La nuova nazionale di Quidditch

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Luglio 1987

«Ti prego, tesoro, smettila di piangere»

Ai tempi di Hogwarts Lily non si era mai fermata troppo a immaginare come si sarebbe svolta la sua vita da adulta. Le piaceva pensare che in un modo o nell'altro sarebbe riuscita a superare le difficoltà che le si sarebbero inevitabilmente poste davanti e in più aveva una buona fiducia in se stessa e nelle sue capacità. Sicuramente, però, la Lily Evans di dieci anni prima non avrebbe mai immaginato che prima o poi nella vita si sarebbe trovata a supplicare un neonato di non piangere.

Non riesce nemmeno a guardare il faccino paonazzo del bambino che tiene in braccio, perché teme di scoppiare in lacrime anche lei se solo osasse farlo.

«Ti prego, tesoro» ripete, dondolandosi avanti e indietro e improvvisando una specie di balletto in mezzo al salotto di casa sua.

Niente. Le urla più disumane si levano dal piccolo esserino che stringe tra le braccia.

«Dai, piccolo, solo per un attimo...»

«Hai bisogno di aiuto, Evans?»

Sirius viene preceduto dalla sua voce, mentre entra nel salotto reggendo un enorme specchio rettangolare che gli nasconde in gran parte il viso.

Lily non sa cosa rispondergli e perciò continua a cullare il neonato, che dal canto suo sembra intenzionato a sgolarsi per il resto della sua vita.

Sirius posa lo specchio sopra ad un comò, assicurandolo alla parete in modo che resti ben orizzontale, poi raggiunge Lily con poche falcate sicure e le posa una mano sulla spalla.

«Lils, dallo a me, lo sai che devi stare a riposo»

«Mi sto riposando!» ribatte lei e fa quasi una smorfia nell'udire la nota isterica che le ha attraversato la voce.

Sirius la guarda con gli occhi pieni di preoccupazione. «Se James fosse qui avrebbe qualcosa da ridire»

«James è dall'altra parte del mondo, per cui non c'è bisogno di metterlo in mezzo a questa discussione»

«Si dà il caso che tuo marito mi abbia chiesto esplicitamente di fare in modo che tu e il bambino siate perfettamente in salute al suo ritorno, per cui vorrei veramente che tu andassi a sederti e cercassi di non sforzarti troppo»

«Sono in piedi da meno di cinque minuti, Sir, te lo giuro»

«Mi preoccupo anche per me, Lily» Sirius le rivolge uno sguardo riprovato. «Se ti succedesse qualcosa James mi ucciderebbe e tu lo sai»

Lily sta per ribattere di nuovo – il bambino intanto ha continuato a strillare disperatamente senza prendere fiato nemmeno una volta – quando la porta del bagno si apre e Alice finalmente esce.

«Eccomi, eccomi» dice, quasi senza fiato. Senza troppe cerimonie, strappa il neonato dalle braccia di Lily e se lo porta al petto. «Quante storie, Neville, non posso nemmeno andare in bagno adesso?»

Neville continua a frignare per un po', ma poi riconosce la voce della madre e finalmente si calma. Lily lo osserva con un misto tra affetto e risentimento, mentre lui appoggia la testa contro la spalla di Alice e comincia a sbavarle sulla maglietta.

Alice alza gli occhi al cielo e sospira. «Grazie Lily»

Lily storce il naso. «E per cosa?» le domanda, sarcastica. «Per averlo fatto sgolare dalla disperazione nei due minuti che sei stata in bagno?»

Alice le rivolge un'occhiata penetrante. «Non è colpa tua, mio figlio è semplicemente un frignone»

«Avrebbe pianto anche se lo avessi tenuto io» concorda Sirius.

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