13 dicembre 1983
Il martedì successivo, meno di due settimane dopo il giorno incredibile che cambia la vita di Lily Evans, lei ed Alice passano il pomeriggio in centro.
Alice ha – in maniera del tutto eccezionale – messo da parte per un paio d'ore la preparazione del matrimonio e l'ha praticamente costretta ad uscire di casa per andare a cercare un abito nuovo.
«Non puoi andare alla premiazione del Giocatore dell'anno con il vestito della nonna» è tutto ciò che Lily si sente dire e, onestamente, non può che concordare con lei.
Lily temeva che quando Alice avesse saputo della faccenda della premiazione avrebbe dato di matto. Invece, incredibilmente, la sua migliore amica era andata in visibilio e aveva cominciato a farneticare cose riguardo al fatto che era l'occasione giusta e che Lily doveva approfittarne per far innamorare di lei James e fargli dimenticare quella che ormai aveva preso il nome in codice di Arpia.
«Che poi nulla mi toglie l'idea che l'Arpia potresti essere tu» le aveva detto Alice, con un piglio seccato, quando avevano discusso della faccenda per l'ennesima volta.
E Lily, per l'ennesima volta, le aveva fatto notare che era impossibile che lei fosse l'Arpia di cui James era innamorato, in primis perché sarebbe stato proprio da idioti andare a confessarsi con lei, e in secondo luogo perché era chiaro che Lily non fosse innamorata di nessun amico di James, perciò sfortunatamente non corrispondeva alla descrizione.
Nonostante la sua ferma intenzione di restare con i piedi per terra, a Lily negli ultimi giorni è parso di camminare sulle nuvole. Certo, l'ombra dell'Arpia incombe su di lei e comunque ritiene che le sue possibilità con James siano ancora limitate, ma l'idea di accompagnarlo in un'occasione così importante e a Parigi è quanto di più vicino alla perfezione si possa aspirare.
Ha provato a non pensare a lui troppo spesso, ma è difficile. Difficilissimo, dal momento che lo specchietto di Sirius non è ancora tornato al proprietario e lei e James, non appena hanno un momento libero, ne approfittano per vedersi e parlare. A Lily pare quasi impossibile che fino a due settimane prima il suo rapporto con James si basasse solamente su quello che era scritto di lui sui giornali. Più volte si è chiesta come abbia fatto a sopravvivere per tutti quegli anni senza avere la possibilità di chiacchierare con lui prima di andare a dormire, o di raccontargli delle spedizioni punitive che assegna alle sue matricole quando la irritano, o di lamentarsi dei livelli di paranoia raggiunti da Alice nella preparazione del matrimonio.
James ha imparato i suoi orari di lavoro e lei quelli dei suoi allenamenti. James conosce ormai tutto su Raggio di Sole e Margulis e lei sa i nomi di ogni singolo componente del Puddlemere, dirigenti e massaggiatori compresi. Le abitudini di James sono diventate una routine per Lily: il lunedì serata con Sirius, il giovedì cena a casa dei suoi, il venerdì appuntamento dal Medimago che tiene sotto controllo i problemi a spalle e schiena, la domenica pomeriggio la partita di campionato.
Sapere che cosa sta facendo le piace. La fa sentire in qualche modo più vicina a lui, visto che le occasioni che hanno di trovarsi sono poche.
Quella sera, quando James la chiama con lo specchio gemello, Lily lo trova pallido.
«Ho solo un po' di raffreddore» dice lui, scrollando le spalle, quando lei glielo fa notare. «Ce l'hanno anche i miei compagni di squadra, devono avermelo passato»
Lily storce il naso. «James, mi sembri malato»
«Lils, sto bene»
«Sei fortunato ad essere dall'altra parte dello specchio, o controllerei di persona»
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Paparazzi
FanfictionTutto quello che basta è una foto su un giornale e il giorno dopo l'intero mondo magico la saluta come la fidanzata di James Potter, il miglior giocatore di Quidditch dell'ultimo secolo. E nonostante si tratti di un semplice malinteso (purtroppo!)...