24 dicembre 1983
«C'era davvero tutto questo bisogno di venire a piedi fino a qui?» sbuffa Lily qualche ora più tardi. Vorrebbe sembrare accigliata, ma in realtà non c'è nulla di quella situazione che le dispiaccia. A parte il dolore ai piedi, forse. «Voglio ricordarti che ho dei tacchi spaventosi»
James si volta brevemente verso di lei e le lancia un sorriso divertito e Lily smette per un momento di sentire freddo.
«Volevi andare a casa senza aver visto la Torre Eiffel illuminata?» le chiede lui, inarcando un sopracciglio.
Lily non risponde. Non sa bene perché, ma ha la ferma convinzione che non riuscirà mai a togliersi dalla mente l'immagine del viso sorridente di James, incorniciato dallo sfondo mozzafiato della Torre Eiffel che si staglia contro il cielo nero di Parigi.
Merlino, sono proprio fregata. Potrebbe chiedermi qualsiasi cosa in questo momento e non gliela negherei.
James la prende per mano, la tira dolcemente verso di sé e la guida in silenzio verso una panchina poco distante. Quando sono seduti, James le passa un braccio intorno alle spalle e lei si stringe a lui.
Ormai è notte fonda e loro due sono tra i pochi abitanti ancora in giro per le strade di Parigi. Dopo la premiazione, James e Lily hanno partecipato ad una festa esclusiva in un locale principesco organizzata appositamente in onore del vincitore del premio. Lily ha osservato in silenzio l'enorme quantità di gente radunata nel salone dai lampadari di cristallo e dalle pesanti tende di broccato dorato e per un momento si è sentita trasportata indietro nel diciottesimo secolo, non fosse altro per la presenza di fotografi con macchine professionali e di barman in divisa che distribuivano Firewhiskey in abbondanza ai presenti.
James, com'era da aspettarsi, è stato trascinato da una parte all'altra della sala, stringendo mani, sorridendo a sconosciuti e accettando le infinite congratulazioni da parte di ogni singolo partecipante alla festa. Lily all'inizio lo ha seguito dappertutto, senza lasciare la sua mano per un istante, ma a metà serata Rose Avery l'ha trascinata via con sé per farle conoscere le altre fidanzate – reali, ha pensato Lily con un tuffo al cuore – dei giocatori del Puddlemere. Se pensava che la moglie di Avery fosse un po' troppo coinvolta emotivamente nel suo falso-fidanzamento con James, Lily ha dovuto ricredersi quando è stata attorniata dalle altre fidanzate, che non l'hanno lasciata respirare per un secondo e le hanno strappato la promessa di andare con loro alla prossima partita del Puddlemere, come nuovo membro della tifoseria più sfegatata della squadra.
Solo verso mezzanotte James è ritornato da lei, visibilmente stravolto, con i capelli arruffati e lo sguardo stanco, e dopo averla presa per mano un po' bruscamente l'ha trascinata con sé fuori dal locale e poi in mezzo alle strade della Parigi Babbana, fino a giungere alla Torre Eiffel.
Lily si stringe di più a lui e respira a pieni polmoni il suo profumo. Dopo avergli lanciato un'occhiata veloce, si accorge che James sembra molto più rilassato di prima e un piccolo sorriso le incurva le labbra.
«La festa non era male» gli dice, dopo qualche secondo di silenzio, riportando la sua attenzione alla vista maestosa della Torre Eiffel.
«No, direi di no» commenta James. «Anche se in generale non mi piace partecipare agli after party delle premiazioni. È un peccato che stasera fossi costretto a rimanere, altrimenti saremmo andati via molto prima, te lo assicuro»
«Già, vincere il premio della serata è una tra quelle situazioni che ti obbligano a partecipare agli after party» replica Lily. «Dal momento la festa viene organizzata in tuo onore»
«Mi sono comportato benissimo» ribatte lui e sembra un po' offeso. «Siamo rimasti lì quasi tre ore, abbiamo battuto ogni mio record precedente. I miei compagni di squadra erano stupefatti»
STAI LEGGENDO
Paparazzi
FanfictionTutto quello che basta è una foto su un giornale e il giorno dopo l'intero mondo magico la saluta come la fidanzata di James Potter, il miglior giocatore di Quidditch dell'ultimo secolo. E nonostante si tratti di un semplice malinteso (purtroppo!)...