𝐀𝐂𝐓 𝐈𝐕 : 𝐑𝐄𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄

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𝐜𝐛𝐟𝐢𝐥𝐦𝐬
presents:
𝐀𝐂𝐓 𝐈𝐕 : 𝐑𝐄𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄

— into the flowers :

«Quanti fiori nel tuo giardino Sani, quasi quasi mi dispiace doverne cogliere prima uno e poi l'altro, rompere petalo dopo petalo, ma non è un problema vero? Tu puoi avere tutti quelli che vuoi, no?»
Di bei fiori ce n'erano, di tanti tipi, ognuno con il suo profumo: esotico, pungente o delicato. Ognuno avrebbe trovato il proprio fiore se avesse avuto la pazienza di cercarlo in mezzo ad una distesa di bellissimi petali colorati, probabilmente avrebbe impiegato un tempo purtroppo indefinito, ma ne sarebbe valsa davvero la pena. Per quanto belli fossero però quei fiori, San non riusciva a goderseli al cento per cento, troppo assorto nei suoi pensieri, dentro un mare di dubbi in mezzo ad una tempesta, incapace di risalire su, tirato sempre più in basso dalla risacca. Era una sensazione scomoda e strana sotto tutti i punti di vista: qualche minuto fa era a casa di Yeosang; erano tornati da Eden, alla fine di un viaggio che lo aveva preoccupato sin dall'inizio e un pò spaventato; era seduto con un bicchiere di vino in mano, era accanto a Wooyoung, il suo migliore amico. Stavano parlando sereni e scherzando su argomenti, come al solito, poco importanti e si stavano divertendo, poi il vuoto.

La cosa, se avesse dovuto essere sincero gli dava fastidio

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La cosa, se avesse dovuto essere sincero gli dava fastidio. Ci ripensava più volte: si divertivano, ridevano, Wooyoung, la cena, e poi? Cosa era successo? La sua mente si tormentava con milioni di domande a cui cercava di dare una risposta immediata, mentre si sentiva turbato nel profondo; neanche tutti quei bei fiori avrebbero potuto salvarlo da quella scomoda situazione. Niente avrebbe potuto distrarlo su quella piccola isola in cui era capitato da solo. Non sapeva come mai si trovasse lì, seduto in mezzo ad una distesa così grande di bellezza, immerso nel totale nero dello spazio. "Che posto è mai questo?" si domandò nuovamente scuotendo la testa frustrato. Nel frattempo una vocina stridula lo innervosiva mentre intonava una sorta di filastrocca improvvisata. Da quando si era risvegliato lì, non aveva mai smesso e francamente avrebbe voluto che smettesse, sfortunatamente però le parole di quella canzoncina continuavano ad attirare la sua attenzione. Di nuovo a sentirle:

«Quanti fiori nel tuo giardino Sani, quasi quasi mi dispiace doverne cogliere prima uno e poi l'altro, rompere petalo dopo petalo, ma non è un problema vero? Tu puoi avere tutti quelli che vuoi, no?»
San non sapeva cosa poteva effettivamente significare, ma per essere ripetute così tanto erano davvero importanti. Allora, si cimento a ripeterle più volte nella sua testa come un giradischi rotto, sperando di comprenderle.
«Quanti fiori nel tuo giardino Sani…» si riferiva al quella distesa in cui era immerso, "non c'erano altri guardini" si disse il ragazzo dai capelli tinti di nero con qualche ciocca bianca a decorargli la parte posteriore, così lisci e morbidi.
«quasi quasi mi dispiace doverne cogliere prima uno e poi l'altro» diceva «rompere petalo dopo petalo, ma non è un problema vero? Tu puoi avere tutto quello che vuoi, no?»
«Perché dovresti mai rompere questi fiori così belli? Si rovinerebbero» San interruppe lo strano motivetto, rivolgendosi verso il suo alter ego, vestito come al solito di nero. Il silenzio piombò nella stanza per svariati minuti, poi si sentì una lieve risatina.

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