~Capitolo 30~

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Durante l'ultima noiosissima lezione della giornata, ovvero storia, mi arrivò un messaggio da Maddie, in cui mi chiedeva di raggiungerla immediatamente in palestra. Così feci dopo aver scongiurato più volte il professore, ma che non mi degnava di un sguardo, alchè mi sentii costretta ad affermare "prof ho il ciclo, posso uscire?".

Dopodiché uscì dalla classe stimata da molte mie compagne e mi avviai verso la palestra. Da in fondo al corridoio vidi Maddie che si torturava le mani e guardava freneticamente a destra e a sinistra, quando mi vide mi fece cenno di muovermi, alchè mi misi a correre benché non ne avessi voglia. <<Hei Maddie che succede? >>
<< devi assolutamente entrare là dentro >> aveva gli occhi che tra poco le sarebbero usciti dalle orbite, era visibilmente spaventata, infatti trasmise tutto ciò a me che strisciando i piedi entrai in palestra. Non ci ero mai venuta prima era molto grande e spaziosa alla sinistra della porta c'erano dei lunghi spalti e nella parte destra due porte per gli spogliatoi, mentre difronte a me c'era un gruppo di ragazze con dei vestitini striminziti e lunghe code di cavallo che scuotevano a destra e a sinistra mentre parlottavano tra loro. Tra tutte ne riconobbi una. La  ragazza di mio fratello. Era la più alta di tutte e la prima che si accorse di me, << hai bisogno di qualcosa? >> la sua voce irritante colpì le parenti della palestra più volte facendo rimbalzare più volte quel suono finché non si dissolse. << ecco.... Io... Beh.... Ecco>> non sapevo proprio che dire e mi girai verso Maddie che era, sparita(?), mi girai di nuovo verso la ragazza che mi osservava scocciata, finché non il suo viso si illuminò ed un ghigno comparve sulle sue labbra rosso fuoco << ma certo, ecco dove ti avevo già visto! Tu sei la new entry nella famiglia Smith!?. >> alcune ragazze cominciarono a sghignazzare tutte tranne una che le osserva confusa << si, ma non capisco cosa ci sia di tanto divertente? >>
La rossa cambiò espressione e mi rivolse un sguardo inquietante <<sai cara ora che non sto più con Logan, non ti conviene fare la furba con me perché Rick non ci metterebbe un secondo a ridurti come quel rincoglionito di tuo. Fratello. Noah. >> calcò le ultime tre parole con cattiveria, mentre si giara a verso le altre ragazze e si mise sghignazzare con loro. Io cominciai a vedere tutto sfuocato ed il respiro mi si mozzò, ritornai con la mente al giorno in cui trovai Noah, solo, abbandonato a sé stesso in quello schifoso vicolo e lì, incominciò a risalirmi tutta la rabbia accumulata per giorni, per anni, quella che avevo contro colui che mi aveva portato via mia sorella, quella che provavo verso colui che aveva ridotto mio fratello in quel modo inumano, quella che mi si riversò nelle membra nella mente fino ad offuscarmi la ragione e permettere alla mia parte irrazionale di procedere con tre lunghe falcate verso "L'ape regina" ed avventarmi su di lei.

Non ricordo per quanto tempo rimasi lì a massacrarla, pensando di star massacrando coloro che hanno ridotto in niente due parti di me, finché qualcuno non mi sollevò dal corpo inerme di quella ragazza, tutto intorno a me si svolse molto rapidamente non riconobbi tutti i volti che mi  hanno circondata. Ricordo il volto infuriato del preside, le sirene dell'ambulanza, il volto deluso dei miei genitori mentre mi accompagnavano alla macchina.

Rimasi in camera mia per tutto il pomeriggio seduta sul davanzale della finestra con i pugni serrati ed un terribile senso di vomito, che mi faceva ripudiare me stessa, "che cosa avevo fatto!?" continuai a ripetermi con voce strozzata. Sapevo cosa sarebbe successo dopo, lo stesso che successe a Selena, una mia vecchia amica dell'orfanotrofio, era stata rimandata indietro perché i suoi genitori erano disgustati da lei perché aveva aggredito una sua compagna di classe, per il semplice fatto che le avesse detto una cattiveria. Lo stesso sarebbe successo anche a me.
Questo pensiero fu il fattore scatenante che mi fece scattare fuori dalla camera e arrivare appena in tempo alla tazza del water. Cominciai rimettere ed a singhiozzare, ero così scossa che mi dimenticai di legarmi i capelli dal viso e portarli dietro la schiena, ma poco dopo arrivò qualcuno che si accovacciò affianco a me e mi raccolse i capelli, mentre mi massaggiava la schiena con movimenti circolari.
Lo avevo intuito ma ebbi bisogno di girarmi per sapere che era veramente lui, mi sorrise debolmente mi accarezzo una guancia, mentre una lacrima solitaria si fece strada tra di esse, lui la asciugò e mi tirò a sé in un abbraccio carico di comprensione, protezione e fratellanza.

Quando mi fui calmata, mi fece alzare e mi mise seduta sul coperchio del water, si allontanò appena per prendere il kit di primo soccorso e rimettersi seduto davanti a me, in totale silenzio mi fece dischiudere i pugni che tenevo ancora serrati e mi disinfettò le nocche dal sangue incrostato, cercai di non guardare ed aspirare quel odoraccio e mi concentrai  su di lui, e sui suoi occhi verdi quando controllava le mie reazioni in base a quello che mi passava sulle mani. Appena finì rimise tutto al proprio posto e mi prese per mano portandomi in camera sua.
Mi fece sedere sulle sue gambe e mi cullò dolcemente, aspettando probabilmente che io iniziassi a raccontargli il perché lo avessi fatto.
Mi dispiacque per lui perché sapevo che per quanto lui si sarebbe sforzato di aspettare i miei tempi io non avrei detto niente, attanagliata come era al pensiero di dover ritornare in uno dei luoghi che popolava i miei incubi più devastanti.

S. A.
Heyyyy, come state?
Mi dispiace di avervi fatto aspettare tanto per questo capitolo ma anche per quello precedente,ma mi era venuto il blocco degli scrittori😭😅☠️.

Però vi assicuro che sono tornata.
Ultimissima cosa poi vi lascio in pace.
SPERO CHE QUESTA STORIA NON VI ABBIA FATTO PERDERE DI INTERESSE, NON VI CHIEDERÒ DI METTERMI LA STELLINA, SE NON VOLETE FARLO NON MI OFFENDERÒ.
❤️

Niki💣

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