III - Serpente

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"Prendi l'aspetto del fiore innocente, ma sii il serpente che è sotto di esso." William Shakespeare

Emberly

Arrivata, decisi di sedermi per terra, sopra le pietre che ricoprivano la spiaggia; liberai Pascal che si buttò subito e senza esitare in acqua.
Non gli dissi niente dato che in spiaggia non c'era nessuno e quindi non avrebbe dato fastidio.

Neanche il tempo di pensarlo che vidi cinque ragazzi sedersi poco distanti da me.

Era strano perché raramente incontravo qualcuno proprio lì.

Mi girai di scatto verso Pascal il quale stava correndo nella loro direzione tutto fradicio.
Mi alzai e incominciai a inseguirlo tanto velocemente che Usain Bolt mi avrebbe fatto un baffo, quando vidi Pascal buttarsi su uno dei ragazzi che si era appena sdraiato sulla spiaggia.

"Cristo Pascal!" Urlai arrivando sul luogo del delitto.

Cercai di afferrarlo per il collare ma era troppo tardi, si stava già strusciando sopra il ragazzo che nel frattempo stava cercando di toglierselo di dosso.

Dopo ormai disperatissimi tentativi riuscii ad afferrarlo e mi affrettai a legarlo ad un palo che si trovava al lato della spiaggia. Ritornai subito dal ragazzo ormai bagnato, chiedendogli scusa in dieci diverse lingue straniere.

"Oddio mi dispiace davvero tantissimo non so perché lo abbia fatto!". La mia faccia diventò rossa dato che lui continuava a squadrarmi senza rispondere.

"Se vuoi urlarmi di tutto..." dico cercando una sua reazione.

Il ragazzo aveva i capelli castani chiari, il naso era all'insù e gli occhi erano grandi e...verdi? O almeno sembravano, non riuscivo a vederli bene.

Il ragazzo si alzò di colpo, non ebbi neanche il tempo di capire quanto fosse alto o cosa perché mi sollevó e mi appoggió sopra la sua spalla.

"Ehi ma che stai facendo!" Dissi sbattendogli le mani sulla schiena.

"Ragazzina, giornata sbagliata per indossare un vestito così" disse lui.

Aprii bocca per ribattere quando mi ritrovai in acqua, completamente fradicia dalla testa ai piedi e lui anche.

"Ma che!" Dissi appena tornata a galla.

Non riuscivo a smettere di ridere vista l'espressione che aveva preso il suo viso.

Mi buttai addosso a lui cercando di affogarlo, ottenendo però lui che si scaglia su di me lanciandomi di nuovo in acqua.

"Basta ho capito sei più forte tu, chiedo una tregua" dissi tossendo un po' d'acqua salata "ma non capisco, avresti dovuto lanciare il mio cane non me!" Dissi schizzandolo.

"Ragazzina la padrona sei tu, dovevi controllarlo, comunque ti ringrazio, almeno mi ha rinfrescato." Sorride alzando un angolo della bocca.

Si ha gli occhi verdi

"Rinfrescato? Oggi non c'è nemmeno caldo!" Esclamai cercando di uscire dall'acqua con il vestito fradicio che sembrava pesasse cinquanta chili.

"Grazie per avermi ricordato che un cane si è strusciato su di me e non c'è un lato positivo che io possa trovare!"
Rispose ridendo.

Ed è lì, quando rise, che mi resi conto della situazione.
Un ragazzo bellissimo con la sua banda di amici mi aveva appena preso in braccio per buttarmi in acqua dopo che il mio cane lo aveva assalito struciandoglisi addosso.

Non ti scordar di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora