissimo e proprio nel mentre che mangiavo sentii bussare timidamente tanto che per un momento pensai che fosse la TV che avevo accesa di sottofondo o che avessero bussato ad un altro appartamento ma mi smentì una seconda bussata leggermente più forte della prima.
Andai alla porta e aprii trovandomi davanti un Jimin abbastanza imbarazzato.
"Ciao, entra pure, scusa stavo mangiando" dissi scostandomi dalla porta per farlo entrare.
"Scusa, non volevo disturbarti mentre pranzavi ma più tardi ho un incontro quindi volevo che tu avresti tutto il tempo che ti serviva, spero che un ora ti basti" disse lui rosso in volto.
"Anche solo dieci minuti, vuoi qualcosa da bere?" dissi io tranquilla andando a prendere il metro e i fogli sui quali scrivere le misure.
"No, grazie, sto bene" disse diventando ancora più rosso.
"Vai tranquillo, vieni qui" dissi per poi farlo sedere su un divano.
"Se sei a disagio lo capisco, ma non devi temere, se ci sono punti sensibili che non vuoi che io tocchi va bene, basta che tu me lo dica, capisco il tuo imbarazzo, anche io al tuo posto lo sarei, basta parlare" dissi gentile cercando di metterlo a suo agio.
"No, va bene, è solo che tutte le volte le stiliste mi dicono cose come: hai le misure da bambino, oppure: le tue misure non sono nella norma e ciò mi fa sempre stare male" disse lui tenendo lo sguardo basso.
"Facciamo una cosa: io ti prometto che non commenterò le tue misure perché sarebbe una cosa ipocrita e tu fai ciò che ti dico, va bene?" dissi io gentile.
"Perché saresti ipocrita scusa?" chiese dubbioso ma già meno rosso in faccia.
"Ma mi hai visto? Sono alta un metro e tanta voglia di crescere e sono tutta sproporzionata" dissi io divertita alzandomi.
"In realtà non si nota, i vestiti coprono bene, oppure sei fatta bene e vuoi solo farmi sentire meglio" disse lui alzandosi a sua volta.
"Entrambe in realtà ma non dirlo a nessuno" dissi e finalmente lo vidi sorridere spazzando via la sua aria preoccupata.
Gli presi velocemente le misure scrivendo tutto su un foglio e scriverci infine il suo nome per poi metterlo in una cartellina.
"Sicuro che non vuoi qualcosa da bere?" chiesi io mettendo via il metro.
"Se hai un bicchiere d'acqua volentieri, non capisco perché nel tuo appartamento ci sia così caldo" disse lui, effettivamente io giravo in maniche corte e avevo le finestre leggermente aperte.
"È l'appartamento sotto al mio, hanno il riscaldamento a palla tutto il giorno e il caldo sale anche in casa mia" dissi passandogli un bicchiere d'acqua fresca.
"Dovresti andargli a dire di abbassarlo prima di diventare il surrogato di un arrosto" disse lui divertito.
"Perché dovrei? Risparmio sul riscaldamento e mi piace stare al caldo" dissi io, era vero che dalle finestre entrava un venticello che teneva una brezza fresca in casa e potevo girare scalza visto il tepore continuo dei pavimenti.
"Si ma appena inizino le piogge invernali tu qui dentro cuoci" disse lui ancora.
"Appena iniziano le piogge gli andrò a chiedere di abbassare, non prima, per il momento sto bene" dissi io per poi riprendere a mangiare il ramen che era ancora tiepido.
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stylist in prima linea|| Fanfiction BTS||
FanfictionUn contratto in cui la regola è una sola: "niente relazioni" e un amore che non vuole stare nelle regole. Quale sarà la soluzione?